lunedì 4 aprile 2011

Fenomenologia di Giampaolo Pansa.


Da quando ha scoperto il revisionismo storico e quanto può essere interessante parlarne su un quotidiano di centrodestra, il buon Giampaolo Pansa non fa che evocare guerre civili e ritorno agli anni di piombo e revolverate e prima o poi ci scappa il morto.
I toni di oggi sono quelli apocalittici dei giorni migliori: “L’odio politico trionfa. Da troppi media ci piove addosso ogni giorno un diluvio di veleno” (1° aprile 2011). E in effetti, coerentemente, Pansa scrive su quell’esempio di giornalismo anglosassone old style che è Libero. Lui stesso è il primo a dare esempio di morigeratezza. Così descrive i futuri processi a Berlusconi: "Dovremo assistere a uno spettacolo assurdo. Quello di un processo celebrato in un'arena dove un pubblico barbaro mostra il pollice verso nei confronti di un cristiano già destinato ai leoni" (17 febbraio).

A volte è buon profeta. Come il 28 luglio scorso: “Proviamo a fare due più due (Gianfranco Fini) prima o poi, volente o nolente, sarà costretto ad andarsene. La rottura sarà traumatica, ci ha avvertito il suo aedo del momento, Italo Bocchino. Da dove verrà il trauma? Non credo dalla fondazione di un altro partito, sarebbe un misero traguardo”. Cazzo, ci ha proprio imbroccato! In effetti, a Fini non passava nemmen per l'anticamera del cervello fondare un partito. Ma era facile, dài: bastava fare due più due.
Sempre, sempre, le sue letture della realtà sono illuminanti.
Fassino? “Messo nell’angolo da Bersani & c.” (12 settembre 2010): il tizio che i torinesi, tra qualche settimana, si ritroveranno candidato sindaco del PD deve essere un omonimo di quel Piero che fu ultimo segretario dei DS.

Si legga, poi, l’editoriale del 2 ottobre scorso: (per Maurizio Belpietro) “era prevista la stessa fine di Casalegno: ucciso al rientro da una giornata di lavoro nella redazione di Libero, al centro di Milano. Belpietro deve avere un angelo custode di quelli molto attenti. Questo angelo ha salvato lui, uno dei poliziotti che lo scortavano e la famiglia di Maurizio, la moglie e le bambine. Purtroppo non ha potuto fermare il killer che è riuscito a ritornare nel buio da dove era uscito (...) Non credo che il mancato killer di Belpietro fosse un pazzo isolato. Aveva di certo pedinato il direttore di Libero”. In effetti, dalle indagini che hanno poi compiuto pare che lo pedinasse sempre e, talora, lo precedesse o lo affiancasse anche. Comunque, se Pansa ha preso una topica non è colpa sua, ma della matematica. Ancora una volta, infatti, “mi sono limitato a sommare due più due. E il risultato è stato terrificante (…) su questo caos gonfio di malvagità, emergono figure di politici irresponsabili, capaci soltanto di giocare con il fuoco. Avrei più di un nome da fare. Ma oggi non voglio scriverli perché mi darebbe fastidio sentirli strillare di non essere i mandanti del tentativo di uccidere Belpietro”.
Ecco, se non avesse fatto - ancora una volta - due più due, magari avrebbe avuto qualche dubbio anche lui sulle reali motivazioni del mancato killer. Passi alle moltiplicazioni, magari con quelle gli va meglio.

Nonunacosaseria

2 commenti:

Barbapapà ha detto...

Il viale del tramonto di Pansa è sempre più avvilente.

Giorgio ha detto...

Unica nota positiva: ora almeno è trasparente, scrivendo su Libero.