martedì 24 maggio 2011

Un massacro.


Oggi su Repubblica è uscito un insulso pezzo su come ci si deve vestire sul posto di lavoro. 

A Largo Fochetti hanno pensato di riproporlo anche sulla pagina Facebook di Repubblica e dai primi commenti arrivati non è stata una grandissima idea.

Alessandro ...ma parlare di cose serie?

Cristiana Pensa a come ci siamo ridotti! Poi ci lamentiamo ke la società va male! Ma pensiamo alle cose ke contano davvero, non al look, ai tacchi alti e al modo di muoverci! Parla un'insegnante ke a tutto deve pensare la mattina quando va al lavoro, tranne che al look! Mamma mia come siamo messi male!...

Giuliana che tristezza!

Federico ma manco a studioaperto

Alessandro Un bel chissenefrega?

Barbara Ma andate al diavolo! Lei, voi, i tacchi e le stringhe!

Elisa notiziona!

Valentina tanto per alimentare un altro po' di sessismo...

Giovanni Francamente continuo a non capire certe derive di Repubblica.

Nicolò Con tutto il bene che voglio a Repubblica: ... ma perché occuparsi di queste stronzate?!

Starbat ma vaffanculo

Lavinia ma quanti luoghi comuni.....mah.......

Larry Puttanate

Diego stronzate.

Barbara Questa e' pura e semplice pubblicita' ad un libro che, 9 su 10, non vale una beata cippa. Ci scommetto. Quello che accade realmente negli ambienti di lavoro e' tutt'altra storia. Altro che scarpe.

Cinzia condivido il pensiero dei tanti: ma va ffanculo.........

Antonio Trattare il lettore da demente.

Graziella Possiamo inserirlo nell'elenco del chissenefrega?

Federica Ma questo sarebbe il livello del giornalismo di Repubblica? Una serie di banalità che nemmeno su "confidenze" di trent'anni fa? La qualità degli articoli di Repubblica sta peggiorando di giorno in giorno e mi viene da chiedere - visto che il giornale continua a pubblicare fuffa come questa - chi siano i lettori medi di Repubblica. Sembrano articoli scritti da e per fighetti figli di papà, conformisti

8 commenti:

Frank57 ha detto...

A questo punto si tratta del PPR- dell'anno.

Uccio ha detto...

Concordo con Frank57.

Barbapapà ha detto...

Difficile non essere d'accordo con Frank. Siamo ad uno dei punti più bassi di R2.

Mi piacerebbe sapere dai nostri amici Rastignac e Vecchio Lupo come mai la selezione degli argomenti trattati su R2 sia così spesso di infimo livello. Al riguardo, basta farsi un giro nel nostro sondaggio mensile PPR- per apprezzare la "qualità" dei temi trattati in quella sezione.
Si ritiene, in forza di qualche analisi di marketing o focus group o intuizione giornalistica, che questo è ciò che chiedono i lettori di Repubblica?

A me che questa aria fritta venga pubblicata on-line interessa relativamente, ma sul cartaceo questa roba non può essere pubblicata.

Carmen ha detto...

Io mi sono fermata a questa frase: "Chi invece indossa scarpe comode, soprattutto se in sala riunioni, è destinata a perdere nel duello con la collega dal tacco a spillo perché, quest'ultima, dimostra di non temere il sacrificio nella scalata al potere."
Mi ha ricordare la Santanchè che qualche tempo fa difendeva i suoi tacchi a spillo con argomenti simili.

@Barbapapà, sono d'accordo fino a un certo punto, un articolo indegno di apparire sulla versione cartacea non andrebbe nemmeno pubblicato sul web. La pagina web dovrebbe rispecchiare la linea del giornale sfruttando la multimedialità che offre il mezzo, che è poi la linea attualmente seguita da Repubblica. Il problema è questa deriva insulsa che delude lettori affezionati senza guadagnarne dei nuovi e che temo che Repubblica potrebbe pagare caro a lungo andare.
Ci sono molti esempi, quasi tutti all'estero, di giornali che non seguono questo cammino, alcuni, vedasi "Die Zeit" hanno anche migliorato la loro posizione, a dispetto della crisi.

Barbapapà ha detto...

Carmen, in linea di principio condivido in pieno quanto hai scritto.
Nella pratica, sono consapevole che le logiche imposte da internet (leggi: necessità di attrarre visitatori con quel che consegue pubblicitariamente) possano richiedere apertura ad argomenti minimali. Anche se dovrebbe evidentemente esserci un limite anche lì in termini di qualità minima.

Rimango però convinto che l'autorevolezza e la credibilità del giornale debba partire dall'edizione cartacea e da lì irradiarsi verso l'edizione on-line. Se già sul quotidiano diamo sistematicamente spazio all'aria fritta è difficile poi che l'edizione on-line riesca ad emanciparsi dal diffondere questo nulla assoluto.

Abbiamo sempre detto che l'unica strada percorribile per i giornali per non farsi travolgere da internet è la qualità dell'informazione, come propugnato da Rupert Murdoch.
Mi pare che a Largo Fochetti manchi un po' di consapevolezza sul tema. O forse c'è, ma manca del tutto una traduzione coerente nel lavoro quotidiano.

Enrico Maria Porro ha detto...

Cartaceo e online hanno due target di riferimento diversi. Il giornale, per esempio, i giovani non se lo filano, preferendo andare sul sito. e per tenere buoni i lettori, il sito deve necessariamente pubblicare la fuffa che piace a loro.

gpp ha detto...

caro GFS, per una volta non sono d'accordo con la tua considerazione sui giovani che "il sito deve necessariamente pubblicare la fuffa che piace a loro".
Non credo a questa generalizzazione. Mio figlio 19enne è un rompicoglioni incredibile, credi, ma sa distinguere la fuffa dai contenuti, e ogni tanto mi dà una lezioncina da abbassare la cresta. E poi, adesso che dovrà votare per i referendum (se ci saranno), mi chiede lumi su cosa deve fare e un minimo di discussione "politica" su temi che non siano le meraviglie dell'iPad / iPod eccetera riusciamo a tenerlo in piedi.
Non so se hai figli, e di quale età, ma credimi, per me è un gran successo in questo ventennio.
Mi sa che la "fuffa" piace più agli over40 rampanti.

Anonimo ha detto...

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