24 AGOSTO
Panico da terremoto
E’ quello che ha colpito oggi la redazione di via Solferino a Milano. Il Nemico apre infatti il giornale con la notizia di un terremoto che ha colpito New York e lo paragona addirittura ad un nuovo 11 settembre. La notizia prende persino il sopravvento su quelle in arrivo da Tripoli e si prende di forza le prime due pagine del giornale. La cosa ci sembra esagerata (e infatti il giorno dopo non se ne parlerà già più sul Corriere) e quindi fa bene Repubblica a non citarla in prima limitandosi a riportare la notizia a pagina 22.
Cadalanu in Libia, la ciliegina sulla (sua) torta
Dopo Oslo e Tottenham, Giampaolo Cadalanu non è ancora sazio e decide quindi di rendere ancora più memorabile questa sua estate e partire per Zarzis, Tunisia, tappa di avvicinamento a Tripoli, come vedremo nei prossimi giorni. Intanto Meo Ponte è arrivato a Tripoli e ha così raggiunto Lorenzo Cremonesi del Corriere che viene venerato in prima pagina dal suo giornale con tanto di foto. Diciamo che se lo merita, essendo stato uno dei primi ad arrivare nella capitale.
Qualcosa di nuovo in prima pagina
E’ il titoletto di una nuova rubrica chiamata mercati & democrazia che esordisce oggi con un pezzo di Barbara Spinelli. All’inizio si pensava fosse il nome dato ai pezzi di Barbara, ma i prossimi giorni ci diranno che non è così.
Tra l’altro l’esordio della rubrica non è stato dei più felici. Infatti nel seguito del pezzo, a pagina 28, c’è un errore grafico: gli addetti all’impaginazione si sono dimenticati di scontornare il logo della rubrica e così il testo ci va sopra rendendo illeggibile sia logo che testo.
Conferme
L’apertura dello Sport di pagina 66 conferma quanto scritto da noi nei feticismi d’agosto pubblicati ieri. Ad Alessandra Retico viene infatti affidata la prsentazione del mese d’oro dello sport, tra atletica, boxe, volley, tennis e basket.
Da staccare e conservare
Bello l’inserto con la guida al campionato in allegato col giornale di oggi. Pezzi da non perdere di Mura, Romagnoli, Crosetti e di tutte le altre firme della redazione sportiva. Ci sono proprio tutti, ma manca una firma importante, quella di Enrico Currò. Come mai? Ferie? Speriamo che sia così. Altrimenti non sappiamo spiegarci la sua assenza.
25 AGOSTO
Rapiti
Il 24 agosto in Libia vengono rapiti 4 giornalisti italiani che si stavano recando a Tripoli, si tratta di Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, di Domenico Quirico della Stampa e di Claudio Monici dell’Avvenire. I tre quotidiani principali, Repubblica, Corriere e Stampa danno, com’è naturale, grande spazio alla vicenda. Il direttore del Corsera firma un editoriale dal titolo Guardateli negli occhi che inizia così:
Scriviamo queste poche note con l’animo schiacciato dall’ansia, ma con la speranza che tutto si concluda nel migliore dei modi, nelle prossime ore, forse già nella notte (e così sarà ndfs).Il quotidiano di via Solferino affida la cronaca della notizia a Fabrizio Caccia e ad Antonio Ferrari. Quest’ultimo apre così il suo pezzo:
Ai miei quattro colleghi sequestrati in Libia : “Coraggio, non mollate. Sappiate che avete la sola colpa di aver compiuto con onore il vostro dovere”. Due di loro li conosco bene, uno poco,; una, Elisabetta, è un’amica, anzi è la migliore amica che uno possa immaginare. Buona, seria, discreta, incapace di concepire l’egoismo, e soprattutto dotata di una penna decisamente superiore in un momento di dilagante mediocrità.Anche La Stampa ha un editoriale del suo direttore, Mario Calabresi, che ha un incipit toccante:
Domenico Quirico è un maratoneta , è abituato a lunghi silenzi e noi siamo abituati ai suoi. Accade perché vuole risparmiare le batterie del satellitare , perché sta seguendo una storia, cercare un contatto o perché non vuole dare nell’occhio. A marzo, per molti giorni ha vissuto rinchiuso in una casa di trafficanti di uomini, dietro la spiaggia tunisina di Zarzis, aspettando che il mare si calmasse, aspettando di partire insieme ad altri 112 alla volta di Lampedusa. Ventidue ore di viaggio su un barcone scrostato di 10 metri. Un viaggio silenzioso, con naufragio finale, per capire e raccontare cosa spinge migliaia di disperati a sperare un’altra vita. Così ieri non ci siamo preoccupati del suo telefono muto, fiduciosi che verso sera sarebbero arrivati il suo reportage e la sua voce.Niccolò Zancan e Francesco Moscatelli si occupano di raccontare nei dettagli la notizia.
Su Repubblica la notizia ce la racconta Omero Ciai, lui che per anni è stato l’americalatinista di Largo Fochetti e sa cosa significa lavorare come inviato lontano da casa e famiglia. Pietro Del Re, dalla vicina Bengasi, inizia così il suo reportage:
E’ una strada di colline dolci che corre lungo la costa, a circa tre chilometri verso l’interno quella che collega Zawiya a Tripoli, dove ieri mattina sono stati rapiti i quattro giornalisti italiani.Curioso che né Lorenzo Cremonesi del Corriere, né Mimmo Càndito della Stampa non citino la notizia del rapimento nei loro reportage da Tripoli. Forse ignari, anzi, probabilmente ignari.
Gli zebedei dell’11 settembre
Per la gioia di Fabio P. l’apertura odierna di R2 è dedicata ad un lungo racconto di George W. Bush (raccolto dal regista Peter Schnall) sulle tragiche 24 ore che hanno sconvolto l’America.
Ciellini
Salgono a tre i republicones inviati al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini. Dopo Rosso e Marozzi, arriva anche Paolo Griseri.
Visti di rado
Segnaliamo i pezzi di Mario Diliberto da Taranto in cronaca e di Federico Capitoni da Bolzano che si prende tutta la pagina d’apertura con un’intervista alla pianista Martha Argerich. Mario e Federico si affacciano raramente nelle pagine nazionali e così siamo felici di segnalare i loro pezzi di oggi.
Campionessa del mondo
Non abbiamo altro titolo per presentare la regina dello sport di Largo Fochetti, Emanuela Audisio, che è volata in Corea del Sud, a Daegu, per i campionati del mondo di atletica leggera. Ne leggeremo delle belle.
26 AGOSTO
Liberati
I quattro giornalisti rapiti il 24 agosto sulla strada per Tripoli sono stati rilasciati. Curiosa la discrezione del Corriere che sceglie di non urlare il lieto evento ma di riportarlo a metà della prima pagina. In compenso ci regala un emozionante racconto di due pagine dei due corrierones rapiti, Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina. Nella pagina successiva, gli stessi Rosaspina e Sarcina descrivono nei dettagli la dinamica che ha portato alla morte del loro autista in occasione del rapimento. Repubblica affida invece la notizia alla penna di Giampaolo Cadalanu che nel frattempo è arrivato a Tripoli. La vicenda dei quattro giornalisti rapiti ha inevitabilmente dimezzato la presenza di inviati del Nemico e della Busiarda in Libia. Repubblica si ritrova così ad essere il giornale italiano con il maggior numero di inviati in Libia. Ma è un record triste.
Stefano Lavori
Repubblica e Corriere dedicano entrambi due paginate all’uscita di scena del fondatore della Apple Steve Jobs, dopo quarant’anni di onorata carriera. Il Nemico si affida alla penna dell’anglosassone Beppe Severgnini, mentre Repubblica coinvolge gli americani Rampini, Aquaro e Zampaglione. Come già segnalato da Fabio P. in un recente post, sia Severgnini che Rampini attribuiscono a Steve Jobs l’invenzione della Pixar, ma così non è.
Gomito fratturato
A pagina 16 leggiamo in un trafiletto che Umberto Bossi si è fratturato un gomito. E’ caduto dal letto? E’ scivolato? No, sono state le maledizioni del comunista Rodolfo Sala e dell’altro cornuto del Corriere. La vignetta qui sotto è tratta da Il Secolo XIX
Il ritorno di Celestino
Riecco spuntare Walter Veltroni che scrive una lettera (email?) chilometrica a Largo Fochetti che gliela pubblica fino all’ultima battuta occupando così tutta la pagina 19.
Paiolo d’Oro
Il terzo Paiolo d’Oro dell’estate va a Valentina Conte che da qualche giorno si sta sbattendo come una matta per cercare di spiegarci le diavolerie che si sono inventati Berlusconi e Tremonti nella ormai celeberrima manovra d’agosto.
Buona la seconda
Seconda apparizione della nuova rubrica chiamata mercati & democrazia. Stavolta i grafici hanno fatto il loro dovere e il logo adesso è scontornato e non fa a pugni con il testo, come è accaduto due giorni fa nel pezzo di Barbara Spinelli.
Viva i lucchetti
Nella rubrica delle lettere, il lettore Cristian Camillo non è d’accordo con Francesco Merlo che il 23 agosto aveva chiesto di rimuovere i lucchetti dell’amore da Roma e da Venezia. Ecco un passo del Sig. Camillo:
I lucchetti saranno anche invasivi e frutto di uno stereotipo, ma Venezia necessita di cambiamenti che non siano solo quelli di un famoso architetto, ma anche di coloro che vivono e abitano nel cuore la città.
Il quarto ciellino
E’ Michele Smargiassi che raggiunge gli altri tre evangelisti al Meeting di Rimini.
L’uragano Aquaro
New York è in fibrillazione per l’arrivo del temuto uragano Irene. Chi meglio del nostro caro Angelo poteva raccontarci come se la stanno passando gli abitanti della grande mela? Sentite l’incipit:
Anno 2011, fuga da New York.E sentite il finale:
2011, fuga da New York: sembra un film, e speriamo così sia.
E dall’altra parte dell’oceano
Mentre di là dall’oceano Aquaro ci racconta il nuovo Armageddon, di qua Enrico Franceschini è alle prese con un pezzo fuffa sul galateo per chi pranza in ufficio.
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