venerdì 28 ottobre 2011

Prove tecniche di dittatura. Dei sentimenti.

Pubblichiamo integralmente un post dell'amico Blogorrea che piacerà molto a Fabio P. ma che scatenerà le ire di alcuni pipierrini.


                                                    Sic transit gloria mundi

Accendi Italia Uno e trovi i funerali di Simoncelli. Ok, è Mediaset, si sa come sono quelli. Mettiamo la Rai, il servizio pubblico. Su Raidue ci sono i funerali di Simoncelli. E certo, il solito duopolio. Per fortuna c'è Sky che fa informazione seria. Su Skytg24 ecco i funerali di Simoncelli. Bon, dai, non è da oggi che la tv è tutta una merda, ma c'è Internet che è la salvezza. Il sito del Corriere ha la diretta dei funerali di Simoncelli. Il sito di Repubblica ha la diretta dei funerali di Simoncelli. Per sfuggire a tutto questo vado a fare un giro e in piazza Duomo ci sono i funerali su maxischermo.
Sono prove tecniche di dittatura. La dittatura dei sentimenti, anzi peggio, dell'emotività, che domina i nostri tempi. Non delle emozioni, dell'emotività che ne è una esasperazione fino a esserne il contrario. Le emozioni sono la rabbia, l'amore,i nostri sentimenti. L'emotività è il farsi guidare dalle emozioni con atteggiamenti irrazionali e sopra le righe, umorali, imprevedibili, incontenibili. È l'applaudire le bare ai funerali invece del silenzio. È il portare due moto in chiesa quando muore un motociclista. È il ricordare qualcuno non in modo misurato, frenati dal dolore, dalla malinconia e dal rimpianto, ma urlando, definendolo uno dei più grandi di tutti i tempi, dedicandogli paginate su paginate. È la gara tra vip a chi ne fa il ricordo più banale e immediato, tanto per esserci. È l'invadere un paesino per i funerali di uno che non hai mai conosciuto di persona, funerali che manco vedrai da lontano perché c'è troppa gente, ma comunque vivi in sintonia con l'altrui emotività.
A me - che ammetto di odiare la velocità e il rischio, dunque i motori sotto qualunque forma, manco li definirei sport - Simoncelli stava anche simpatico, a pelle. E che sia morto mi spiace sinceramente, era un ragazzo di 24 anni, non lo dimentico. Ma faceva uno sport (vabbeh per dire) che lo portava a convivere col rischio, anzi lui se lo cercava dando gas a manetta (non è che magari esempi tipo il suo qualche ragazzetto morto l'abbiano causato?), e in fondo chi guarda i motori qualche sotterratissima e latente speranza di vedere un bell'incidente ce l'ha.
Un po' di misura e qualche riflessione su tutto questo sarebbe stato carino. Invece niente, emotività, emotività, emotività. Ci siamo appena ripresi dalla morte di Leonardo da Vinc... ops pardon Steve Jobs e dalle pippe mentali di chiunque al mondo su quale genio inarrivabile nella storia mondiale ci abbia lasciati. Io l'iPhone ce l'ho, e ne sono contento, ma è un bel giocattolone: se davvero queste carabattole ci hanno stravolto la vita io lo giudicherei una tragedia, non giudicherei una tragedia la scomparsa di chi la vita me l'ha stravolta. Ricordarlo, sottolineare le tante cose buone che ha fatto, bene, meditare su quello che ci lascia benissimo. Ma poi basta. Invece i siti di Repubblica e Corriere invitano a mandare i messaggini di cordoglio e li pubblicano a striscia, come fa la De Filippi con gli sms del pubblico, i siti di chiunque straboccano di poesie, fotomontaggi, video, invenzioni, ci sono pubbliche dimostrazioni di piazza. Fosse morto Marconi cosa ne avremmo fatto? E se fosse morto Sabin, che inventò il vaccino contro la poliomielite e non volle mai che fosse brevettato perchè tutti i bambini del mondo lo potessero avere gratis? Posso testimoniare che Steve Jobs non lavorava certo gratis, anzi. Quand'è morto Taricone, che era sicuramente meno peggio di come si era proposto in tv, ma non è che fosse neppure un gigante del pensiero, per un momento pareva fosse ri-morto Mastroianni. Il vizio è diffuso a livello mondiale, ma è particolarmente forte in Itali,a che è pur sempre un povero Paese (non un paese povero, ma un povero Paese) dove sono nate la commedia dell'arte e dove gli eccessi emotivi sono apprezzati da millenni.
Non sono indifferente né cinico, rilevo solo che c'erano e ci sono mille e mille sfumature tra il menefreghismo e le scenate con le prefiche che - in buona fede, ci mancherebbe - piangono, urlano e strepitano per qualunque cosa. Non è neanche un discorso che vale solo per le morti, vale per le sconfitte e le vittorie in politica o nel calcio, per moltissime piccole cose della vita quotidiana che vengono accolte in modo estremo e fuori da qualunque limite.
Inutile dire quanto le tv abbiano colpa in tutto questo. E con le tv i giornali, anche questa volta al loro rimorchio, succubi culturalmente del loro peggior nemico. E con tv e giornali anche Internet: Facebook e Twitter si sono confermati delle cagate pazzesche, capaci solo, con la loro immediatezza d'uso, di veicolare emotività frenetica e impulsiva e mai pensieri.
La consolazione in tutto questo c'è già: al prossimo morto illustre, chiunque sarà, andrà anche peggio.

Dal blog Blogorrea

5 commenti:

kriss ha detto...

Sottoscrivo ogni singolo lemma. Bravo.

Anonimo ha detto...

successe la stessa cosa quando morì Lady D. e sono d'accordo, perchè la dittatura dei sentimenti alla fine svilisce pure il sentimento che pretenterebbe di onorare...

Geppo ha detto...

Questo articolo è da applausi. Aggiungo che in questo ridicolo eccesso di emotività c'è un concorso di colpa col pubblico, che sembra essere rimasto a uno stadio adolescenziale, in cui il mondo o è bianco o è nero, e esiste un olimpo di eroi da idolatrare a prescindere dal loro merito reale.

Angela DB ha detto...

È difficile trovare scritti che rispecchiano così fedelmente quello che proviamo ma spesso non riusciamo a mettere per iscritto... Bravo!

Gabriele ha detto...

Troppo buoni, neanche mia madre, grazie