giovedì 19 maggio 2011

Andrea Tarquini da Berlino: un nuovo grande interprete del Novecento.

Matteo Bordone, sul suo blog, ha demolito il corrispondente republicones da Berlino Andrea Tarquini in una lezione.

Leggete qua sotto. E' un po' lungo ma ne vale davvero la pena (e va da sè che il pezzo di AT è candidato di default al PPR-, vero Barbapapà?):

L’altro giorno ho letto un articolo che non ci si credeva. Poi me ne sono scordato. Poi stasera tornavo a casa in motorino, devo avere visto un tram, non so bene, mi è tornato tutto su come una peperonata. Purtroppo l’articolo non è online, (adesso sì, è qui ndr) era su Repubblica di carta del 16 maggio. È di Andrea Tarquini, corrispondente da Berlino.
Amore e birra, festa mobile a Berlino la nuova movida adesso corre sul tram
Il pezzo racconta di una linea di tram che viaggia anche di notte, e collega molti quartieri dove ci sono locali, quindi ormai costituisce una specie di localino mobile a sé stante. Lo si usa per andare nei posti a divertirsi, e quindi ci si incontra un po’ a bordo, si fa casino eccetera, Naturalmente la cosa viene vissuta con la solita urbanità dai berlinesi — questo lo so perché lo so, non perché l’abbia chiesto a qualcuno, perché i mammamia sono sempre i nostri, figurati i crucchi di Berlino di cosa si possono scandalizzare — avvezzi alla vita moderna. Ma i farkasismi di Tarquini sono pronti a scatenarsi. E lo fanno da subito, dall’attacco.
Tennessee Williams ci regalò le emozioni della sua indimenticabile pièce “Tram che si chiama desiderio”, ma oggi a Berlino va per la maggiore un altro tram, un tram vero che ha cambiato ruolo: veicolo-culto della gioia e della voglia di festa dei giovani d’Europa.
Un pezzo su un tram non può che partire da Williams, così come un pezzo sul re deve citare King Kong: c’è la parola nel titolo! Nello specifico poi la pièce è talmente indimenticabile che si sbaglia il titolo, non è UN tram che si chiama desiderio, ma è tram  e basta, cioè il tram come concetto, come idea platonica, come mezzo di trasporto che si chiama sempre, in ogni sua forma, desiderio. Quale desiderio? Quello di festa dei giovani d’Europa. Nannini is in da house. E poi quel trattino tra veicolo e culto. Mah. Va be’. Andiamo avanti di qualche frase.
Ogni weekend, quel “giallo e allegro verme metallico snodato”, come lo ha battezzato qui il popolo della notte, subisce una metamorfosi: ci si sale per raggiungere discoteche e locali, ma sempre di più per festeggiare a bordo.
Ecco. In tedesco ci sono i composti, e forse quello è un composto, un parolone lungo che in italiano va trasformato in frase. Risulta però difficile che qualcuno possa credere, in Italiano, che quello sia un modo affettuoso per definirlo, soprattutto alla luce dell’aria pascoliana data dai due aggettivi prima del sostantivo. Ma qui il punto è un altro. Il punto è, gente, che è tornato e non ce ne eravamo accorti. Era dai tempi dei morti della Love Parade che non ne sentivamo parlare: il popolo della notte non si è estinto, perché è a Berlino, e vive sul tram giallo serpente festa birra!
Il partytram, quasi una generazione dopo la caduta del Muro, è diventato un luogo-simbolo della Berlino giovane. Un luogo sempre in viaggio, appunto: non si ferma mai, come la città.
Un pezzo su Berlino che si rispetti, essendo il 2011, non può non citare quell’evento storico del 1989, di portata europea, per tutti fondamentale. Eh. Soprattutto significativo quando si parla di un «luogo-simbolo», dove simbolo non è una normale apposizione, no no, è proprio un composto col trattino, tipo «cane-guida». La città comunque, con grande soddisfazione da parte di Liza Minnelli, non si ferma mai. Segnatevelo.
E il tranviere di notte s’è abituato a guidare sui binari il “verme giallo” attento e impassi- bile, anche se alle spalle della rituale scritta “Non parlare al conducente” ha rock a tutto volume, petting, balli, grida felici e alcol a fiumi.
Echi di Liliana Cavani vestono il tramviere con le bretelle e il cappello da ufficiale nazista, mentre il rock è a tutto volume, si fa del petting, che non si capisce se solo lingua e toccate di tette o anche pompini, per dire, e poi le grida felici, di giubilo, libiamo libiamo, fiumi di alcol.
L’articolo prosegue, racconta del percorso del tram, da un quartiere all’altro. E poi…
Prendere il tram per andarci, da occasione iniziale, è diventato pretesto: il verme giallo è il locale mobile. Chi poi vi scende e va alla disco, continua a bere, ballare, festeggiare e far petting risalendoci per il viaggio di ritorno.
Voi pensavate che il quotidiano dei giovani non fosse al corrente di tutto il gergo dei ragazzi. E invece no. «Sala da ballo» ora si dice «disco». E se tu vi scendi, al quartiere, tipo che arrivi a Kreuzberg e decidi di scendervi, come tutti, salirvi, andarvi, tornarvi, insomma fai un po’ come ti pare, ecco che al ritorno scattano altre leccate di figa e festeggiamenti. Per non dimenticare pretesto, senza articolo, così misterioso e altero.
Vi giuro che ce n’è ancora, ma non posso riportare tutto il pezzo. Solo il finale e degli extra, dai.
Finale:
La Germania, che in economia corre cinque volte più di noi, sa anche divertirsi.
Dove è chiaro l’intento di riportare un discorso così frivolo sul piano sociologico e macroeconomico. Mi sembra il minimo. Se no sembra che si sia scritta una sciocchezza su quel pazzo giallo folle vermazzone di tram desiderio del popolo della notte che vi petta. Eh.
Decorano questo pezzo quattro fotine di quartieri di quattro città europee, con tanto di didascalia. chiudo così, pregandovi di fare attenzione a questo nuovo grande interprete del Novecento, e ai futuri reportaggi che scriveravvi.
PARIGI La Rive Gauche resta il cuore della movida, ma la notte è frizzante anche nei lungo Senna
BRUXELLES Eventi di massa il Piknic Electronik a Parc Royal o gli Aperos Urbains in centro
MADRID Ritrovi più amati dai giovani: il quartiere gay de la Chueca, Plaza 2 de Mayo, Malasaña
ROMA A Campo de’ Fiori e a Trastevere i luoghi di ritrovo della movida romana

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so cosa sia più divertente; se il pezzo di Tarquini, il commento di Bordone o il post di PPR.

Barbapapà ha detto...

Leggo Bordone sempre con gran piacere.
In questo caso, però, mi pare si sia accanito eccessivamente verso Tarquini, trattato alla stregua di Alessandra Farkas, corrispondente dagli Usa del Corsera e bersaglio abituale di Bordone.
L'articolo, che Tarquini ha molto probabilmente ripreso dalla stampa locale, non è memorabile e non merita tutto questo (divertente) sforzo analitico.

Riguardo al PPR-, a me non pare una forte candidatura ma, come sempre, lasceremo la parola ai blogger.

Anonimo ha detto...

D'accordo con Bordone, ma il titolo del film e del dramma l'articolo ce l'hanno, in italiano e in inglese: "Un tram che si chiama Desiderio" (A Streetcar named Desire)

Anonimo ha detto...

@anonimo: quindi bordone ha ragione...

Anonimo ha detto...

se sei tu il porco che ha scritto "Un film e un serial tv accusati di revisionismo La tv pubblica tedesca scatena polemiche", sei solo un ebbreo mizerabile e bugiardo. Mi fai schifo!

Anonimo ha detto...

Ma perche' tutta 'sta invidia? vuoi farlo tu il pezzo?

Anonimo ha detto...

guardate che roba questo di articolo

http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/29/news/germania_stella_di_david_su_un_maiale_comunit_ebraica_contro_roger_waters-65514726/

Anonimo ha detto...

questo invece? un serie di inesattezze da far rabbrividire....

https://www.repubblica.it/esteri/2020/04/11/news/svezia_lockdown_errore_premier_contagi_coronavirus-253786347/?ref=RHPPLF-BH-I253798132-C8-P3-S5.2-T1