Una lettrice scrive una lettera lacrimosa su un tizio su cui si era fatta delle illusioni ma che adesso l'ha lasciata per stare con un'altra donna di cui è innamoratissimo bla bla bla. La triste lettera si conclude così:
"Consideri questa lettera un messaggio affidato al vento, un biglietto in una bottiglia affidata alle onde dell'oceano. Forse lui la leggerà, forse si riconoscerà dai versi di cui ci siamo trovati indirettamente a parlare, senza secondi fini. Ho voluto rileggere recentemente il romanzo dalle cui ultime pagine sono tratti e di cui avevamo discusso: «Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus»".La Aspesi inizia la risposta così:
"La mia ignoranza mi impedisce di capire di quale romanzo si tratti, e me ne dispiace".Beh, cara Natalia, te lo dico io: è "Il nome della rosa", del republicone Umberto Eco. Oooops!
Fabio P.
10 commenti:
Che figuraccia. Bastava una ricerchina con Google.
Ma la Aspesi usa il pc ?
La Aspesi spesso fa apposta la finta tonta, credo. E quando si vuole smarcare da lettere che le sembrano finte, trappole o scherzi, lo fa ancor di più. Possiede la rara perfidia delle donne di classe intelligenti:-)
Peccato che ogni tanto quando parla di cinema toppa alla grande.
La Aspesi secondo me fa sfoggio di falsa modestia. Non serve aver letto "Il nome della rosa" per riconoscere la citatissima citazione.
La nostra amata Natalia sente di non dover dimostrare nulla, può permettersi il lusso di confessare la propria ignoranza.
Sì, certo, l'ha fatto apposta: ma fatemi il piacere voi due
Comunque le pagine dalla Mostra di Venezia di quest'anno sono completamente inutili e dannose. Non sarebbe il caso di mandare dei critici veri, invece della Aspesi che fa tre cartelle di riassunto del film facendoci anche la spiritosa? A questo punto molto meglio mettere direttamente le agenzie
Visto che sottolineate la gaffe della aspesi, mi permetto di accennare alla vostra, di gaffe: il verso è di Bernardo da Cluny. Eco si è limitato a cambiare una m con una s.
Grazie anonimo, facciamo ammenda.
Non facciamo nessuna ammenda, invece, visto che da parte nostra non c'è nessuna gaffe. Il romanzo che la Aspesi non ha riconosciuto era proprio "Il nome della rosa", che conteneva appunto citazione. A meno che, certo, Bernardo da Cluny (1090-1153) ha scritto un famoso romanzo di cui io non so niente. Ma, aspetta, forse mille anni fa i romanzi non li avevano ancora inventati. Ooops!
Chiedo scusa per gli errori, come al solito posto senza rileggere
Alla fine "l'ammenda" l'hai fatta.
:-)
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