mercoledì 14 settembre 2011

La parola fine. Senza articolo.

«Anche questo giornale perde spesso l'articolo che, pur in minuscolo, compare nella testata: nel discorso si dice e si scrive spesso "Repubblica", senza "la"». 
Con questa chiusa di due righe al suo Lapsus odierno (R2, pagina 37), Bartez mette la parola "fine", senza articolo, alla lunga e appassionante querelle sorta tra noi Pazzi Per (senza la) Repubblica.

Occam 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E se lo dice "il" Bartezzaghi...

Andrea ha detto...

Nel discorso, come volesse dire: "Di norma dovrebbe essere preceduto dall'articola, MA nel discorso..."

fabio p ha detto...

Non mette fine a un ciufolo, io continuo a dire la Repubblica, con l'articolo. Fedele alla regola: se una cosa è scritta la si legge, se non volete pronunciarla non scrivetela.
Piuttosto, leggendo il pezzo, avrei voluto che Bartezzaghi mi spiegasse una cosa che mi chiedo dai tempi del liceo: perchè si dice "il" Manzoni, "il" Petrarca, "il" Boccaccio? Arrivati al Novecento, poi, basta: non si dice: il Pirandello, il Quasimodo, il Montale. Chissà. Ma ho visto che nel suo saggio sull'umorismo Pirandello parla di Mark Twain e dice "il Twain": mi ha fatto un po' senso.

fabio p ha detto...

A questo proposito, non so se cogliete la sottile differenza tra Bartezzaghi e "il" Bartezzaghi. "Adesso mi faccio il Bartezzaghi" è una frase che possono dire in molti, anche se non sono solutori più che abili. "Adesso mi faccio Bartezzaghi" lo può dire al massimo solo la signora Bartezzaghi.

gpp ha detto...

mia suocera si chiama Gina. a Torino.
Quando va a Milano a trovare dei parenti si chiama "la Gina". Ho notato che succede da Novara in su.
Bartez, scrivi un saggio su questa cosa, prenoto subito un paio di copie.