Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Gentile dott. Porro,
ho visto il Suo blog mentre cercavo qualche informazione on line.
Le invio una email che ho scritto a Repubblica riguardo ad un pessimo pezzo di Angelo Aquaro sul Talmud. Non ho avuto naturalmente alcuna risposta, nè è stata pubblicata la mia precisazione.
Distinti saluti,
Federico Dal Bo
Gentile Direttore,
il recentissimo articolo del vostro inviato Angelo Aquaro ("Il primo indice del Talmud grazie a un tennista dilettante," La Repubblica, 30/12/11, pag. 41) ha attirato dapprima il mio interesse, già dall'occhiello in prima pagina, ma mi ha suscitato presto un senso di rabbia e vergogna per il numero esponenziale di falsità e gravi inesattezze che contiene e alle quali sento di dover rispondere per spirito di equità e per amore della cultura. Vorrei precisare quanto segue:
Il Talmud non è un commento al Pentateuco, bensì un commento in aramaico ad un testo di diritto, redatto in ebraico nel III secolo dell'era volgare. Più precisamente, il testo di diritto si chiama Mishnah, mentre il suo commento si chiama Ghemara. Dalla loro unione nasce il Talmud.
Altri testi rabbinici, come ad esempio la Sifra e Sifrey, possono considerarsi “commenti giuridici” al Pentateuco, specificatamente ai cosidetti libri giuridici come Levitico e Deuteronomio.
Il vostro inviato Aquaro sembra ignorare del tutto la circostanza per cui esistono un Talmud Palestinese (IV secolo e.v.) e un Talmud Babilonese (VI secolo e.v.), redatti quindi a circa due-tre secoli di distanza l'uno dall'altro. Per questo motivo, è assolutamente falso affermare che il Talmud fu frutto della diaspora, come afferma il vostro collaboratore Aquaro. Ci fu un Talmud redatto "in terra di Israele" e ci fu un Talmud redatto in "Babilonia". Solo quest'ultimo ha autorevolezza canonica, ma è profondamente influenzato dal Talmud Palestinese.
È assolutamente falso e ridicolo affermare che il Talmud "dapprima tramandato solo oralmente, (fu) messo per iscritto solo dopo l'invenzione della stampa". Il Talmud (tanto quello Palestinese che quello Babilonese) fu messo per iscritto quasi immediatamente, per timore che la “tradizione orale” andasse perduta. Le date esatte della redazione per iscritto del Talmud sono oggetto di dispute tra studiosi; comunque, il più antico manoscritto talmudico, MS Oxford Bodleian Lib. 267, è stato ritrovato nella Genizah del Cairo e risale all'XI secolo. Piuttosto, il Talmud fu uno dei primi testi ad essere stato stampato con l'invenzione della stampa
Compendi, indici e "schedature" del Talmud (Babilonese) sono sempre esistite nel corso dei secoli per cui è assolutamente falso e ridicolo affermare che la prima opera di indicizzazione sia stata fatta recentemente in cd-rom e poi da questo sedicente "tennista dilettante". Ad esempio, la grande opere Mishney Torah di Maimonide può venire considerata a tutti gli effetti una "sistemazione" dell'intero corpus talmudico. Come tale, infatti, fu osteggiata perché si contrapponeva al carattere "antidogmatico" del Talmud. Oppure ci si può riferire al monumentale “Dizionario della lingua del Talmud” (in ebraico) o alla “Enciclopedia Talmudica” (in ebraico) oppure alla grande traduzione in inglese fatta dalla Soncino Press negli anni Trenta, corredata, tra l'altro, da un dettagliato indice analitico.
Trovo sconcertante che La Repubblica pubblichi simili contributi senza verificare né la veridicità né la qualità dei testi dei suoi collaboratori.
Distinti saluti,
Dr. Federico Dal Bo
Freie Universitaet Berlin
4 commenti:
figurarsi, il talmud, e che sarà mai... ;-( lo stato dell'informazione forse è l'unica cosa peggio dell'economia e della fiubra morale del (ex) bel paese...
Allora Angelo, torniamo alla gara del cappuccino che è meglio...
però sono d'accordo sul ppr+ sul pezzo in ricordo di shadid.
E' proprio uno scandalo che non si sappiano questi concetti semplicissimi sul Talmud, un vero schifo.
(Professore, con rispetto, mi sembra che lei pretenda troppo)
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