Bultrini a Bangkok
Mastrogiacomo ad Atene
Marcoaldi a Tokio (dentro l’inserto viaggi ma vale lo stesso)Questo è il giornale che piace a me! Evviva!
Rampini a New York (dove vogliamo che stia a sfornare bellissimi articoli)
Zampaglione e Aquaro anche loro a New York
Visetti a Pechino (che alla faccia del wall of shame e di chi voleva la sua testa si riscatta da solo con il suo stile)
Ilaria
Da oggi, Ilaria diventa una collaboratrice (più o meno fissa) di PPR. Auguri. FS
11 commenti:
congratulazioni!
e grazie per le segnalazioni.
Francesca
Ma Rampini non era in Russia ?
Quindi nell'est europeo chi rimane, a parte i mordi-e-fuggi del Diretùr ?
3 corrispondenti tutti a new York mi sembra eccessivo, e trovo il tutto molto sbilanciato.
E nell'elenco manca Franceschini da Londra (annesso che possa definirsi corripondente, vista la quantità di aria fritte che di solito produce).
A Mosca c'è Nicola Lombardozzi.
gpp
Rampini è tornato a New York nel 2009 (dopo la lunga parentesi in Cina) ed è il corrispondente ufficiale, tutti gli altri sono inviati, tranne Zucconi che ormai ha figli e nipoti "americani" quindi non si potrebbe definire inviato. Ma l'America è grande e ce n'è per tutti.
L'est Europa è coperta dall'ottimo Tarquini, che in realtà è il corrisponedente da Berlino, e da occasionali inviati. A Mosca, come ha detto Enrico, c'è Lombardozzi.
Di Franceschini francamente non sentiamo proprio la mancanza. Delle notizie da Londra invece si.
Enrico, effettivamente una mappa con tutti i corrispondenti in questo blog non starebbe male! (adesso me sto ad allargà!)
Avevamo fatto una mappa nel 2008...chissà dov'è...
OT Piacevolissimo come sempre Ceccarelli, che, con amara ironia, passa in rassegna i grandi marchi italiani perduti.
http://video.repubblica.it/le-inchieste/i-fantasmi-di-carosello-sogni-del-made-in-italy-perduto/87333?video
Mi spiace dissentire dall'ottima Ilaria, ma Marcoaldi sull'inserto Viaggi non vale.
All'appello dei corrispondenti mancano Giampiero Martinotti da Parigi e Fabio Scuto da Gerusalemme.
Tra i collaboratori segnalerei anche Alberto Stabile da Beirut e, per quanto presenze meno abituali, Franco Zantonelli dalla Svizzera e Vincenzo Lanza dalla Svezia.
Siamo scoperti sul Sud America, ma qui varrebbe la pena recuperare uno storico intervento del nostro amico Omero Ciai che su questo blog spiegava molto bene l'atteggiamento distaccato dei giornali italiani verso quel continente.
Aggiungerei anche Pietro del Re. Sicuramente ne dimentichiamo qualcuno. Urge mappa con bandierine e nomi...chissá se la DeLellis ce ne presta una...
@ Barbapapa hai proprio ragione. Ieri sera leggevo un interessantissimo articolo sulle'estratto del NYT che la nostra ci offre. Raccontava proprio del Brasile e, più in generale, del Sud America. Di come stiano crescendo, di come sia diminuita in modo drastico la disoccupazione, ecc ecc. Certo, le diseguaglianze sono ancora molte, soprattutto di reddito, ma insomma.
A parte ciò ... ma com'è che quando leggo articoli scritti da un aglosassone mi sembra tutto più chiaro e ben esposto? Qui a aprte Rumiz, Jenner Meletti e pochi altri eletti quando scrivono reportage sono fuffissimi. Gradisco smentite e suggerimenti.
Gli anglosassoni sono maestri di fuffa e sanno essere ripetitivi e monotoni come pochi. E questo spiega anche come mai Franceschini si sia perso. Personalmente credo che lo stile di scrittura all'italiana sia di gran lunga superiore, dipende poi da chi scrive. Sull'argomento sudamerica invece hanno fatto una bella inchiesta poco tempo fa sull'argentina a 10 anni dal default. Ve la consiglio.
Audisio in Kenya? lo Sport non conta?
Rastignac
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