martedì 17 gennaio 2012

Il Travaglio del Fundador.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
volevo segnalarti che oggi Marco Travaglio "dedica" il suo editoriale (un po' più lungo del solito) a Scalfari.
Danilo

Scalfarendum
di Marco Travaglio
Noi stimiamo Eugenio Scalfari, anche quando ci chiama “ editorialisti qualunquisti, demagoghi ” con “ un disperato bisogno di ‘ audience ’ e quindi di avere sempre e comunque un nemico sul quale sparare. Prima avevano Berlusconi, adesso Monti e Napolitano. E anche il Pd”. Gradiremmo sapere da Scalfari quando mai abbiamo “ sparato su Monti”, ma lo stimiamo lo stesso. E, proprio perché lo stimiamo, ci ha meravigliato leggere domenica su Repubblica queste sue parole : “ I referendum elettorali andrebbero esclusi come lo sono quelli relativi ai trattati internazionali e alle leggi di imposta”. Ohibò, ci siamo detti : vuoi vedere che Scalfari la pensava così già vent’anni fa per gli altri due referendum elettorali, quelli promossi e vinti da Mario Segni il 9 giugno 1991 per la preferenza unica e il 18 aprile 1993 per l’uninominale al Senato? E invece, doppio ohibò : lo Scalfari di allora non andava proprio d’accordo con lo Scalfari di oggi. Anzi li sponsorizzò entrambi con gran trasporto contro l’odiato Caf (Craxi-Andreotti-Forlani). leggi il seguito qui

13 commenti:

Anonimo ha detto...

A dimostrazione che Travaglio è un giornalista.

Anonimo ha detto...

Abbiate il coraggio di riconoscere che, come ultimamente spesso accade, l'editoriale di Scalfari di domenica era prono e tristemente genuflesso a Napolitano/Monti.
E se siete obiettivi dovete riconoscere che un giornalista come Travaglio, Repubblica, oggi, se lo sogna.

phoedrus ha detto...

Io Travaglio lo lascio volentieri dove sta. Nella replica odierna Scalfari lo fa a pezzetti.

Michele ha detto...

Sinceramente io sono un po' stufo di questi continui attacchi da parte dei giornalisti del Fatto verso Repubblica. Ormai ricordano quei commericianti ambulanti che fanno i mercati rionali che ad alta voce (qui da me al Sud accade) si mettono a sfottere o a disprezzare la merce del vicino di bancarella per rubargli i clienti. Che poi, diciamocelo, la scusa della critica per spronare gli altri gionali non regge più. Questo perché un quotidiano è come un esercizio commerciale, solo che vende notizie. Quindi che importa a me (Fatto Quotidiano) se un mio concorrente non fa bene il suo mestiere? Tanto meglio per me, no? Voi avete visto mai una gelateria che sprona la concorrenza a fare il gelato meglio del suo? Se sì, credo abbia seriamente bisogno di un buon psicanalista.

Simona ha detto...

Confermo quanto più volte detto da me sui giornalisti che sparano su altri giornalisti e il pezzo di oggi di Scalfari dimostra anche che decontestualizzare le frasi da un discorso cambiandone il senso non è buon giornalismo.

Anonimo ha detto...

tra scalfari e travagio tmo vi sia una gara al "gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare":

1 - scalfari sostiene (repubblica cartaceo odierno)che i referendum elettorali vanno aboliti perché: "la democrazia parlamentare non può restare neppure per un minuto senza una legge elettorale", dimentica però che tale problema sarebbe stato risolto dalla PROPOSTA REFERENDARIA DI PASSIGLI ET ALIA, che abolendo l'osceno premio di maggioranza avrebbe lasciato in vita il resto del porcellum (in sostanza, sarebbe rimasto un sistema proporzionale incasinato);
da tal punto di vista, appare ovvio come la corretta soluzione NON consiste nell'abolire i referenda, ma nel proporre referenda costituzionalmente INATTACCABILI;

2 - da parte sua travaglio fa un tantino di confusione:
- a - riguardo al numero dei firmatari (potevano anche essere 12milioni, i probabili profili di INCOSTITUZIONALITA' non si sarebbero spostati di molto...),
- b - riguardo a situazioni "sospette" che avrebbero influenzato la corte, dimenticando come una corte probabilmente prevenuta abbia trovato di fronte a sé un'autostrada aperta dai detti profili di incostituzionalità

al riguardo segnalo michele ainis:
http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_13/ainis-legge-elettorale_ec83727a-3daf-11e1-86c1-1066f4abcff8.shtml

"Nessun miracolo, Lazzaro non è resuscitato; sicché rimane in vita il Lazzarone. Ossia la nostra pessima legge elettorale, che i referendari avrebbero voluto cancellare riesumando il Mattarellum . Reviviscenza, è questo il nome in codice del marchingegno giuridico sottoposto alla Consulta. Ma la giurisprudenza costituzionale ha sempre escluso le resurrezioni (sentenze n. 40 del 1997, 31 del 2000, 24 del 2011); anche perché altrimenti, se un referendum sancisse l'abrogazione dell'ergastolo, otterrebbe il paradossale effetto di ripristinare la pena capitale. E in secondo luogo la Consulta, fin dalla sentenza n. 29 del 1987, ha sempre acceso il rosso del semaforo contro i referendum totalmente abrogativi d'una legge elettorale: in caso contrario ogni legislatura durerebbe un secolo, se il Parlamento non colmasse la lacuna."


conclusione: INSUFFICIENZA (GRAVE)
per barbapapà ed il marco nazionale

ginogoriprolisso

Anonimo ha detto...

@ Michele e Simona

Non so se davvero non vi siate accorti che ha cominciato Scalfari ad attaccare, pur senza fare nomi (ma si capiva benissimo con chi ce l'avesse). Che poi oggi Scalfari abbia dimostrato di aver ragione, beh, a me proprio non pare. E lo dico con rammarico.

Antonio

Anonimo ha detto...

travaglio scrive un editoriale contro tutti gli altri giornali un giorno si e l'altro pure, perchè lui è il più figo, onesto, incorrutibile, preparato, preciso, coerente, lucido e razionale.
marco hai proprio rotto!

Michele ha detto...

X l'utente anonimo che si è rivolto a me (a proposito, perché non vi firmate? Va bene anche un nome fittizio, eh? Non foss'altro per evitare che poi uno, come in questo caso, debba dilungarsi per far capire a quale "anonimo" - fra i tanti - rivolge il messaggio):
Dove sta scritto che Scalfari si rivolgeva proprio a Travaglio? Al mio paese questa si chiama coda di paglia. E come dice Scalfari, se Travaglio si è sentito chiamato in causa, significa che lui stesso si reputa un qualunquista e demagogo. Fossi stato al suo posto me ne sarei stato zitto.

Anonimo ha detto...

@ Michele

Mi sono firmato alla fine del commento. Il fatto che tu sia registrato non vuol dire molto, perché io non vedo indicato il tuo cognome. Magari la prossima volta presta attenzione. Per quanto riguarda la presunta coda di paglia, faccio notare che quello di Scalfari è un artificio retorico di sicuro effetto (io non l'ho nominato, ma se lui si è sentito chiamato in causa vuol dire che si riconosce), ma francamente uno appena appena sveglio non dovrebbe cascarci. Anche perché l'unico editorialista che si è scagliato contro la corte è stato proprio Travaglio, quindi la domanda "Dove sta scritto che Scalfari si rivolgeva proprio a Travaglio?" è fuori luogo, per dirla con un eufemismo.

Antonio (spero si noti)

Michele ha detto...

Oh Madonna Antonio, non volevo mica creare un caso con la storia del nome, mi è semplicemente sfuggito (sai, la vecchiaia...). Tutto qui. Accetti le mie scuse o devo consegnarmi ai carabinieri?

Quanto all'editoriale di Scalfari, anche amesso che ce l'avesse con Travaglio, secondo me non ha detto nulla che non corrisponda al vero. E cioè che Travaglio è obiettivamente un qualunquista e demagogo, e chi non coglie questa cosa o non è tanto sveglio oppure è in cattiva fede.

gabri ha detto...

il discorso di Scalfari è stato completamente travisato. questo è il Fatto.

gabri (di nuovo) ha detto...

Scalfari dice semplicemente che i referendum elettorali andrebbero esclusi dato che il nostro sistema referendario di tipo abrogativo ci lascerebbe senza legge elettorale.

Afferma poi che la Costituzione prevede i referendum elettorali nel momento in cui attraverso l'abrogazione di alcune parti si riesca ad ottenere una nuova legge, facendo capire che in questo caso si il referendum è uno strumento adeguato.

Scalfari è quindi a favore dell'istituto referendario.

Quello di Travaglio è un travisamento voluto.