domenica 11 dicembre 2011

Sara.

Riportiamo dal blog di Luca Massaro:

Cinzia Sasso, inviata di Repubblica, si è occupata della vicenda della minorenne che i genitori volevano costringere ad abortire e che poi, alla fine, ha abortito, pare di sua spontanea volontà.
Sul merito della vicenda la penso quasi come Metilparaben. Mi riservo il quasi per non dare troppo addosso ai genitori della giovane, che hanno esercitato su di lei una notevole pressione psicologica, ok, ma non credo condita di violenza fisica (e questo non è poco).
Ma non è del tema etico che vorrei parlare, quanto di come racconta la storia Cinzia Sasso
La corriera viola della Trentino Trasporti era il suo passaporto per la libertà. Trenta chilometri per arrivare a Trento, alla scuola professionale per diventare parrucchiera, alle amiche, al panino da mangiare al bar, alle sigarette da fumare ai giardinetti e soprattutto a lui, il suo grande amore. Sara - chiamiamola così, ma certo questo non è il suo nome - a sedici anni ha scavato ogni giorno di più la distanza tra il piccolo mondo con i filari ordinati delle viti dove c'è la sua casa, la mamma impiegata, la sorella maggiore che era quasi una seconda madre, e la città dove finalmente si sentiva grande.
Non so a voi, ma a me pare inutile tentare di affibbiare un nome di fantasia alla protagonista per non rivelarne l'identità, se poi si danno degli indizi tali che, per un cittadino della zona di Trento, sono abbastanza sufficienti per scoprire chi si cela dietro tale “Sara”. A meno che la Sasso abbia inventato anche i chilometri dall'abitazione materna a Trento; a meno che abbia scambiato le mele con l'uva, e anziché diventare parrucchiera la ragazza studiasse per diventare cuoca.
Il bello è che, non paga di averla chiamata Sara ieri per dare colore a tale piccola storia ignobile, anche oggi - e nel titolo stesso - Cinzia Sasso si ripete


E pensare che Cinzia Sasso era reduce dalla prima della Scala. Possibile che Mozart non abbia coperto il meme di Venditti?

2 commenti:

Daniele ha detto...

Beh, della zona di Trento non credo proprio (si parla pur sempre di trenta chilometri, non è mica Milano). I compaesani (che saranno, che so, di Mezzocorona, Borgo, Ponte Arche, Dro, Lisignago, Ala - tutti a circa 30 km) in ogni caso sapranno già tutto, perché in provincia di Trento, soprattutto nei paesi più piccoli, trovare una persona che si fa i @@@@@ suoi è parecchio, ma parecchio, raro. Per dire, non si poteva nemmeno marinare la scuola senza cambiare paese, altrimenti chi di dovere veniva informato in meno di mezzo secondo. :)

(E in molti dei paesi che ho citato i vigneti sono diffusi, quindi, per quanti 'dettagli' Cinzia Sasso abbia inserito, per chi non sa già tutto questi dettagli sono abbastanza vaghi. O almeno così mi sembra...)

Simona ha detto...

Infatti, non sono dettagli così importanti. Io ho ripreso la Sasso, commentando online, solo sul fatto che nell'articolo del giorno prima aveva scritto "la ragazza era già rimasta incinta ed aveva dovuto prendere la pillola del giorno dopo". Un errore imperdonabile e grave, la pillola del giorno dopo è anticoncezionale e non abortiva. E non sono stata l'unica a farglielo notare.