martedì 27 dicembre 2011

Il Diretùr per Giorgio Bocca.



Ezio Mauro su Repubblica di oggi: 

Il "magone" dei piemontesi che vivono fuori è una specie di peso dell'anima ogni volta che si entra a Torino, o spuntano le colline delle Langhe, o torna davanti agli occhi la cerchia delle montagne, in qualunque stagione.
Giorgio Bocca sorvegliava quel magone permanente per la sua terra, che aveva perso e voleva sempre riconquistare, e portava dentro di sé quei mondi cui non aveva mai rinunciato, perché erano le radici e l'identità, e un "posto" bisogna pure averlo. Così è per tanti. Ma Giorgio era riuscito a trasformare tutto questo  -  le montagne della battaglia di gioventù, la tipografia notturna di corso Valdocco a Torino con Calvino, Pavese e Raf Vallone, Nuto Revelli che racconta nel negozio a Cuneo, i cortili delle Langhe d'estate, con Bobbio e gli altri  -  in un paesaggio morale che ha fatto da sfondo costante al suo giornalismo d'eccezione, dandogli forza e tenuta.

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