Il sito IndyMedia Roma non ha apprezzato per niente la "pseudo recensione" del film Diaz fatta da Anais Ginori per repubblica.it e se la prende con tutta la redazione di Largo Fochetti:
Il gioco delle parti è fin troppo semplice. Non ce l’abbiamo con Anais Ginori, autrice del breve pezzo su “Diaz” di oggi su Repubblica.it. Forse ce l’abbiamo col qualunquismo della languida cosiddetta sinistra, col PD, con Repubblica tutta, con la sua redazione, con la sua visione impolitica, con la sua retorica più lenta dei twits e de “l’informazione dal basso” anche sofferta, sporca di sangue, di Indymedia, cui “ci siamo abituati”, con un po’ di insofferenza, eh Ginori?
La nostra, di retorica, è fin troppo scontata essendo, volendo essere partigiani.
Allora: non si riesce veramente a capire cosa pensi del film “Diaz” la Ginori-Repubblica.it. Non si può: forse perchè il dito che indica la luna ci invita a parlare della luna; forse. O forse non si deve capire, ordini di scuderia. Fatto sta che Repubblica ha davvero paura di esprimersi su eventi che il film RAPPRESENTA, forse bene, ma che di svista ricordano gli esiti di lotte (di classe) e di controrivoluzioni ben più forti, sudamericane. Con tutti i limiti e gli errori commessi in quel luglio del 2001 (un grosso errore ha nome Agnoletto), qui, e non a Repubblica, si parla di violenza di Stato, con un salto di qualità da terzo millennio orwelliano mai visto finora. Nè c’è mai occasione nelle pagine di Repubblica, per una presa di posizione. Ecco perchè si auspica, rapidamente, nel pezzo della Ginori, la “storicizzazione” dell’evento Genova 2001-massacro della scuola Diaz-assenza di verità e giustizia come dato da accettare-prescrizione per i mssacratori di Stato. Stato di cose che tanto, ormai è solo storia; mica repressivo potere onni-presente, DA ALLORA con qualità e raffinatezza di dominio ben superiori. prosegue qui
2 commenti:
Non so voi, ma io di questo pezzo non ho capito una minchia. Non ho capito cosa si imputa alla Ginori o di cosa si accusa la Repubblica oppure in generale di cosa parla il pezzo. Quelli che scrivono come questo tizio sono convinti di scrivere bene solo perchè scrivono complicato. Beh, coso, sappilo: non è così. D'altra parte, come diceva quello: perchè essere oscuri quando con un piccolo sforzo si può essere incomprensibili?
Sono d'accordo con Fabio, si capisce ben poco di quello che ha scritto Sofista. Da come ho capito io, in pratica si accusa Repubblica, e solo di riflesso la Ginori, di non aver condannato gli eventi di quella notte, preferendo con quest'articolo parlare "solamente" del film. Punti di vista, tra l'altro: secondo me una critica cinematografica che non fa morale ma si occupa "solamente" di cinema è un pregio, non certo un difetto. Se poi, come in questo caso, ci sono motivi per approfondire cosa c'è dietro, cosa ha portato alla necessità di realizzare il film, è giusto farlo in un altro articolo, scritto da qualcuno che si occupa di quell'argomento e non di cinema.
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