giovedì 29 marzo 2012

Vittorio Sgarbi spara a zero su Repubblica.

Vittorio Sgarbi, sul Giornaledifamiglia, se la prende con Repubblica per alcuni recenti articoli. In particolare nel mirino di Sallusti&C. sono finiti due republicones: Francesco Merlo e Piero Colaprico. Ma andiamo con ordine.

Per prima cosa IGDF critica il titolo utilizzato da Largo Fochetti sull'arrivo del papa a Cuba:
Il papa arriva a Cuba. Incontra il presidente Raùl Castro. La Repubblica osserva, con un velo di tristezza: «Accolto con una stretta di mano». Cosa si aspettavano? Una genuflessione o una bastonata? Due capi di Stato s’incontrano e si stringono la mano. Così fanno Obama e Monti. E, in generale, i caratteri riservati. Ma leggo che in una occasione precedente i due attori, le due prime donne, non gli esponenti del cattolicesimo e del comunismo, Wojtyla e Fidel, si abbracciarono. Un colpo di teatro. Oggi mancato dai due più freddini Joseph e Raùl. E capisco. 
Poi è il turno del collezionista di PPR+:
Francesco Merlo, amico di Oliviero Toscani, scrive insensatezze sullo scioglimento del consiglio comunale di Racalmuto, la città di Leonardo Sciascia. Sa perfettamente che di mafia, a Racalmuto, non c’è traccia. E siccome gli anni passano e le situazioni mutano, tra la Racalmuto del 1956, con i silenzi, l’omertà e l’assenza dello Stato, e la Racalmuto di oggi, non è possibile trovare un punto di collegamento nella mafia. Persino Merlo, implicitamente lo ammette, citando una considerazione dell’epoca di Sciascia: «Questo è un paese di mafia, una mafia più di atteggiamenti che di fatti, benché i fatti, anche se rari, non si può dire che manchino, nella specie dei morti ammazzati». Ha, Merlo, notizia di morti ammazzati a Racalmuto negli ultimi 20 anni? ...

... E visto che alle prepotenze è giusto ribellarsi, dovremo spiegare ai lettori di Merlo perché, dal Corriere, di cui era editorialista, passò a La Repubblica, per farsi paladino di ovvietà. E di bugie. Semplicemente perché, invece che lui, nominarono direttore del Corriere Stefano Folli. Merlo si ribellò a un’ingiustizia. Dovremmo dirlo «mischinu»?
Vittorio Sgarbi poi se la prende anche con Piero Colaprico per certe affermazioni sulla vicenda Ruby. Trovate tutto qua.

4 commenti:

x ha detto...

capra, capra, capra!

mmc ha detto...

Se Sgarbi dice che in un posto la mafia non c'è, forse bisogna mandarci la DIA.

anna ha detto...

Cito (dal blog di Vittorio Zucconi del 24/03/2012)
"Sette consigli comunali fra Calabria e Sicilia, tra i quali Salemi dove Sgarbi disse di non avere mai avvertito tracce di mafiosità, sono stati sciolti per mafia. E’ una buona notizia o una cattiva notizia?"

e costui fa il pelo a FM? mah.....

Michele ha detto...

Da lettore di Repubblica non riesco a capire perché mai mi dovrebbe interessare del perché Merlo passò dal Corriere a Repubblica. Per non parlare poi del nesso tra la rivelazione (inutile) di Sgarbi e la storia del comune di Salemi. Che c'azzecca?, come direbbe un famoso molisano. Mah!