Grandissimo ritorno dalle vacanze di Filippo Ceccarelli che ci sforna
un pezzo bello caldo sulla fenomenologia della materia organica. Vi consigliamo di assaggiarne l'inizio:
«All'erta, all' erta, siamo nella merta» cantava Mino Maccari in un'
epistola in versi al suo amico Flaiano. Erano gli anni cinquanta,a loro
modo spensierati, ma quando più tardi il ministro delle Finanze
Visentini si ritrovòa ripetere questa buffa filastrocca, già le
condizioni finanziarie dell' Italia si erano aggravate e la
constatazione di Maccari aveva acquistato realismo. «Chi la fa, la
copra» esortava del resto Amintore Fanfani negli anni sessanta. Ma
anche qui, a parte l' antica arguzia di storpiare o addirittura di
silenziare quella parola così evocativa, si avverte una vertigine non
solo linguistica, ma anche di senso rispetto al berlusconismo fecale.
Che ormai del tutto sganciato dalla sua stessa affettatissima
tele-cortesia («mi consenta») si risolve in scontato vittimismo e
banale volgarità.
E la fine:
«La politica - scolpì a suo tempo Rino Formica - è sangue e merda». L'impressione , trent' anni dopo, è che il sangue sia definitivamente e forse anche fortunatamente evaporato, mentre la deriva bassa della biopolitica e del populismo vittimistico continuano a produrre quell' altro elemento in gran quantità. E non è giusto, né tanto meno è confortante sentirselo ripetere da chi ne ha tratto il più spregevole vantaggio.
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