Nel suo editoriale di oggi sul Il Giornale, Nosferatu Sallusti parla della vicenda Gamberale e a un certo punto si chiede: "Tutto apposto dunque?".
Gamberale non lo so, ma l'italiano non è "apposto" per niente.
mi è capitato di trovarlo in varie occasioni proprio come vorrebbe significare la frase che hai citato e cioè: apposto = in ordine.
in effetti pure secondo me Sallusti è in errore, visto che apposto è il participio passato di APPORRE, mettere, applicare..... dunque che c'azzecca qui?
Credo che il nostro ALS Geppo, non si muoverà per cosi poco!
okay, è sbagliato anche se lo troviamo ovunque (il refrain di Tonino Di Pietro). Non tanto e non solo perché è dialettale: come tante altre espressioni, il folklore politico lo ha ormai “sdoganato”. È sbagliato nella grafia.
pero' pero'..... io non ho scritto "c'azzeccca" (con tripla c) come tu hai fatto invece!
Sono stato evocato ed eccomi qui. La grafia "apposto" per "a posto" è ovviamente errata (la buonanima di De Rienzo una volta tanto disse bene).
Non stupisce che Sallusti abbia unito le due parole applicando la cosiddetta cogeminazione (o raddoppiamento fonosintattico). E non tanto perché sia una sua resa spontanea (anzi: è di Como!), ma perché qui hanno influito parole come "apposta" o "apposto" (part. pass. di "apporre"). L'influenza è meramente analogica e l'analogia si basa solo sulla grafia, non sulla pronuncia, che, nel caso di Sallusti e di tutti i parlanti del Nord, è /a'pɔsto/.
Cambiando discorso, l'elisione del "ci attualizzante" in "averci" o "azzeccarci" è una questione spinosa. La grafia italiana vieterebbe una resa come "c'ha" o "c'azzecca": la loro pronuncia sarebbe infatti /'ka/ e /kadz'dzekka/ ("ca" e "cazzecca"). Trattandosi di espressioni popolaresche, a mio parere sarebbe il caso di adottare una grafia altrettanto popolaresca: "cià" e "ciazzécca". Certo, qui sacrifichiamo la trasparenza analitica all'ortografia, ma il contesto credo disambigui abbastanza. Qualcuno (Canepàri per esempio) propose "cj" introducendo così un diacritico nuovo, "j" (segno un tempo riservato all'approssimante palatale /j/ di "ieri"). Quindi "cj ha" e "cj azzecca". Ma mi sembra una soluzione un po' troppo colta.
10 commenti:
@ fabio p
mi è capitato di trovarlo in varie occasioni proprio come vorrebbe significare la frase che hai citato e cioè: apposto = in ordine.
in effetti pure secondo me Sallusti è in errore, visto che apposto è il participio passato di APPORRE, mettere, applicare..... dunque che c'azzecca qui?
Credo che il nostro ALS Geppo, non si muoverà per cosi poco!
:D
Sallusti, in italiano si scrive "a posto". E comunque, Francesca, non si scrive "c'azzeccca" (che si pronuncia cazzecca), ma "ci azzecca"
@ Anonimo ..... emulo di Geppo!
okay, è sbagliato anche se lo troviamo ovunque (il refrain di Tonino Di Pietro). Non tanto e non solo perché è dialettale: come tante altre espressioni, il folklore politico lo ha ormai “sdoganato”. È sbagliato nella grafia.
pero' pero'..... io non ho scritto "c'azzeccca" (con tripla c) come tu hai fatto invece!
:D
Sono stato evocato ed eccomi qui. La grafia "apposto" per "a posto" è ovviamente errata (la buonanima di De Rienzo una volta tanto disse bene).
Non stupisce che Sallusti abbia unito le due parole applicando la cosiddetta cogeminazione (o raddoppiamento fonosintattico). E non tanto perché sia una sua resa spontanea (anzi: è di Como!), ma perché qui hanno influito parole come "apposta" o "apposto" (part. pass. di "apporre"). L'influenza è meramente analogica e l'analogia si basa solo sulla grafia, non sulla pronuncia, che, nel caso di Sallusti e di tutti i parlanti del Nord, è /a'pɔsto/.
Cambiando discorso, l'elisione del "ci attualizzante" in "averci" o "azzeccarci" è una questione spinosa. La grafia italiana vieterebbe una resa come "c'ha" o "c'azzecca": la loro pronuncia sarebbe infatti /'ka/ e /kadz'dzekka/ ("ca" e "cazzecca"). Trattandosi di espressioni popolaresche, a mio parere sarebbe il caso di adottare una grafia altrettanto popolaresca: "cià" e "ciazzécca". Certo, qui sacrifichiamo la trasparenza analitica all'ortografia, ma il contesto credo disambigui abbastanza. Qualcuno (Canepàri per esempio) propose "cj" introducendo così un diacritico nuovo, "j" (segno un tempo riservato all'approssimante palatale /j/ di "ieri"). Quindi "cj ha" e "cj azzecca". Ma mi sembra una soluzione un po' troppo colta.
92 minuti di applausi per il nostro Geppo, indiscussa ALS!
tua devota sempre, Françoise.
grandissimo geppo.
per francesca: ma chevvordì ALS?
@ fs
AUTORITA' LINGUSTICA SUPREMA!
avvolte càpita!
A proposito, a Geppo il premio Commento del mese
nasce anche la Brigata Geppo... santo subito!
Non fatemi montare la testa: qui c'è un solo "supremo" ed è il FS. :-D
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