Il problema vero è che a Repubblica si sono convinti che, siccome quel picco di equilibrio e buon senso che risponde al nome di Natalia Aspesi sa scrivere di cinema senza essere un critico (in senso tecnico), allora anche Curzio Maltese o Concita De Gregorio possono occuparsi di questi temi con la stessa freschezza. Così non è. I film presi come pretesto per fare sociologia istantanea, dare peso a una tesi giornalistica, fare da corredo a una fase politica erano roba da Michele Santoro o Giuliano Ferrara. Che adesso sia la regola, anche in un giornale dove la politica ormai è perfino nei consigli sui bulbi da piantare in autunno, mi pare un errore grave.
sabato 5 novembre 2011
I critici cinematografici di Repubblica.
Matteo Bordone, tornando sulla questione della recensione di Concita del film I soliti idioti, fa questa considerazione sul giornale di Largo Fochetti:
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3 commenti:
Mi sembra siano mesi che si dibatte su questo blog della pochezza "critica" dei giornalisti cinefili di Repubblica. Credo che ci siano a spasso free lance bravissimi che potrebbero fare "critica cinematografica" con ampia soddisfazione anche dei lettori. Magari provarne qualcuno.MA Nepoti che fine ha fatto?
ciao kriss, nepoti fa le recensioni brevi del venerdì.
Bravo Bordone.
Come rileva giustamente Kriss, qui è da tempo immemorabile che solleviamo la questione delle critiche cinematografiche. Anche se l'articolo di Concita, secondo me, non era una recensione quanto un "pretesto per fare sociologia istantanea", come ha scritto perfettamente Bordone.
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