La
basca Carmen
ci segnala questo link di
Dagospia in cui si parla di un pezzo di Michele Anselmi apparso sul
Secolo XIX sulla questione delle
recensioni cinematografiche facili. Un tema che noi pipierrini
conosciamo a menadito. Leggete qui:
...Guida la tendenza "la Repubblica". Brillanti colleghi come Concita De
Gregorio, Curzio Maltese o Natalia Aspesi, cresciuti a inchieste e
politica, congressi e sfilate, si contendono i film di cui si parla,
prenotandosi per tempo, alla faccia del critico ufficiale del giornale.
Ma succede anche al "Fatto Quotidiano", dove Luca Telese, Furio Colombo e
Marco Travaglio divagano volentieri sui temi del cinema. Fino a qualche
mese fa si esibiva nell'arte della contro-recensione Stefano Cappellini
sul "Riformista"; e a volte non si nega Luca Ricolfi su "La Stampa"...
...Molto s'è sorriso, recentemente, di un'accorata confessione di Concita
De Gregorio «sul senso di sconfitta e sgomento, una specie di
incredulità» da lei vissuto, in quanto madre, di fronte al tifo
sperticato dei suoi figli per "I soliti idioti"...
1 commento:
Colgo l'occasione per ringraziare del loro gradimento il Festicista Supremo, Frank e Barbapapà. Il fatto che l'atteggiamento delle redazioni nei confronti della critica cinematografica - non solo per noi happy few - sia argomento di "dibbbattito" significa che il problema c'è. E secondo me rientra in un discorso più ampio che è quello del "tuttologo" figura mitica mezzo sociologo/critico/notistapolitico/
cronistasportivo ecc ecc e mezzo wikipedia. Il fatto è che pochissimi se lo possono permettere. I Tullio Kezich, Mereghetti, Morandini, Mancuso, Tornabuoni,Barbera, Della Casa, Fofi, Tatti Sanguineti, Rondolino sono STUDIOSI di cinema. Sanno come si crea il prodotto, ma soprattutto hanno studiato la materia. Poi possono piacere o meno, ma hanno tecnica e capacità di discernere tra un piano sequenza e una camera fissa, tra un'inquadratura tradizionale e una innovativa. Quanti di questi "critici firmaioli" sanno di montaggio, di recitazione, di fotografia? Questo mi aspetto da un critico. Prima di
tutto. Poi se ce la fa, magari mi contestualizza un paio di richiami, mi decodifica qualche "citazione" che lo spettatore medio magari da solo non coglie, ecc ecc. ecc. Non mi sembra complicato. Poi se vogliono fare sociologia, letteratura, informazione o altro mi va anche bene, ma dentro la cornice del film, perchè il cinema è tutto questo, ma anche molto di più. Il cinema è la vita e la sua rapprentazione nelle più disparate forme. Boom :-)
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