lunedì 20 giugno 2011

La Busiarda, il Guardian e una proposta al nostro amato Diretùr.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
finchè Calabresi durerà La Stampa continuerà ad essere un bel giornale. Io continuo a comprarlo per affetto e legami cittadini (la cronaca di Torino del giornale,  non ha eguali, mentre quella di Rep è ignobile: pettegola, superficiale, zeppa di errori o per lo meno di grosse sviste).


Ieri nella pagina dei commenti de La Stampa c'era un interessante articolo del corrispondente da Londra (Andrea Malaguti) che - al contrario di quelli di Franceschini - si occupava di argomenti interessanti e "caldi": i giornali e il web.

Il direttore del Guardian dice di rendersi conto che tutti i lettori del giornale dal lunedi al venerdi lo prendono in mano alle 9 di sera. Questo significa che le breaking news sono già state consumate. Quindi il cartceo per sopravvivere con successo si deve trasformare e produrre informazione "resistente" (parole sue).

"Il sito informa, il giornale spiega. Il primo lavora in larghezza, il secondo in profondità."
A me sembra un ragionamento molto sensato.

Perchè non lanciamo una provocazione al nostro amato Diretùr indicandogli la via per battere la concorrenza anticpando i tempi?

Un sondaggio tra i lettori (oramai cospicui) di PPR? Dove volete che vada il giornale cartaceo? (abbiamo già appurato che a noi piace e non potremmo mai rinunicare alla carta). Quali metamorfosi attuare non solo per non perdere lettori e fatturato, ma anche per aumentarli con un 'offerta unica: il famoso motto LE NOTIZIE SEPARATE DAI COMMENTI. Sarebbe un gran bel passo avanti verso un nuovo "new journalism".

Grazie per il lavoro che fai quotidianamente..
Saluti

Cristina

Cara Cristina, è un caso che tu abbia citato uno slogan molto simile a quello che coniò Lamberto Sechi, mitico giornalista scomparso proprio oggi?

Nella foto, la cronaca cittadina della Busiarda in stile vintage.

6 commenti:

Carmen ha detto...

Cristina,
nel mio caso you're preaching to the converted. E anche a Repubblica ci saranno persone che sognano il giornale che descrivi. Purtroppo questa conversione a un giornale di riflessione richiede coraggio e l'assunzione di rischi notevoli. Una scommessa che varrebbe la pena fare, all'estero ci sono esempi confortanti, non solo The Guardian, El Pais, die Zeit, giornali "austeri" che non vanno poi tanto male.

Occam ha detto...

Mi rivedo nel lettore "serale" del Guardian, bombardato dal giorno prima con le news che poi si ritrova su carta ore e ore dopo. Eppure, Rep. mi basta anche così com'è fatta, c'è sempre qualcosa in più rispetto ai 30 secondi in radio e al minuto e venti della tv, ma anche rispetto al profluvio di materiale riscontrabile in rete (spesso la matrice è unica: dunque quelle 30 righe non variano di sito in sito). Non sono un nostalgico o un passatista, tutt'altro, ma senza il cartaceo non capirei davvero niente di quello che mi viene propinato a getto continuo.
È sempre un piacere godersi un commento, un approfondimento, un'intervista d'appoggio e persino un grafico: per questo e altro non smetterò mai di prediligere la carta frusciante, e Rep. in particolare - non parlo qui da feticista ma da lettore incallito, anzi ipertrofico - credo faccia degnamente il proprio dovere.
Con molta onestà devo dire che facendo il raffronto, spesso Busiarda e Nemico ci battono (ieri ad esempio bella paginata di Magris su Ernesto Sabato e bel botta e risposta Coppola-Sideri sul Corsera; il sabato il solito inserto Tuttolibri della Stampa di altissima qualità... ma tutta la settimana è così, e che bello!): vedo nella concorrenza sana e nella facoltà di scegliere, due fra le più grosse libertà ancora da esercitare nella nostra martoriata Italia, o no? Troppo buonista?

Anonimo ha detto...

ragazzi una segnalazione: oggi il "Nemico" si è superato: un articolo che è un grande monumento al supremo capo indiano Estiquaatsi: http://www.corriere.it/spettacoli/11_giugno_20/cantante-tormentone-francia_46863764-9b3d-11e0-b9a7-5cbc176a671d.shtml

Peppo

Anonimo ha detto...

A me la Stampa sembra scandalosa

Barbapapà ha detto...

Cristina, sfondi una porta aperta. In questo blog chiediamo da tanto tempo un cambio di impostazione del giornale.
E' sufficiente scorrere le candidature proposte ai PPR- nel corso del tempo per individuare alcuni dei punti deboli del nostro amato foglio.

Per il resto, concordo con Occam quando scrive che "senza il cartaceo non capirei davvero niente di quello che mi viene propinato a getto continuo".
Anch'io, poi, mi trovo di frequente ad essere un lettore serale e devo però osservare che quella lettura tardiva mostra ancor più le debolezze del giornale perché ci si rende conto che una parte cospicua di quanto pubblicato è inutile. E non a causa della naturale deperibilità della cronaca, ma della irrisorietà dei temi affrontati.

Infine, ha ragione Carmen quando osserva che il cambio auspicato da Cristina richiederebbe una dose di coraggio enorme perché il rischio di perdere appeal pubblicitario probabilmente è troppo elevato. Rimane però l'evidenza di un trend diffusionale strutturalmente in calo che andrebbe contrastato diversamente, con un'informazione di qualità anzitutto.

Anonimo ha detto...

E' proprio un genio questo qui del Guardian: sono cose che io sento dire da almeno una quindicina d'anni