giovedì 6 ottobre 2011

Pensavo fosse Eugenio e invece era Francesco.



A proposito del mancato editoriale del Fundador su Repubblica di domenica, l'amica Kriss ci segnala un interessante post trovato sul blog Leonardo, di cui vi anticipiamo la parte centrale che vi consigliamo di leggere attentamente:
...Una cosa privata che vorrei salvare della Blogfest è la sensazione di disgusto fisico provata l'indomani mattina mentre sfogliavo la Repubblica, e a un certo punto mi trovo alla pagina dei commenti, con l'animo bendisposto a leggermi il mezzo lenzuolo di Scalfari, quello in alto a destra, esatto. E tuttavia, mentre proseguivo con la lettura, mi sembrava che qualcosa non tornasse: don Eugenio mi sembrava meno serio del solito, non citava nessun dato macroeconomico, addirittura si metteva a chiacchierare con Giuliano Ferrara, gli dava del tu, cosa esecrabile, addirittura lo chiamava "mio amico Giuliano", lodava "la sua audace e bella penna", ma quando mai, aspetta... ma non stavo leggendo il fondo di Eugenio Scalfari. L'avevo pur notato, in prima pagina, che non c'era nessun fondo di Eugenio Scalfari. Stavo leggendo... mio dio! Francesco Merlo.

Capite, non è tanto Merlo in sé. Merlo si può leggere, a volte è discutibile ma non è che sia disgustoso. Ma leggere Merlo credendo di leggere don Eugenio, come posso descrivere la sensazione perturbante, heimlich/unheimlich... è come scoprire che la biondina che state spiando nella cabina dello stabilimento balneare è vostra sorella ciccia coi brufoli, ecco. E qualcosa dentro di te in quel momento si ribella, nel mio caso il cappuccino.

Il rigurgito interiore che ne consegue apre la strada a due considerazioni. (1) Eugenio Scalfari, vorrei dirlo prima che sia un po' tardi, è come l'acqua corrente: ci accorgeremo di quanto era prezioso solo quando ce lo toglieranno. Fino a quel momento continueremo a snobbarlo, ma chi vuoi che lo legga ancora fino in fondo, ecc. E invece sapete una cosa? Io. Io continuo a leggerlo fino in fondo, va bene? Per me vale ancora la pena. No, non è molto brioso, no. Certo, sa scrivere meglio di molti fighetti che ho in mente io. Di sicuro non occupa metà pagina di quotidiano per conversare con un suo "amico" lasciando il lettore quasi al buco della serratura. In realtà l'editoriale di Scalfari c'entra poco con il genere-editoriale per come si è ridotto negli ultimi vent'anni, con le opinioni precotte di adesso. Scalfari ha questa mania per i dati, vuole sempre partire da dei dati o infilarli comunque da qualche parte, poi per forza non ci sta nelle cinquemila battute che sono più che larghe per quel che deve dire un Panebianco o un Ostellino o un Mieli o un Merlo (o un blogger). Scalfari alla sua età ci tiene ancora a far vedere che le sue osservazioni sono interessanti perché osservano cose concrete, non perché le fa lui che si chiama Eugenio Scalfari...  prosegue qui

4 commenti:

Stefano ha detto...

Meglio Eugenio, sopratutto quando scrive: “Il Mediterraneo è stato per millenni il centro del mondo atlantico”. Oppure: «Saddam Hussein aveva invaso il Kuwait però si ritirò subito dopo l'ingiunzione internazionale ma l'armata di Bush in nome dell'Onu lo inseguì fino a Baghdad, lo processò e lo giustiziò».

Simona ha detto...

Assurdo fare paragoni, sono due giornalisti completamente diversi.
L'ironia e la sfrontatezza di Merlo può concorrere solo con Maltese.
Scalfari è altro genere, impossibile confonderlo con qualcun altro.

Anonimo ha detto...

paragonare un trombone come merlo con un buzzino prosciutino come maltese è come paragonare una doppelbock (maltese) con la rigovernatura dei piatti...

MUDD ha detto...

Merlo non si tocca