Tra i numerosi commenti giunti in risposta alla lettera provocatoria di Kriss sulla recensione di Anonymous, vogliamo qui di seguito riportare quello di un republicone anonimo (si firma semplicemente f) che sicuramente farà a sua volta discutere:
Cari tutti,
da collaboratore di "la Repubblica" (francamente non capisco perché si continui a espungere l'articolo) càpito spesso sul vostro blog. Sarò intervenuto forse un paio volte, più che altro perché non sono pazzoperrepubblica (lavoro con passione per il giornale e basta), ma in questo caso la questione mi sta a cuore.
Facendo il critico musicale, scrivo proprio nelle pagine incriminate del post di Kriss e cioè gli Spettacoli. Quando sono apparse le prime "recensioni" di Maltese e Aspesi pensavo che fossero delle cose speciali, curiosi "cammeo". Quando però ho iniziato a vedere che era diventata un'abitudine mi è venuto spontaneo chiedere spiegazioni (cosa che legittimamente avevano di certo già fatto D'Agostini e Nepoti). Bene, la risposta è stata che gli autori in questione avevano un bello stile di scrittura e che al direttore piacevano. Ora, non mi pare il caso di commentare tale risposta, anche considerato che è più che altro la fama delle firme a determinare questo sconfinamento. Era chiaro che bisognava rispondere alla domanda: "che c'entrano 'sti due col cinema?". Ma allora, in ricordo di un'orrenda intervista di Saviano a Bono degli U2, ho chiesto: "ma che significa? che se un un giorno a Saviano viene voglia di recensire una Traviata glielo fate fare?". Risposta, candida, del capo: "sì". La Repubblica è anche questo. Non è importante cosa si scrive ma chi lo fa. Ora si potrebbe anche pensare che non siano Concita, Curzio o Natalia (che, intendiamoci, è un'eccellente giornalista di costume ma di cinema capisce meno di Irene Bignardi) a essersi proposti a Mauro come critici cinematografici, ma qualora anche la proposta fosse arrivata dalla direzione, loro avrebbero dovuto rifiutare. Per senso del pudore e per etica professionale, ossia per l'idea di dare al lettore il meglio che c'è. E il meglio che c'è - o che la Repubblica può dare - sono un Ceccarelli per la politica, un Valli per l'estero e un Nepoti o D'Agostini per il cinema. Perché credete che Aspesi & co. non abbiano rifiutato? Perché hanno bisogni di soldi? Perché scrivono poco? Perché devono iscriversi all'albo dei pubblicisti? No, lo hanno fatto perché sono dei narcisisti, per di più con la presunzione di poter parlare di tutto (tanto il cinema mica è come la politica, basta raccontare la storiella e magari darne un'interpretazione sociologica, no? Bravi!). Ma un critico cinematografico o musicale si è mai proposto per un editoriale sul governo?
Detto questo, sperando che Tito non si metta a fare il critico di danza :), io non leggo le recensioni dei suddetti però guardo sempre le palline che Maltese mette ai "suoi" film (avete visto che stupida grafica? "il film di ...", come se fosse l'autore il regista) perché le uso come metro per regolarmi: siccome non ci azzecca mai, vado a vedere solo i film che stronca (e mi piacciono sempre). f
10 commenti:
cacchio, tito che recensisce il bolscioi! già me lo immagino quel che potrebbe scrivere...
Non fa piacere leggere certe cose, anche se qualche dubbio lo si poteva avere su una scelta così balzana il velo squarciato presenta una squallida vicenda di opportunismo. Il nepostismo contro Nepoti! Mah! Che dici feticista: una bella class action contro Mauro per le infime recensioni che ci propina? Io firmo. Arridatece il critico cinematografico!
Ha ragione Kriss.
Perché, intanto, non cominciamo con un bel sondaggio per capire qual è il pensiero del "popolo" dei feticisti su questo tema?
"Chi pensi che debba scrivere le recensioni cinematografiche su Repubblica?
1) i critici professionisti Nepoti e D’Agostini
2) le grandi firme
3) il primo che passa a Largo Fochetti vantando familiarità con il tema del film
4) Roberto Saviano (tanto prima o poi ci tocca...)"
Al punto 1 io aggiungerei anche la Aspesi, sebbene non abbia competenze puramente tecniche.
aggiungo un punto 5) ai quattro di Barba ("Mariarosa Mancuso") e spero nel decollo del dibattito - seguirà buffet? - però dubito fortemente sulla originalità del post, sebbene io sia pressoché certo che il Feticista Supremo abbia fatto le sue verifiche ... Ma il nemico (N minuscola) è dietro l'angolo
Nemmeno io apprezzo quelle recensioni anche se il film lo scelgo secondo i miei gusti e non quello degli altri, però mi sembra di capire che si dia per scontato che quanto raccontato da un perfetto sconosciuto che neanche si firma sia vero.
Mah, cmq se viene fatto questo sondaggio partecipo.
ne discuteremo nel prossimo CDA.
Adoro la Aspesi "critica cinematografica", una che la sa lunga di costume e società ha tutte le carte per recensire un film! Non si può dire lo stesso di Saviano e della De Gregorio...
Ma "arridatece" (kriss dixit) anche critico (e spazio) televisivo. Aldo Grasso, sul Nemico, se la gode, mentre noi dobbiamo accontentarci dello spazietto sempre più ristretto riservato alla rubrica di Dipollina. Va bene che una volta c'era Beniamino Placido, ma ormai non regge più come alibi.
A proposito, kriss: una recensione da professionista. Complimenti.
La campagna "Zapatero a tus zapatos" (non ricordo l'equivalente italiano) nata su PPR si sta estendendo.
Guardate cosa scrivi Michele Anselmi sul Secolo XIX:
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/a-me-il-grande-schermo-please-come-nel-calcio-siamo-tutti-allenatori-cosi-anche-32531.htm
In italiano si dice: offelee fa el tò mestee.
La Aspesi fa dei pezzi di seimila battute in cui fa il riassuntone del film in tono ironico, spesso non si capisce nemmeno se il film le è piaciuto. Se poi c'è di mezzo sesso e sentimenti si piomba diritti nella sua pagina delle lettere del cuore. Se ne può fare tranquillamente a meno.
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