giovedì 8 settembre 2011

Feticismi di ieri.

Una rubrica per Bartez
E' con profonda gioia che annunciamo la nascita di una nuova rubrica di Stefano Bartezzaghi, tutta sua. Si chiama Anagramma. E come altro poteva chiamarsi secondo voi?


Bucchi resized
Dopo l'esagerazione di ieri, oggi la vignetta di Bucchi, per par condicio, è stata miniaturizzata.


Spinelli vs Tremonti
Strepitoso il pezzo di Barbara Spinelli in prima pagina (da PPR+). Chi ne esce peggio, oltre al solito cavaliere, è il ministro Tremonti, leggete qui:
La cultura estorsiva secerne i suoi habitués, per contaminazione. Fra essi potrebbe esserci Tremonti, il così imprudente, così stupidamente spavaldo uomo-chiave della crisi.
Gli stava vicino un ometto tracotante e avido, Marco Milanese: ma proditoriamente. Accusato di associazione a delinquere, corruzione, rivelazione di segreto, si spera che il Parlamento ne autorizzi l'arresto. Milanese aveva anche dato al ministro un appartamento al centro di Roma che Tremonti pagava in parte e senza fattura. Il perché resta oscuro. Il ministro ha detto che la Guardia di finanza lo spiava: cosa strana per chi della Gdf è capo.
Carlo Stanga, quando il lavoro paga.
Dell'illustratore Carlo Stanga ne abbiamo parlato spesso quest'estate per via delle sue meravigliose tavole che hanno accompagnato il racconto d'agosto di Paolo Rumiz in giro per l'Italia. L'ottimo lavoro di Stanga ora è stato ripagato da Repubblica che sembra averlo ingaggiato come collaboratore fisso. Infatti oggi nelle pagg. 42 e 43 c'è un altro suo (bellissimo) disegno.


Voyeurismi
Visto oggi nella sezione spettacoli.


L'altra faccia di Crosetti.
Come previsto Maurizio Crosetti si è già rotto di raccontarci il Giro di Padania. Oggi infatti c'è un pezzo di Sarah Martinenghi che più che raccontare la corsa racconta gli incidenti che la stessa ha provocato. Maurizio qualcosa l'ha però scritto sul GDP. Esattamente sul suo blog, svestendo gli abiti del cronista e indossando quelli del comune cittadino incazzato:
Sembrano pochi, invece sono tanti. Anche in Piemonte, dove vivo io. Odiano i neri, i terroni, gli stranieri. Giocano ai Celti con le spade di cartone, ma forse saprebbero usare quelle vere. Alcuni, come l’orrendo Borghezio, disinfettano le nigeriane sui treni; molti hanno lo sguardo vispo del Trota. Adesso hanno pure organizzato una pagliacciata di corsa ciclistica, chiamandola Giro di Padania (e il romanissimo Coni ha detto va bene). Sarebbe bello se l’altra Italia, quella vera, senza menare le mani ma sedendosi per terra sul percorso, non gli facesse finire neanche una tappa.

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