giovedì 1 dicembre 2011

Tutto è cambiato, niente è cambiato.

Altan sulla prima di oggi.
L'ombrello è cambiato ma il posto dove finisce no.

6 commenti:

illustrAutori ha detto...

sì però, posso dirlo?, cheppalle, fatta dopo le elezioni diventa un appuntamento a suo modo divertente però che la pianti di farla e rifarla ogni tre per due, vuol finire come forattini che ogni morte eccellente fa il solito schizzettino col sole in fondo e qualcosa di caratterizzante in primo piano? tra lui e gli aiutanti nascosti non hanno più idee??

Barbapapà ha detto...

Non è colpa di Altan però, caro IllustrAutori, se in questo Paese le situazioni si ripetono da decenni implacabilmente con le medesime dinamiche. Lui fotografa, un po' crudamente ma in maniera straordinariamente efficace, la realtà.
Il problema vero è che, per consentire all'Italia di uscire dalla crisi, quell'ombrello rischia di rimanere piantato lì per un bel po' di tempo.

Piazza Indipendenza ha detto...

L'ombrello e' sempre quello, verissimo, ma la battuta e' nuova ed e' magnifica. Forse il miglior Altan di sempre.

illustrAutori ha detto...

ahimè Barbapapà hai pienamente ragione, chiedo scusa per lo sfogo che in realtà aveva quel retroterra alla base... sob...

bette ha detto...

Se anche qualche volta si evitasse di trarre profitto dalla diffusa omofobia maschile, non sarebbe un delitto. Non si capisce, in generale, perché l'atto al quale si allude volentieri qui e altrove debba essere, in se, una spiacevolezza.

Frank ha detto...

La bravura di Altan è quella di riuscire a partorire battute fulminanti anche nell'immobilismo decennale. E, su "L'espresso", secondo me si supera. Poi quell'ombrello è ormai il suo tratto distintivo, dopo che per tanto tempo lo era stato Cipputi.