Ho buoni rapporti con la redazione fiorentina de “La Repubblica”: sono sempre molto gentili, m’intervistano spesso. E’ vero che nemo propheta in patria, ma in fondo l’aver scritto,parlato e insegnato per lunghi decenni nella mia città ha pur voluto dir qualcosa.
Ma lassù, nei quartieri alti della Direzione Megagalattica del Quotidiano dei Cittadini Laici, Democratici & Intelligenti, ci dev’essere qualcuno che non mi ama. E’ vero: anche da lì, talvolta, partono al mio indirizzo segnali benevoli; qualche amico ce l’ho. Ma in genere non si sprecano. Di recente, la Laterza ha pubblicato un mio libro di quasi ottocento pagine, Il Turco a Vienna, dedicato all’assedio ottomano del 1683 alla capitale del Sacro Romano Impero e che mi è costato almeno cinque anni di duro lavoro e di ricerche in mezza Europa, quasi tutte pagate di tasca mia. Sembra che le vendite vadano bene , e molti giornali ne hanno parlato come di un evento culturale importante. Non sta a me decidere. Ora, l’Editore mi avverte che giorni fa “La Repubblica” – che spesso regala paginoni a illustri carneadi – mi ha dedicato una scarna, svogliata nota. Bontà sua.
Invece, di molto minor distrazione il medesimo quotidiano mi fa oggetto quando si tratta di aspetti problematici se non imbarazzanti del mio curriculum. Ogni volta che ad esempio si parla di neofascismo, specie in contesti delicati se non atroci quali i commenti al tragico fatto di sangue fiorentino del 13 dicembre scorso, ecco rispuntare il nome di tal Franco Cardini che negli Anni Sessanta, poco più che ventenne, militava nell’organizzazione “Giovane Europa”, bollata (e non stiamo qui a discutere se e fino a che punto con ragione) come “neonazista”. prosegue qui
lunedì 19 dicembre 2011
Osservatorio Repubblica.
Riportiamo dal blog Il Talebano questo post firmato da Franco Cardini:
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2 commenti:
Le considerazioni di Cardini somigliano molto - in quantità e in qualità - alle mie.
Ha scritto anche una lettera a Repubblica su questo. Peccato che certi neofascisti siano gli stessi che ad agosto, mentre Firenze celebrava la sua liberazione, inneggiavano ai franchi tiratori. Per non parlare dell'imbrattamento della città di volantini al riguardo. Eh si, fascismo causa di ogni male? Magari no, ma sicuramente fa la sua bella parte.
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