domenica 12 febbraio 2012

Scheletri nell'armadio.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
ti segnalo il post di Camillo in cui si parla delle lettere trafugate da Anonymous al regime di Assad: è uscito fuori un carteggio abbastanza singolare tra la giornalista di Repubblica Alix Van Buren e la portavoce di Assad, Bouthaina Shaaban. Ciao, Pasquale P.

Ecco cosa scrive Christian Rocca:
Questa notte ho segnalato che tra le email rubate al regime siriano di Bashar a-Assad dal gruppo di hacker chiamato Anonymous, secondo Lee Smith del Weekly Standard ce n’erano di potenzialmente imbarazzanti per Repubblica e la sua giornalista Alix Van Buren, specializzata in interviste-soffietto al dittatore alawita. 

Oggi ho trovato quelle email. Sono tre scambi del 2010. Posso confermare che sono molto imbarazzanti per il giornale di Largo Fochetti, anche al netto dell’inevitabile dose di corteggiamento che un giornalista è costretto a fare per ingraziarsi la sua preziosa fonte.
Le tre email rubate a Bouthaina Shaaban, portavoce del dittatore, svelano infatti un’aderenza totale della giornalista di Repubblica alle posizioni di Assad. Prosegue qui.

3 commenti:

ilaria ha detto...

A prima lettura sembrano veramente imbarazzanti, ad onor del vero però bisogna dire che:
. repubblica non è mai stata filo-assad
. i giornalisti sono figli di buona donna e per avere un'intervista farebbero dichiarazioni d'amore anche al caro lider
. nel mondo arabo le effusioni d'affetto sono molto più accentuate
. questa signora non mi sembra scriva cose da estremista

Gabriele ha detto...

Al netto dell’inevitabile dose di corteggiamento che un giornalista è costretto a fare per ingraziarsi la sua preziosa fonte non rimane niente. Lo scandalo è zero

Barbapapà ha detto...

Speravo che il nuovo impegno direttoriale alleviasse un po' dell'animosità ancestrale che Rocca riversa su Repubblica. Niente da fare. E' più forte di lui.

Il caso in esame, come scrive giustamente Gabriele, non presenta particolari imbarazzi se non, dal mio punto di vista, i regali che la giornalista di Repubblica avrebbe ricevuto dalla portavoce di Assad. Regole deontologiche serie dovrebbero prevedere molta attenzione su episodi simili, certamente non infrequenti nel mondo del giornalismo, pur nella consapevolezza di quanto sia difficile poi verificarne il loro rispetto.

Detto questo, le interviste a questi dittatori sono spesso di poco significato, più una mostrina da appuntare sul petto del giornalista che non veri scoop per le notizie che contengono.
Poi, solo Rocca può pensare che l'opinione di Repubblica su Assad sia veicolata da un'intervista di Alix Van Buren, e non dagli editoriali di Bernardo Valli o di Renzo Guolo.