Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Cari colleghi di pazzia repubblicana,
aprendo il Corriere di ieri ho esultato vedendo che la RCS si è assunta l´onere di stampare i paginoni arbasiniani su mostre e spettacoli, che da anni ripropongono gli stessi aneddoti e le stesse scipite piccanterie mondane, tanto rifritte da essere ormai davvero indigeste. Auguravo quindi con gioia ai lettori del Corriere buon divertimento con le rituali nostalgie di Arbasino per gli anni in cui non esisteva il telefono azzurro, la marchetta di marinaretti e camionisti era a buon mercato - bastava una pizza, mai soldi spesi meglio è il fine stilema topico del vegliardo di Voghera - e nessuno faceva moralismi di tipo femminista negli splendidi italici fifties.
Pensavo, soprattutto dopo le ultime grottesche divagazioni filoberlusconiane contro la manifestazione delle donne, che la redazione di Repubblica, anche per sfinimento, lo avesse indirizzato verso i lidi del terzismo rizzoliano, in fondo anche gli ex-scapestrati devono pensare alla casa di riposo passata la soglia degli ottanta. E invece, niente! Apro Repubblica, e vedo riciclato l´elenco che Arbasino ha letto la settimana scorsa da Fazio, e che è già apparso almeno dieci volte, in tutte le possibili variazioni. E´ stato un disguido o parsimonia - il pezzullo era già stato pagato e non si butta via niente, o siamo alle convergenze parallele editoriali? Alte strategie di sponda per l´ ambitissimo premio strega? Teoria dei giochi applicata alla letteratura?
Cari saluti repubblicano-feticisti
Hans Moser
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