LA REUNIO - Giovedì 5 maggio 2011 (durata 19:04)
Berlusconi nel titolo: no.
Ce ne sono due alla destra (evangelicamente, citando Rastignac) del Diretùr: la mora Anna Bandettini e la bionda Valentina Desalvo (grazie Rastignac). Ma da oggi è caccia all'accendino rosso (che non c'è più).
0'49” Antonio Scuteri ha accanto al desk una graziosa minipoltrona portaoggetti, al momento vuota.
0'58” Livio Quagliata, nel solito raffinato gilet viola, sarà il protagonista silente della Reunio odierna, sebbene in seconda fila. Compulsa avidamente (lo invidiamo) la mazzetta da cui spunta perfino il Giornaledifamiglia. Al 3'28” legge La Stampa (foto), continuando fino al 5'04”. Poi (5'47”) passa al Nemico (per dovere professionale, s'intende).
1'08” La prima pagina in bacheca. Il Diretùr (1'15”) cita – accennando lo sfoglio e vellicando il nostro feticismo – Juan Cole, storico del Medio Oriente, a proposito della vexata quaestio sulla mancata pubblicazione (per ora) delle foto di bin Laden.
All'1'57” La giovane bionda Tiziana Testa con felice abbinamento di colori, sbatte irrequieta una penna. Con giornale e blocco degli appunti, le armi del mestiere, ci appare come il manuale vivente della perfetta giornalista. Il tutto si svolge alle spalle di un ignaro Dario Cresto-Dina, il vicediretùr impegnato nella lettura dei giornali.
Al 2'03” ricompare, dopo lunga assenza, il messo-distributore che viene inseguito dalla telecamera durante l'intera circumnavigazione del tavolo. Al 2'11” procede imperioso spizzicando i fogli e solo al 3'01” esce di scena: grande one man show.
2'30” Primissimo piano per Giancarlo Luzi che sarà molto impegnato oggi.
Il Diretùr cita ancora Federico Rampini per la sua intervista di lunedì scorso, mentre l'attenzione dell'altro vicediretùr Gregorio Botta (3'10”) viene attirata da un'agenzia di stampa (forse).
Ma sta arrivando il momento clou della Reunio odierna. Al 3'30” il Diretùr si rammarica di doversi occupare di una “miseria italiana”. Con pacatezza e lucidità si richiama all'impressionante paginata (foto sotto), una lunga intervista, destinata dal Nemico alla figlia di B..
Il tono si alza appena di pochi decibel sulla parola “chiunque” e la conclusione è mirabile: “Di cosa stiamo parlando”. La classe non è acqua, insomma.
In tutto questo eccolo là, dietro la sua colonna, il nostro amato Mastrojack.
4'25” Un trio in un'inquadratura: Marco Patucchi, Giuseppe Smorto e Antonio Scuteri.
Mentre l'argento crinito Carlo Chianura tratta di politica interna, al 5'07” (sono le 11:30) arriva Massimo Giannini con la sua mazzetta ancora intonsa.
Subito Dario Cresto-Dina si alza e lo raggiunge. 5'31” Il Diretùr chiede notizie sull'accendino a Valentina Desalvo. Al 6'09” qualcosa attira l'attenzione Di Livio Quagliata in viola. Resta il mistero.
Marco Patucchi si è fatto un giro dal parrucchiere: la barba è curatissima.
Al 6'29” il Diretùr si volta, perché lo hanno avvertito che è arrivato Massimo Giannini (c'è fermento oggi per la sua partecipazione in serata ad “Annozero”).
Giancarlo Luzi, al 7'38”, incontra il padre nobile, Massimo Riva, in uno degli angoli più belli della redazione, accanto alla libreria illuminatissima dal sole romano.
E Luzi utilizza bene un pezzo da 90 come Riva, elegantissimo nell'abbigliamento. Bella la fantasia della cravatta. Chiarezza espositiva ed efficacia sono tanto valore aggiunto e la conclusione è da applausi: “Produrne 50mila di Maserati è facile, vorrei vedere come le vendono 50mila Maserati”.
Agli esteri c'è Lucio Luca, alle sue spalle Giuseppa Cerasa colto (9'34”) in un curioso atteggiamento, mentre legge il giornale con una stanghetta degli occhiali a mezza bocca.
Due telefonate di Luzi: la prima con Alberto Flores D'Arcais inviato ad Abbottabad, un inviato di serie A. Durata: da 11'34” a 14'46”. Ci sembra troppo.
La seconda con Roberto Saviano in occasione dell'uscita domani del film “Tatanka”, tratto dal suo libro “La bellezza e l'inferno”. Qui la durata è maggiore: da 15'00” a 18:48. E se prima era troppo...
Invece non sarà mai eccessiva la rosa del giorno che lasciamo oggi a Tiziana Testa, sicura giornalista in carriera.
Visto, si stampi.
Frank
8 commenti:
Scusa Frank, ma perché lo scrittore Antonio Scurati doverebbe lavorare a Rep., lui che perdipiù scrive sulla Stampa? Non è che intendi Antonio Scuteri? O esiste uno Scrati anche a Rep.?
Ops, Gabriele, verissimo. Grazie.
Evidentemente il lapsus mondiale Obama-Osama mi ha contagiato. Confermo che si tratta di Antonio Scuteri.
Beh, se posso dire la mia, non ne posso più di gente che al termine di un discorso sbotta "Di che cosa stiamo parlando?". Viene da rispondere: se non lo sai tu, pirla. Secondo me è gente che vede troppi film e telefilm americani in cui dove i personaggi parlano il doppiaggese, quella strana lingua basata sull'inglese tradotto alla lettera, e dicono frasi come "Amico, non so di cosa stai parlando, unisciti a noi, scoliamoci un paio di birre". Finchè è un personaggio da telefilm che parla in questo modo cretino passi (anzi no, ma non ci posso fare niente se non tirare cuscinate al televisore), ma se ci sono autorevoli personaggi da dibattito che sbottano in questo modo cretino (insieme a quelli che dicono "e quant'altro" e "piuttosto che" nel senso di "oppure"), allora un bel "ma vai a cagare" se lo meritano. Anche se sono dei diretùr.
La stanza più bella, per inciso, è la stanza del padrone di casa, il diretùr: noblesse oblige!!!
Rastignac
Standing ovation per Fabio P. Doppiaggese è bellissimo, anche se credo che l'espressione il diretùr l'abbia mutuata da Grillo.
Mi consola leggerti, alcune espressioni mi risultano astruse (aggiungerei alla tua breve lista l'assolutamente si)e sempre temo di aver dimenticato l'italiano.
Una curiosità, voi di Repubblica che venite a commentare qui non temete ritorsioni?
Grazie Gabriele per la precisazione su scuteri. in realtà il lapsus è mio, frank non conosceva il nome della persona in questione e ha chiesto aiuto a me che a mia volta, evidentemente, non conoscevo il nome esatto.
@Rastignac, non ne dubitavo, ma sarà possibile vederla un giorno?
@Fabio P., mi unisco agli applausi di Carmen. Tra l'altro quel: "Di che stiamo parlando?" si adopera anche senza punto interrogativo, come appunto fatto dal Diretùr (e che ho sottolineato con una sfumatura ironica).
Le espressioni che hai elencato denotano, tra l'altro, una considerazione sempre più scarsa della nostra bella lingua.
A Carmen faccio notare che esiste anche l'assolutamente, senza sì, che equivale appunto all'affermazione positiva e che viene usato in risposta ad una domanda. I templi migliori sono i dopopartita con interviste ad allenatori e giocatori. Ma anche i salotti televisivi e i colloqui informali confermano il distacco notevole tra regole grammaticali e parlato. Tutto verso una consunzione irreversibile.
Sarebbe interessante un post sull'argomento traendo spunto da una qualsiasi trasmissione televisiva.
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