martedì 20 dicembre 2011

Il caso di Carlo, che passò dal Giorno a Repubblica.



"Il Giorno è per i lettori, secondo un’indagine condotta dall’Eurisko, un quotidiano «preciso, chiaro e affidabile». Al sottoscritto, chiamato dall’editore Andrea Riffeser Monti a raccogliere il testimone dal direttore Giovanni Morandi, non resta che proseguire su questa strada".
Così inizia oggi l'editoriale di Ugo Cennamo, nuovo direttore del quotidiano milanese, fondato nel 1956 dal giornalista Gaetano Baldacci per conto dell'editore Cino Del Duca che voleva offrire ai milanesi un'alternativa al Corriere. Dopo il primo anno di pubblicazioni il nuovo quotidiano venne rilevato da un misterioso "gruppo bancario" dietro al quale c'era in realtà l'ENI di Enrico Mattei che voleva dotare il nascente centrosinistra di uno strumento di comunicazione moderno e innovativo, come l'Italia che il potente e discusso oilman democristiano sognava.
Il Giorno che oggi ha un editore lontanissimo per idee e interessi politici ed economici (e dimensioni ovviamente) da quelli di Mattei, sarà anche "preciso, chiaro ed affidabile" come dice l'Eurisko, ma questo positivo giudizio è sufficiente per soddisfare il bisogno di informazione dei lettori della grande Milano? Dal mio piccolo osservatorio padernese mi permetto di dubitarne.
"Trovare l’equilibrio per informare in maniera corretta è un esercizio di stile che richiede mille attenzioni – scrive Cennamo, che poi afferma – Dobbiamo procedere nel segno della continuità, ma anche del rinnovamento: oggi è essenziale inventare nuovi modi per far interagire carta stampata e Rete. Una scelta obbligata se si vuole conquistare quel pubblico, soprattutto le nuove generazioni, che si limitano a buttare uno sguardo veloce alle notizie usa e getta della free press".
Insomma" il Giorno" del futuro, che sembra rimasto indietro in questi ultimi velocissimi anni digitali, cercherà di inseguire il Corriere della Sera che da tempo, col ritorno di De Bortoli alla guida, ha decisamente schiacciato l'acceleratore sulla via dell'integrazione carta-web della storica testata di via Solferino.

La sfida che a mio avviso il vecchio Giorno ha davanti non è solo sul format tecnologico, ma anche e soprattutto sui contenuti e sul target dei lettori. La soluzione, afferma sempre il neo direttore sta "nel sapere capire che cosa il lettore vuole trovare nelle pagine di un quotidiano. Il Giorno vuole uscire dal coro, offrire nuovi spazi ai lettori e farsi portavoce delle loro istanze". Insomma essere al servizio di chi compra il giornale in edicola.
Ancora una volta mi permetto di dubitare. Perché "offrire nuovi spazi ai lettori, farsi portavoce delle loro istanze" non sono obiettivi nuovi bensì vecchissimi, risalgono infatti agli albori del giornalismo moderno, perfino della Penny Press. Altro che "uscire dal coro", tutti i giornali affermano in coro da sempre di voler far questo. E allora quale può essere oggi il futuro di un quotidiano popolare?
Non certo fare concorrenza ai social network o ai blog, ma facendo un salto di qualità nel servizio al lettore che oggi più che mai ha bisogno, non di notizie, di queste ce n'è in abbondanza anzi fin troppe, ma di nuove e giovani chiavi di lettura degli eventi, modelli interpretativi e punti di vista diversi e originali che aiutino a comprendere la realtà e soprattutto immaginare il futuro.
"Il Giorno" del futuro, io ne sono convinto, non dovrà essere più il quotidiano del giorno prima, ma quello del giorno dopo. Se vorrà riconquistare i giovani degli anni 2000 alla lettura, dovrà tornare al futuro dopo aver studiato umilmente "il Giorno" del passato, quello di Baldacci; il più innovativo e futuribile del suo tempo che stampava fotografie grandi e a colori, dava spazio al linguaggio dei fumetti, faceva molta inchiesta sulla realtà mutevole degli anni del boom e non a caso per questo divenne subito il "mio" quotidiano, al quale rimasi fedele fino all'uscita di Repubblica.

Dal blog di Carlo Arcari

1 commento:

Anonimo ha detto...

bah, che dio (nella sua inesistenza) li aiuti, se non sbaglio erano finiti diretti da...
XAVIER JACOBELLI!!
(anzi, come direbbe biscardi: "savié giacobbbelli")

ginogori was here