sabato 14 maggio 2011

Un cuneese a Milano.


Erano settimane, anzi mesi, forse anni, che Giorgio Bocca non scriveva più un pezzo così bello (PPR+?). Che inizia così:
La "moderata" Letizia Moratti che affonda i denti su Pisapia affilati dalla lama di una falsa accusa mi ha fatto riflettere sulla Milano della mia vita, i suoi cambiamenti, il suo diventarmi straniera. Chi arriva a Milano da Torino, insomma da Ovest, vede alla sua sinistra due torri color cioccolato, una dritta al cielo e una storta come quella di Pisa. Perché? L'unica ragione di chi le ha costruite è che la gente si chieda il perché, dato che anche in quella pendente i piani abitativi sono orizzontali.
POI chi entra in città per uno stradone a curve larghe va per il paese delle meraviglie balorde: edifici colossali a triangolo, a rombo, tanto per stupire, e ci si chiede perché nell'era moderna migliaia di persone vi si debbano rinchiudere nelle ore di lavoro. Per cominciare Milano è questa, una città come le altre città moderne dove fra le casee chi ci abitae lavora non c'è più un rapporto logico, naturale, di bisognie di utilità, ma una pretesa ridicola di apparire creativi, originali, ultramoderni.
E prosegue qui.

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