Partiamo subito con un bel refusone. Che anche al Venerdì non mancano.
Curiosità da feticisti: uno dietro l'altro due articoli degli ultimi due corrispondenti moscoviti di Repubblica. Al pezzo dell'ex Leonardo Coen subentra quello dell'attuale Nicola Lombardozzi. Una sorta di passaggio di consegne sottoforma di pagine che si sfogliano.
Stavolta l'Osservatorio Markette Apple ha le sembianze di un boomerang per l'azienda di Cupertino. Nel pezzo di Loretta Napoleoni, stavolta la mela morsicata non ne esce benissimo.
Noi "poco addetti ai lavori" eravamo rimasti a capesante, con una sola "p". Oggi però scopriamo che si può dire anche cappesante con due, come ci dice l'addettissimo Gianfranco Vissani.
Ma la volete sapere la verità? Sia noi che Vissani abbiamo preso una topica. Parola di Wikipedia:
"Il Pecten jacobaeus, volgarmente noto come capasanta, cappasanta o conchiglia di San Giacomo..."
La rubrica Hi-Tech di Jaime D'Alessandro ci parla di un sistema per trasferire direttamente sul pc gli schizzi disegnati su carta. Lo saprà il buon Paolo Samarelli? Lui che adesso è abilissimo (anche) a disegnare direttamente sullo schermo dell'iPad?
Marino Niola, nella sua rubrica Miti d'oggi, ci parla di Volunia, il nuovo motore di ricerca made in Italy, inconsapevole (forse) del fatto che il nuovo motore sia già stato vivisezionato da Mauro Munafò con risultati tutt'altro che confortanti.
Ecco la paginata di auto-marketta che presenta il restyling di XL, il mensile di Repubblica.
Abbiamo estratto un pezzo e ve lo riproponiamo qui:
XL è tutto nuovo. A partire dal numero di marzo, in edicola dal 29 febbraio, il magazine per «giovani adulti» del Gruppo l’Espresso cambia veste grafica (ridisegnata per l'occasione dall'art director Gianni Mascolo), formato e contenuti. A cominciare dal logo, il biglietto da visita di ogni giornale, ripensato per l'occasione da Luca Barcellona, uno dei più celebri calligrafi internazionali. Il designer milanese ha rielaborato la testata attingendo alle sue radici «street» di ex graffitista. Il risultato non è un segno puramente grafico, ma qualcosa di più: rappresenta la rivoluzione del ritorno alla manualità in un'epoca di tecnologia spinta e forse troppo omologante. Un logo artigianale e pensato per essere volutamente «sporco», dunque, che risalta per contrasto rispetto al nuovo stile grafico del giornale, più elegante ed essenziale. Particolarmente adatto al nuovo formato del magazine di Repubblica che, a sette anni dalla nascita, diventa più user friendly e maneggevole, come da tempo richiesto dai suoi lettori. Il grande impatto d'immagine che lo ha sempre caratterizzato verrà inoltre valorizzato ulteriormente da un nuovo tipo di carta, di maggior qualità e spessore, in sintonia con la rinnovata e ampliata attenzione del magazine a tutto il mondo delle arti visuali, della fotografia e delle graphic novel (della cui introduzione nelle pagine di un magazine XL è stato pioniere assoluto in Italia).
2 commenti:
"Il Pecten jacobaeus, volgarmente noto come capasanta, cappasanta o conchiglia di San Giacomo..."
E infatti i veri snob radical chic della Gauche-caviar nei loro salotti le chiamano Coquilles Sain Jacques!
:D
ooopppsss!
mi è rimasta la "t" di Saint nella tastiera!
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