domenica 5 febbraio 2012

Sondaggione: votate gli articoli PPR+ e PPR- di dicembre.

Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.

Buona lettura e buon voto!








Francesco Merlo, articolo del 2 dicembre Il codice di Don Verzè boss con la tonaca. Straordinario ritratto del discusso Don Verzè, “un boss che amministra i sacramenti, un don Calogero Vizzini con il crocifisso portato - fateci caso - all'occhiello, lì dove si mettono gli stemmi dei Lyons e del Rotary, e i massoni vi appuntano il ramo d'acacia e i gagà la mitica pansé”. Un prete chiacchierato e potente la cui inquietante gestione del potere aveva i tratti dello stile mafioso - “organizza attentati e distribuisce mazzette” -, si fondava sulla corruzione e faceva del lusso e delle spese folli la sua cifra distintiva. “(…) è come quei preti medievali che, convinti di essere illuminati dalla grazia, commettevano in nome di Dio ogni nefandezza, vivevano a statuto speciale, in sospensione dei peccati, in deroga”. “Il pezzo di Merlo su Don Verzè vale tutto il giornale” (Ilaria) 

Nicola Lombardozzi, corrispondenze dell’8 La primavera russa e 11 dicembre Dalla Russia parte la rivoluzione bianca a Mosca 100mila in piazza. Nel monolitico blocco di potere di Putin emergono finalmente le prime vistose crepe. Lombardozzi ci racconta con stile sobrio, ma molto efficace, lo svilupparsi della protesta, le sue ragioni e i suoi vessilliferi. “Molto bravo il corrispondente Nicola Lombardozzi nel raccontarci in questi giorni le proteste di piazza” (Barbapapà)

Michele Serra, l’Amaca del 9 dicembre. Ai tanti di sinistra che rimproverano al Governo Monti un’azione non di sinistra, Serra ricorda una semplice verità: non è un governo di sinistra, ed esorta a lavorare invece per costruire un’alternativa elettorale seria. “Spiazza l'Amaca di oggi: segna una virata rispetto alle posizioni di Michele Serra, finora coraggioso "capofila" del gruppo critico nei confronti degli entusiasti a priori sul premier Monti” (MUDD). Strepitosa la filastrocca I ministri a Riccione e la profezia dei Maya pubblicata il 30 dicembre e dedicata all'anno nuovo. “Sempre esilarante la filastrocca di fine anno di Serra” (Barbapapà). “un maikol serra da STANDA OVESCION!! (il mese di dicembre poi, è da antologia)” (Ginogoriwashere) 

Eugenio Scalfari, articolo del 27 dicembre Caro amico Giorgio Bocca una vita insieme alla tua fantasia. Ancora un lutto per la grande famiglia di Repubblica, e per il giornalismo italiano: muore Giorgio Bocca. Tra le tante belle pagine in memoria del grande giornalista piemontese spicca il dolente ricordo del Fundador. “Scalfari e Mauro mi sono piaciuti molto. Hanno delineato il personaggio senza compiacimenti o buonismi dovuti al caro estinto” (Kriss). “Non sono ancora riuscito ad andare avanti. Eugenio Scalfari emozionante. Il pezzo è bellissimo”. (Frank)

Gianni Mura, I 100 nomi dell’anno del 29-30-31 dicembre. Consueta, pirotecnica fine d’anno nel segno del grande Mura che assegna voti e giudizi ai personaggi della politica, dello sport, della cultura e dello spettacolo che hanno lasciato un segno, nel bene o nel male, negli ultimi 12 mesi. Una sorta di magistrale, imperdibile condensato della rubrica domenicale Sette giorni di cattivi pensieri. “Bellissime le parole dedicate a Giorgio Bocca: Il vento fischia ancora e morto lui ci si sente un po' più esposti.” (Barbapapà)

Pietro Veronese, reportage del 27 dicembre Tripoli riscopre la voglia di re torna la festa abolita da Gheddafi. Ancora un bel resoconto sulle prime settimane di libertà del popolo libico dopo i sei mesi di guerra civile e le migliaia di vite umane perse. Con un finale che vuole essere un augurio: “Se davvero i libici riusciranno a salvaguardare la libertà conquistata a così caro prezzo, allora quella che finora è stata chiamata la "primavera araba" potrà diventare per loro un'estate dai dolcissimi frutti.”. La sezione esteri come piace a noi feticisti. “Ottimo reportage di Pietro Veronese sulla Libia della transizione post-Gheddafi” (Occam) 

Giovanni Valentini, rubrica Il sabato del villaggio del 31 dicembre Quando il cittadino diventa giornalista. Valentini si sofferma su un esempio di successo di citizen journalism, sviluppatosi sul web, “quello offerto dal comitato romano "Basta cartelloni" che s'è mobilitato contro le affissioni pubblicitarie illegali nella Capitale, provocando la denuncia di 44 persone tra cui un dirigente del Campidoglio”. Valentini osserva che dall'avvento di Internet “l'informazione non è più una prerogativa esclusiva dei giornalisti: tende a essere diffusa, circolare, partecipativa, assembleare.”. E che a questa sfida esterna il giornalismo professionale deve rispondere cercando la collaborazione dei cittadini per ridurre “le distanze tra chi produce informazione e chi la riceve”. “Fa piacere che un giornalista dica finalmente le stesse cose, ovvero la famosa interazione tra cittadini e giornalisti” (Aghost) 








Enrico Franceschini, articolo dell’1 dicembre Quel che resta dell'impero di Sua Maestà britannica. Il 30 novembre si è svolto a Londra il più grande sciopero della Pubblica Amministrazione dai tempi di Margaret Thatcher. “Caos negli aeroporti, trasporti fermi, ospedali e scuole chiusi eccetera. Peccato che questo lo debba sapere dal Nemico, visto che l’ineffabile Franceschini, il “corrispondente” londinese che dovrebbe informarci sugli umori sociali del Regno, non sta corrispondendo affatto.” (GPP). Nell’edizione del primo dicembre le proteste londinesi sono state raccontate da Repubblica ai suoi lettori semplicemente con una foto, mentre sia il Corsera che la Stampa hanno richiamato in prima pagina la notizia e affidato ai loro corrispondenti il resoconto degli avvenimenti. L'ineffabile Franceschini, invece, ci ha intrattenuti sulle colonie dell'Impero Britannico. Su R2, la sua dimora abituale. Se questo è un corrispondente…

Elena Dusi, articolo del 12 dicembre Sbadiglio altro che noia è un gesto d’amicizia. Serve aggiungere altro? Ah, sì: su R2. 

Maria Novella De Luca, articolo del 12 dicembre In coda all'Apple Store dove il Natale è digitale. Imbarazzante marchetta formato maxi a favore della Apple con la fragile scusa dell’arrivo del Natale. “A questo punto c'è davvero da sperare che Apple sia un socio occulto di De Benedetti, altrimenti regalare tutta questa pubblicità gratis è veramente da fessi” (Fabio P.).

Enrico Sisti, articolo del 18 dicembre Kobe, un destino alla Tiger divorzio per troppa infedeltà. Spesso ci lamentiamo che la sezione sportiva lesina spazio agli sport minori. Poi accade che ci si ricordi dell’esistenza del popolarissimo basket NBA per offrire un articolo di puro e irritante gossip. 

Angelo Aquaro, articolo del 19 dicembre Il campionato del mondo degli artisti del cappuccino. Per dare la misura di questa corrispondenza, oltre al titolo, è sufficiente citare la conclusione in puro stile aquariano: “Così cambia l'America. I padri fondatori portavano tutti il cappuccio dei massoni: l'ultima moda dei nipotini è tutto un bollire di cappuccini”. Su R2.

Andrea Tarquini, articolo del 27 dicembre La formula del matrimonio perfetto. Più del sesso conta lo humour. Ahinoi, anche il sobrio Tarquini comincia a cedere con preoccupante frequenza alle lusinghe dell’aria fritta. 

Curzio Maltese, commento del 27 dicembre Perché i ricchi e scemi non fanno più ridere. Di fronte all’inevitabile usura del fenomeno cinepanettone, la celebre firma ci offre un’analisi di taglio politico-sociologico superflua e abbastanza discutibile. “Il crollo di incassi del cinepattone di Natale (…) è forse il primo e più clamoroso segno della fine dell' epoca berlusconiana”. “Maltese coglie l'opportunità di fare della sociologia sul presunto flop dei cinepanettoni. Infilando una banalità dietro l'altra. Mah!“ (Kriss) 

Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.

Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.

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