mercoledì 22 febbraio 2012

Ho un sassolino nella scarpa, ahi!

In realtà i sassolini sono due e si chiamano Mario e Monti e la scarpa la indossa Largo Fochetti. Ci riferiamo a due recenti critiche al governo Monti apparse (ieri e oggi) su Repubblica.

Ieri, come ci segnala Francesca, il vice-diretùr che rispondeva alle mail, Massimo Giannini, si lamentava così con MM:
L’Italia si è finalmente liberata del governo populista del Cavaliere. Ma aspetta ancora il governo popolare del Professore.
Oggi invece lo schiaffone al governo lo dà Barbara Spinelli con il pezzo in prima:
Altrimenti non ci sarebbe chi pensa, allarmato, a una nuova architettura dell’Unione: più federale, dotata di un governo europeo cui gli Stati delegheranno sovranità crescenti. Ci stanno pensando Berlino e forse Roma, anche se Monti ha appena firmato una lettera con Cameron e altri europei in cui non si parla affatto di nuova Unione, ma di completare il mercato unico. Così le cose procedono lente, e il problema cruciale (le risorse di cui disporrà l’Unione, per un possente piano di investimenti) nessuno l’affronta.
Che qualcosa stesse scricchiolando, si era capito da tempo. Adesso aspettiamo le reazioni di Fundador e Diretùr.

2 commenti:

Frank ha detto...

Come si usa dire: meglio tardi che mai.

Francesca ha detto...

Sempre dal pezzo di MG riporto un passaggio per me davvero importante:

"C'è una clase dirigente che considera l'esperimento del Professore un punto di non ritorno. Dopo questo governo niente potrà e dovrà essere piu' come prima. Quindi bisogna trovare il modo di prolungare la "formula" per almeno un'altra legislatura. Troppe e troppo complesse sono ancora le riforme da fare. Non solo la crescita, il mercato del lavoro, le liberalizzazioni. A questo governo la comunità degli affari chiede di tutto e di più.
Abbattere i "privilegi della casta" e fare le "vere privatizzazioni", valorizzare il patrimonio immobiliare e "rifondare la PA", ripensare le authority e portare le PMI in Borsa. Non un programma emergenziale. Piuttosto un piano quinquennale. Oltre tutto da portare avanti "senza ascoltare le parti sociali". Come a dire senza farsi bloccare dai sindacati."

Ed ecco allora la conclusione di MG:

"Qui si annida la vera incognita, nell'endorsement che il Grande Capitale offre al Premier con il suo lunghissimo applauso (ndr a Piazza Affari). Piaccia o no, quello di Monti è visto da tanta parte del Paese come il governo delle élites. Un governo che rischia di essere appiattito sulla frontiera di un'altra antipolitica. Stavolta calata dall'alto e non salita dal basso."