mercoledì 19 ottobre 2011

La seconda che hai detto.

Oggi, nella Cultura, c'è una recensione firmata da Elena Stancanelli del romanzo di Aldo Cazzullo “La mia anima è ovunque tu sia”.

Come molti di voi sapranno, Aldo Cazzullo è un (bravo) giornalista del Corriere della Sera ma questo particolare nel pezzo della Stancanelli non viene sottolineato.

Ora, delle due l'una: o la Stancanelli non sa che Cazzullo scrive per il Nemico, o le sono arrivati ordini dall'alto di non evidenziare la cosa.

Secondo voi com'è andata? Secondo noi la seconda che abbiamo detto.

11 commenti:

eles ha detto...

ma vaffanculo! non ti vergogni di pensare e scrivere simili cazzate?
elena stancanelli

Enrico Maria Porro ha detto...

Grazie per la gentile risposta. Vedo che hai colto pienamente lo spirito del blog.

nonunacosaseria ha detto...

@ Enrico,

la risposta di Elena Stancanelli mi pare invero sintetica (oltreché puntuta).
Potrebbe essere proprio la necessità di sintesi la motivazione del mancato riferimento? La Stancanelli, nella sua sintetica risposta, non ce lo ha svelato e rimarremo con l'assillo del dubbio per tutta la domenica...

@ Elena Stancanelli

Si fa per scherzare, ovviamente. Secondo Lei, qual è lo spirito di un blog il cui titolare si autodefinisce "feticista supremo" (di Repubblica, of course) e che chiama Il Corriere "Il Nemico"? (e che ospita i commenti di uno come me?)
Suvvia, un po' di leggerezza non guasta mai. Anzi, dovrebbe essere orgogliosa di avere lettori così attenti.

eles ha detto...

non è una questione di leggerezza. scrivere cose così stupide, alimenta la stupidità. che cosa voleva dire? che io non so chi è cazzullo? che repubblica fa censura su cose così idiote come scrivere che quel giornalista lavora per il corriere? sul serio: a cosa serve scrivere una cosa così? non fa ridere,non fa critica, non è utle in alcun modo. forse diverte lei. nel qual caso: le sembra una buona idea scrivere cose che divertono solo lei e sono lesive dell'intelligenza di tutti gli altri? io non mi arrabbio mai delle critiche, ma di fronte alla stupidità gratuita mi indigno.

nonunacosaseria ha detto...

@ Elena Stancanelli

si entra nell'opinabile, ovviamente, perché quel che per lei è stupido, magari per altri non lo è. E viceversa.
Però, rimanendo alla questione Cazzullo (e su questo blog si cazzulleggia spesso!), credo che il post originario di Pazzo Per Repubblica fosse ispirato dalla constatazione che spesso (spesso, appunto, non sempre) quando leggiamo le recensioni dei libri c'è sempre un breve profilo sull'autore e se è giornalista storico di una testata questa viene citata. Stavolta invece non è andata così e credo che Enrico non abbia difficoltà a prendere atto che non è per la motivazione da lui tirata in ballo nel suo post di qualche giorno fa. Però credo che da parte sua, Stancanelli, si dovrebbe prendere atto che è normale che la mancata citazione abbia suscitato la curiosità di un lettore attento come il nostro Pazzo per Repubblica.
(mi rendo conto di aver espresso il mio pensiero in modo un po' arzigogolato, spero sia chiaro il concetto di fondo).

P.S.: non credo che Enrico volesse offenderla, dottoressa Stancanelli... L'indignazione riserviamola per questioni più serie.

Frank ha detto...

"che cosa voleva dire? che io non so chi è cazzullo? che repubblica fa censura su cose così idiote come scrivere che quel giornalista lavora per il corriere?".
Gentile e garbata Stancanelli, ma allora se sa chi è Cazzullo e se non esiste censura, per quale motivo non è stato sottolineato, en passant, che l'autore del romanzo è un giornalista che scrive sul "Corriere della Sera"?
La necessità di sintesi, come ipotizza il sempre ottimo nonuna, a me pare spinta all'eccesso.
Quanto poi all'insulto, icastico e sintetico (ovviamente) è del tutto fuori luogo e non gode di cittadinanza attiva in questo blog. Senza poi considerare che Enrico è una persona perbene, ma qui - lo confesso - mi condiziona nel giudizio l'amicizia e la stima che ho nei suoi confronti.

Barbapapà ha detto...

Stupisce sempre scoprire come la gente si prenda così maledettamente sul serio. E sorprende, poi, che una addetta ai lavori dell'informazione (definizione che spero non sia ritenuta lesiva della professionalità della signora) preferisca emettere volgari giudizi anziché fare uno sforzo di comprensione del contesto in cui vengono fatte certe affermazioni. Spero che Nonunacosaseria sia stato sufficientemente chiaro nel farle capire il senso e lo spirito di questo blog, signora Stancanelli.
Aggiungo, per sua informazione, che qui si son sempre scritte critiche motivate ai giornalisti e al giornale. Se vi son state sensibilità offese (può accadere, purtroppo) hanno preferito il silenzio o, più probabilmente, l'indifferenza. Nessuno l'insulto gratuito.

Si goda piuttosto, cara signora Stancanelli, il suo, per me inspiegabile, privilegio di scrivere in lungo e largo su Repubblica e veda di aggiornare il suo curriculum vitae che sul giornale (edizione romana) è sempre fermo al romanzo d'esordio, Benzina, del 1998.
Stia bene.

Antonio Lo Nardo ha detto...

Che figura di merda...

Antonio Lo Nardo ha detto...

Metterei il "vaffanculo" della Stancanelli nella home page, sotto Giannini e Mura.

Anonimo ha detto...

Che stile, prima stimavo la Stancanelli, adesso proprio no, che arroganza ragazzi..ma chi crede di essere?

Anonimo ha detto...

stancanelli, sinteticamente: sbagli.
sinceramente scrivesti stronzata!
scusati, suvvia

saluti

(s)marco