sabato 19 maggio 2012

Un bell'otto per il nuovo Sette.



Sarà il cocktail Martini - la griffe di Paolo sul nuovo corso del settimanale del Nemico conferma il depauperamento di IL gestione Christian Rocca -, sarà la maestria dei grafici di LeftLoft, sarà il formato rimpicciolito unito alla piacevole e riconfermata carta, ma il Sette diretto da Vercesi temo darà filo da torcere al nostro Venerdì. E - ancora di più - temo che Largo Fochetti risponderà con un (ennesimo) restyling, o forse si limiterà a inseguire il Nemico sul terreno dell'allegato ad hoc sui programmi tv.

La guida di Sette - ancora più piccola delle riviste del settore, tipo Telesette, Telepiù etc. - è il valore aggiunto di un prodotto godibile nel suo ricalcare la precedente grafica.

Inciso: il lancio che parla di un Sette con «più pagine» è ingannevole, dal momento che l'aumento nella foliazione è diretta conseguenza del formato rimpicciolitosi ...

Detto ciò, i contenuti non deludono. Da segnalare la presenza di Lucrezia Dell'Arti, brava figlia d'arte e scusate la cacofonia, che viene così smistata da Io Donna.

Bella la pagina di Camilla Baresani che unisce il trend dell'enogastronomia alla leggerezza letteraria con cui l'abbiamo apprezzata - sempre sul femminile del Nemico - nei raccontini del sabato.

Di fatto, Sette si caratterizza come spin-off di tutti i prodotti della casa madre: più firme nei servizi importanti (a proposito: paradossale che il servizio di copertina della prima uscita sia opera di Gianluigi Nuzzi - firma di Libero da qualcuno data in avvicinamento a via Solferino, ma pur sempre ancora in forza a Libero) e giornalisti che ruotano. Anche in questo caso, sembra di rivedere la filosofia del Venerdì, con una squadra rodata a fare da zoccolo duro e un tourbillon di Merli e Maltesi e Bolzoni a impreziosire.

Non resta, dunque, che analizzare il numero del Venerdì nella prima giornata di scontro diretto ...
(segue)

MUDD

3 commenti:

Gabriele ha detto...

A me sembra nei dintorni del folle, ormai, proporre un giornale così pieno di roba da leggere, non so se impazziscono di più i redattori che devono farlo o i lettori che devono tentare non dico di di leggerlo ma anche solo di raccapezzarcisi

Tiberio ha detto...

Caro Gabriele, a ognuno le sue letture. chi si accontenta di tutto il resto - tv, web e quotidiani, che, lo so, già di per sé sono un bel martellamento - può scegliere di non comprare Sette, o no? altra cosa è negare a priori un buon prodotto a chi ha tempo e voglia (e soldi...) da spendere. Lo so che spesso veniamo investiti da un'ansia da prestazione in edicola, ma ad avercene di possibilità di scelta e contenuti di qualità da selezionare ... Reality, talent e talk-show ci stanno narcotizzando, per non parlare di certa informazione - tv e non solo.
Troppe cose da leggere, tu dici? A 'sto punto allora chiudiamo le librerie!
E poi un'altra cosa: davanti al costante ed esponenziale impoverimento della televisione - con le reti del servizio pubblico appiattite sulle boiate imposte da trent'anni di junk-tv commerciale - io rimpiango trasmissioni come "Telesogni". Se andasse ancora in onda, la gente potrebbe passare oltre; mentre io che vorrei imbattermici facendo zapping, posso al massimo coltivare un sogno. appunto. mi sembra una castrazione della libertà di scelta, che dici?

Frank ha detto...

Ottima analisi di MUDD che condivido (a partire dalla carta). Attilio Giordano e la sua band dovranno recuperare terreno. Eh, sì, perchè "Sette" si è portato avanti.