venerdì 4 marzo 2011

Questo post è dedicato ai feticisti della carta stampata.


Leggiamo sul sito di Franco Abruzzo:

L'emorragia senza fine nelle vendite dei quotidiani italiani.

La speranza è che questa emorragia, prima o poi, si arresti. Perché l’odore di un giornale, o quella sensazione che l’inchiostro lascia sulle dita, sono aspetti che difficilmente la tecnologia può sostituire.

Milano, 26 febbraio 2011. I dati resi noti pochi giorni fa dall’Ads (Accertamento diffusione stampa) fanno registrare un nuovo passo indietro nelle vendite dei quotidiani italiani. Un’emorragia continua, che nel novembre del 2010 (periodo in cui è stata effettuata la rilevazione) ha visto un’ulteriore calo rispetto ad un anno fa.

Le variabili in gioco sono molte, ma le analizzeremo strada facendo. Prima parliamo di numeri: il “Corriere della Sera” fa registrare un -10% rispetto al 2009, mentre il secondo quotidiano più venduto, “La Repubblica”, vede un calo dell’8,2%. Non va meglio a “La Stampa” (-7%) e ai quotidiani economici e sportivi: “Il Sole 24 Ore” perde infatti 6.315 copie (-3,7%), “La Gazzetta dello Sport” 9.241 (-3%). Il quotidiano “peggiore”, in questo senso, è “Il Secolo XIX”: il giornale di Genova scende del 15,2%. Uniche testate che fanno segnare un segno positivo sono “Il Giornale” (+1,1%), “Libero” (+1,3%), e alcuni organi di stampa locali, come “Il Mattino di Padova” e “Il Quotidiano della Basilicata” .

Come spiegare tutto ciò? Premetto che ho sempre preso con le molle la cosiddetta “profezia” di Philippe Meyer, giornalista e scrittore statunitense, che nel suo libro “The vanishing newspaper” (“La scomparsa dei giornali”) indica il 2043 come data in cui verrà celebrato il funerale della carta stampata.

prosegue qui

Da un articolo di Giorgio Velardi  pubblicato da INFORMAZIONE LIBERA

1 commento:

Enrico Maria Porro ha detto...

Cara feticista digitale, ho trasformato il tuo messaggio in un post. Grazie per il contributo.