Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.
Buona lettura e buon voto!
Antonio Dipollina, rubrica Canal Grande del 2 aprile La pornografia in prima serata e commento del 20 aprile Sei mesi di liti e corna per chi ha tempo da buttare. Doppia candidatura per il brillante critico televisivo di Repubblica: nella prima ci regala un’esilarante disamina del programma Top Secret dedicato alla pornografia. Dipollina ha l’accortezza e il buon senso di seppellire sotto una spessa ed efficace coltre di ironia la povertà assoluta di certi programmi televisivi senza menarla troppo per le lunghe con superflue ancorché dotte analisi. Con frasi del genere: “Puntata di durata chilometrica, in palese contraddizione con i tempi di utilizzo della materia da parte delle folle.” Oppure: “Riscontro Auditel scarso, il grosso del pubblico di riferimento stava al computer ad approfondire la materia per fatti propri.”. “Standing ovation” (Barbapapà). Nel secondo commento sintetizza brutalmente la chiusura dell’interminabile edizione del Grande Fratello: “In versione sei mesi, il Gf non è più nemmeno tv della modernità o evoluzione del reality, è un modo per passare il tempo - intanto le conduttrici fanno giustamente altro, tipo restare incinta - e tirarla lunghissima allo stesso costo di partenza. Tutto qui, a meno di non voler dedicarsi a capire cosa è successo nella Casa, chi ha vinto...”. “uno dei migliori Dipo di sempre” (Occam)
Maurizio Crosetti, articoli del 7 aprile Un lampo di Rooney piega il Chelsea e del 16 aprile Le sette vite spezzate che hanno sconfitto l'azienda.
Doppia menzione per il grande Crosetti. Nel primo articolo, con addosso i panni abituali del cronista sportivo, ci regala una memorabile cronaca del match Chelsea - Manchester United. “Da un racconto infarcito di "crosettismi", questa deliziosa chicca vintage sul calciobalilla.” (Frank57). Nel secondo articolo, a commento della sentenza di condanna della Thyssen Krupp per la morte di sette operai, Crosetti si sofferma con sguardo dolente e compassionevole sui volti e le esistenze spezzate delle vittime di quella assurda tragedia. “Le sette facce ci guardano, e sembrano ancora più piccole dentro le fotografie sui giornali come al cimitero, minuscoli visi sconfitti, ma ieri sera vincitori. Perché succede una volta ogni milione di anni che i sommersi possano vendicarsi sui salvati, e riescano a ottenere giustizia.”. “Da PPR+ assolutamente per il trasporto civile, la partecipazione sentita, accorata, il senso di condivisione che trasuda da ogni frase. La conclusione, poi, è struggente.” (Frank57)
Gianni Mura, rubrica Sette giorni di cattivi pensieri del 10 aprile Giustizia ottusa per sportivi zombie dedicata all'increscioso episodio di razzismo di cui è rimasta vittima a Como la cestista Abiola Wabara. Ancora una volta Mura è in prima fila nel condannare fermamente ogni forma di razzismo, che pure continua a trovare negli stadi palcoscenici sempre ospitali. Menzione d’onore per l’articolo del 15 aprile Inno al maiale, un divertissement riuscitissimo in cui l’immenso Gianni declama il suo amore per il porco: “Maiali, li amai è un anagramma bugiardo, perché li amo ancora e li amerò sempre.”.
“Bello questo pezzo. Mi fa venire in mente certi passaggi del primissimo Celati, o il calembour linguistico di Bergonzoni.” (mmc). “Sublime Mura” (Frank57). “La sola cosa curiosa è che cotanto amore verso il porco porta alla sua morte.“. (Gabriele)
Giuseppe D’Avanzo, articolo del 12 aprile La finzione di Berlusconi in aula "I pm lavorano contro il Paese". La “storica” comparsa di Berlusconi in un’aula di tribunale viene celebrata dal giornale con una maestosa cronaca dell’investigative journalist per eccellenza. Un racconto che serve, una volta di più, a delineare la psicologia dell’uomo: nei sempiterni panni del primo attore, il Cav. esibisce il suo “io ipertrofico e il sentimento narcisistico di onnipotenza”. E la sua natura imbrogliona: “(…) quando gli capita di affrontare la realtà e di parlare di fatti si confonde, si contraddice, reinventa senza cautela, si autoaffonda.”. Non lo salva a quel punto neanche il mitico massetere, “muscolo della faccia, corto e solido, a ridosso della mandibola”, che Berlusconi controlla “come il dito di una mano” per esibire il suo perenne sorriso.
Eugenio Occorsio, lettera del 20 aprile "Figlio mio non dimenticare, ma senza odio". Il giornalista economico, figlio del magistrato ucciso dalle BR, scrive una lettera al proprio figlio che, indignato per la notizia della scarcerazione dell’assassino del nonno, aveva reagito auspicandone la pena di morte. Una lettera splendida, di altissimo valore morale e civile che andrebbe fatta leggere nelle scuole. “Alcuni passaggi sono da scolpire nella pietra.” (Barbapapà). "Occhio per occhio non è una regola, è l'opposto delle regole. Bisogna sempre impostare la risposta ai crimini anche più odiosi e assurdi entro i limiti della Costituzione, delle leggi, delle norme, che se fatte rispettare sono più che sufficienti a comminare punizioni giuste e mai eccessive, nulla che sappia di vendetta. Il tutto in un cammino di civiltà che non deve conoscere deviazioni.". E ancora: "La grandezza dello Stato, la tenuta delle istituzioni democratiche, si misura anche dalla capacità di non infierire inutilmente sui colpevoli.".
Carlo Bonini, articolo del 20 aprile Benvenuti americani, pagate i debiti una voragine nei conti della Roma. Incursione a sorpresa nello sport dell’altro grande giornalista d’inchiesta di Repubblica che rivela in esclusiva l’imperdibile due diligence sui conti della AS Roma effettuata dall’advisor dei venditori. Un documento che mette impietosamente a nudo la gestione generosa della famiglia Sensi, “Quale Paese dei Balocchi e fabbrica di "buffi", come a Roma si definisce il "pagherò", sia stata Trigoria in questi anni.”. Un esempio? I “402 contratti a tempo determinato firmati dalla società negli ultimi 5 anni (189 con pensionati), buoni evidentemente per retribuire un indotto di professionisti spesso dallo oscuro mandato.”. “Un grande scoop del quale si è parlato davvero molto nella Capitale e forse troppo poco a livello nazionale.” (Piazza Indipendenza)
Barbara Spinelli, editoriale del 27 aprile Il populismo che si nutre di ignoranza. Un’analisi profonda sull’affermarsi del populismo in Occidente come conseguenza della crisi economico-finanziaria. Un movimento che abbraccia la xenofobia (“Il rifiuto dello straniero, la designazione dell'Islam come capro espiatorio, la chiusura delle frontiere mentali prima ancora che geografiche”) e ha come nemico la “democrazia parlamentare, con il suo Stato sociale e la sua stampa indipendente”. La responsabilità è dei governi che hanno “sottovalutato l'enorme forza del risentimento. In parte perché non hanno spiegato quel che significa, nel mondo globalizzato, salvare il bene pubblico.”. E, soprattutto, perché non hanno spiegato la gravità della crisi e le implicazioni di lungo termine, tra cui spicca la necessità di integrare le giovani generazioni di immigrati per aiutare la crescita delle “senescenti società occidentali”. “Finalmente un intervento all'altezza della sua statura intellettuale, per lucidità e ampiezza di respiro. A mio parere il miglior pezzo firmato da Spinelli fino ad ora su Repubblica”. (Platon)
Lucio Caracciolo, commento del 27 aprile Il Presidente Zelig sulle mutevoli fogge che assume la politica estera del governo Berlusconi, tutte contraddistinte dall’assoluto desiderio di conformarsi supinamente ai desiderata del leader straniero di turno. Anche a costo di contraddire sistematicamente precedenti posizioni ufficiali del nostro Governo. Nel caso in esame, l’intervento in Libia, è il presidente francese il beneficiario. “Silvio Berlusconi non delude mai i suoi interlocutori. Tanto meno l'amico Nicolas Sarkozy. Contrasti sulla guerra di Libia? Rimpallo dei migranti alla frontiera di Ventimiglia? Insofferenza per l'istinto predatorio dei gruppi francesi in settori più o meno strategici della nostra economia? Avevamo scherzato.”: così Caracciolo apre il suo sarcastico commento. Si vorrebbe ridere, ma non è il caso.
Roberto Nepoti, recensione del film Nessuno mi può giudicare del 2 aprile. La zoppicante sezione cinematografica incorre in un nuovo scivolone ignorando per ben 18 giorni il film dell’esordiente regista Massimiliano Bruno, rivelatosi poi una delle sorprese della stagione (8 milioni di incasso). Alla fine si riesce a mettere una pezza che risulta però peggiore del buco: su R2Cult l’apprezzato critico Roberto Nepoti scrive una mini-recensione, con malcelato fastidio (forse perché imposta a furor di blog...) ed una certa sgradevole supponenza. “Nepoti, dopo aver stroncato il film dei Vanzina affibbiandogli due pallini, ha invece assegnato a questo film due pallini e mezzo. Come se lo scarto tra i due film fosse minimo. Forse sarebbe stato meglio proseguire nel silenzio.” (Barbapapà). “Molto fastidiosa la frase "il pubblico ama sentirsi buono", alquanto denigratoria nei confronti di coloro che hanno visto ed apprezzato il film” (Piazza Indipendenza).
Emanuela Audisio, articolo del 4 aprile I gol e la gioia sotto scorta l'amore di Barbara e Pato. Ogni tanto le mediocri corvée toccano anche ai nomi altisonanti del giornale. Il nostro amico Rastignac afferma che a lungo andare non ci si può sottrarre a certe chiamate, però noi feticisti fatichiamo ad accettare il fatto che il talento della grande Audisio debba essere sprecato per resocontare la vicenda amorosa di Pato e di Barbara Berlusconi. “Trattare il tema ci poteva stare, secondo me. Ma non con questa evidenza, né disturbando la Audisio. Che purtroppo ha reso oltretutto ancor più faticoso l'articolo con una elencazione inutile di storie simili.” (Barbapapà). “Proprio perché non c'era storia bisogna metterci le altri inutili non storie!” (Rastignac)
Marina Cavallieri, articolo del 5 aprile Rimandare Bollette, sport, medici perché rinviamo sempre. Al titolo non occorrere aggiungere altro. Solita, persistente e imbarazzante aria fritta di R2.
Francesco Bei, articolo del 5 aprile Tunisia, gelo fra il premier e Maroni Ma Bossi: sì ai permessi temporanei. Consueto scialo di risorse della sezione politica: il Presidente del Consiglio va in visita a Tunisi, ove già è presente un inviato (Giampaolo Cadalanu) a seguire le ben più rilevanti vicende locali, e il giornale manda al suo seguito un cronista politico per captare nell’unica giornata tunisina qualche chiacchiericcio che viene poi spacciato per indispensabile retroscena. E io pago…
Angelo Aquaro, articolo del 18 aprile Ecco come l’imbroglio diventa regola di vita. Fondamentale corrispondenza dagli States in cui Aquaro ci aggiorna, immancabili studi scientifici alla mano, sul perché l’uomo ama imbrogliare. Tema talmente rilevante per il giornale da essere richiamato in prima pagina...
Enrico Franceschini, articolo del 21 aprile Ecco perché un giorno da seduti cancella una settimana di palestra. Ennesimo contributo di spessore del corrispondente londinese, esegeta indiscusso di fondamentali ricerche scientifiche (Uno-Studio-Dice-Che). Leggendario l’inizio, già nel firmamento degli incipit di R2: "Fatti non foste a viver come bruti", scrive Dante nella "Divina Commedia". Ma nemmeno siamo fatti per restare sempre seduti, si potrebbe aggiungere sulla base delle più recenti scoperte scientifiche.“. Rimaniamo speranzosamente in attesa che a Franceschini torni la voglia e l’interesse a raccontarci la Gran Bretagna di Cameron.
Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.
Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.
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