lunedì 9 gennaio 2012

Seguimi al water. E poi al cassonetto.

Ieri con Repubblica mi hanno rifilato a tradimento anche Velvet.
Una rivista che appartiene a pieno titolo a quelle che io chiamo riviste da water, come D e similari. Cioè da leggere al cesso. Su 242 pagine ho letto solo due articoli, peraltro copia&incollati da altre riviste da water, probabilmente americane: quello su Woody Harrelson e quello di vita in campagna. 
Dopodiché mi sono preso la soddisfazione di prendere la rivista, pinzandola con due dita, per lasciarla cadere con sensuale voluttà nel posto che merita: il cassonetto. 
Quando la pianteranno i giornali di rifilarci questa immondizia invece di sforzarsi di fare giornali migliori?
Aghost


Caro Aghost, io non farei di tutta l'erba un fascio. I pezzi di Francesco Merlo, Carla Signoris, Natalia Aspesi ed Emanuela Audisio sono validi. Poi, probabilmente, io e te non siamo il target perfetto per Velvet. Attendiamo perciò il commento di qualche lettrice prima di tirare lo sciacquone e aprire il cassonetto. FS

ps: se può farti piacere, pubblico di seguito un commento che ho trovato sul sito di D nello spazio riservato a Velvet.
Gent.le redazione,
è con grande dispiacere che scrivo questa mail in quanto da buon Architetto e fotografo non ho potuto non notare il grosso errore commesso nell'articolo a pagg. 144-147 del numero 62 di Velvet in uscita a gennaio 2012.
L'articolo presenta una descrizione di una casa in vetro, la famosa Glass House di Johnson, con una serie di fotografie a far da cornice al tutto.
Le fotografie purtroppo NON sono della glass House, bensì della Farnsworth House che Ludwig Mies Van der Rohe costruì per la signora Farnsworth fra il 1945 e il 1951.
Una minima ricerca in internet avrebbe evitato a chi ha scritto l'articolo di commettere un così imbarazzante errore.
Spero che questa segnalazione possa esservi d'aiuto.
Con rispetto ed ammirazione,
David Hatters

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con te. Ma rovistare nel cassonetto per cercare qualcosa di «commestibile» non é molto piacevole :)

Aghost

spillo ha detto...

velvet non lo prendo mai, ricordo il primo numero con 400 pg, di cui 350 di pubblicità.
invece secondo me D, anche qui al netto della pubblicità, ha degli ottimi servizi e delle splendide foto

ilaria ha detto...

Anche a mio marito sabato hanno rifilato Velvet a tradimento. L'ho letto per la prima volta e l'ho trovato assolutamente inutile e vuoto di contenuti. L'unica cosa bella è la fotografia e la grafica, ma direi che non basta...
Anche io ho trovato un errore madornale: nel titolo di copertina si promettono le ricette di 12 superchef, vai a vedere l'articolo e scopri che le ricette sono in realtà un inutile elenco di cosa mangerebbero questi chef nel loro ultimo giorno di vita (nessuna ricetta a corredo). L'aggravante è che l'articolo viene etichettato come "inchiesta"....AIUTO!!!!
Altra cosa è invece il supplemento D, che ha delle validissime rubriche e dove anche un po' (ma senza esagerare) di fuffologia non guasta perchè è comunque un supplemento di svago oltre che di riflessione e non ha la stessa collocazione del Venerdì che dovrebbe invece approfondire i fatti della settimana.

Enrico Maria Porro ha detto...

quoto ilaria su d.

bette ha detto...

Mi meraviglia che ci sia ancora chi considera questi supplementi sulla base delle pagine pari (dove sono di solito gli articoli) anziché sulle dispari. Perlomeno tra i PPR. Lo scopo di tali supplementi è fornire spazio e supporti adatti alle réclame a colori, tanto più apprezzati dalle aziende se possono vantare un pubblico più specificamente definito - per genere, età, abitudini di consumo - di quello dei lettori del giornale.

illustrAutori ha detto...

quoto bette su tutto, ahinoi

ilaria ha detto...

Sono d'accordo con Bette però se vogliono che il loro target di riferimento guardi le pagine a destra devono trovare qualcosa di interessante da dire allo stesso target nelle pagine a sinistra altrimenti uno cestina senza neanche togliere il cellophane.

Anonimo ha detto...

mi sbaglierò ma io credo che questi inserti siano concettualmente vecchi come il cucco. Potevano andare bene 20 anni fa, oggi no. Se l'80% viene considerato come un pacco di pubblicità molesta o un mattone inutile da portarsi a spasso forse c'è qualcosa che non va, non credete? idem per i giornali, ormai si legge una minima percentuale, il resto si salta a pié pari.

E' come il vecchio LP o il cd, perché comprare tutto il pacco se mi piacciano solo alcuni brani? I-tunes docet. Questa paccottiglia degli inserti-cassonetto di pubblicità dovrebbe essere spazzata via, non serve veramente agli inserzionisti e mene che meno ai lettori. Quando lo capiranno?

Barbapapà ha detto...

Sugli inserti Aghost tocca vette sempre ispiratissime!
Per quanto mi riguarda, Velvet ha un unico pregio: l'acquisto non è obbligatorio (con l'eccezione di sabato scorso), diversamente da D sempre imposto.

In tema di inserti, segnalo che l'ultimo numero di Affari & Finanza risale al 12 dicembre scorso. Da allora silenzio assoluto, per la gioia del nostro Aghost attento osservatore delle ferie dei giornalisti.
Il Corriere Economia, per contro, è uscito anche il 19 dicembre e oggi ha ripreso le pubblicazioni dopo la pausa natalizia.
Spero che questo prolungato silenzio sia dovuto ad un ripensamento dell'inserto per l'introduzione di una sezione dedicata agli investimenti. Non è mai troppo tardi riconoscere i propri errori (vedi restyling di settembre).