lunedì 30 luglio 2012

Ma che combina il Fundadòr?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
tra le medaglie olimpiche, il caldo e le ferie è passato inosservato lo scandaloso editoriale di ieri di Scalfari. Mi riferisco all’ultima parte quella che parla della morte di D’Ambrosio. Certe parole te le aspetti da altri giornali ma fa molto male vederle scritte dal giornale che acquisti tutti i giorni da 25 anni.

Le accuse che Scalfari muove ai soliti giornalisti (Travaglio & C.) per aver sconvolto a tal punto il consigliere del Quirinale tanto da procurargli l’infarto sono assolutamente vergognose, blasfeme, assurde e fuori da ogni logica. La chiusa poi sulle dubbie “capacità professionali” della Procura di Palermo mi lascia letteralmente senza parole.

Mi chiedo dove Repubblica abbia intenzione di arrivare, mi chiedo cosa avrebbe pensato D’Avanzo di tutto questo, mi chiedo come mai non si sia ancora pronunciato Saviano su questa vicenda dato che Repubblica lo utilizza a piacimento come portabandiera dell’antimafiosità.

Mi chiedo come mai Scalfari dopo averlo fondato abbia deciso di distruggere questo glorioso giornale.

Ilaria

14 commenti:

illustrAutori ha detto...

ineccepibile Ilaria, è sembrata una cosa deprimente anche a me... Per citare il neo80enne Quino, "Fermate il mondo, voglio scendere!"

angelo ha detto...

Totalmente d'accordo con Ilaria, anche sul riferimento a D'Avanzo (mi manca tantissimo). In più direi che le posizioni di Scalfari sulla vicenda Quirinale-procura di Palermo-ruolo dei giornali stiano improntando la linea editoriale. Rimangono, per fortuna, Cordero e Spinelli

Michele ha detto...

Io invece sto ancora aspettando che qualcuno mi spieghi il nesso che c'è tra il conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale con l'inchiesta di Palermo, visto che in più di un'occasione quella stessa procura ha precisato che nelle intercettazioni tra Napolitano e Mancino non c'è nulla di penalmente rilevante.

Barbapapà ha detto...

Scandaloso l'editoriale di Scalfari? Ineccepibile, direi.

Il Fundador non ha affatto accusato alcuni giornali e uomini politici della morte di D'Ambrosio, ma che vi sia un nesso di causalità lo hanno pensato tutti. Scalfari si è prudentemente limitato al termine "ipotesi" e a rilevare quanto D'Ambrosio avesse sofferto per tale questione.
Per il resto, sarà pur libero Scalfari di criticare una campagna stampa e politica, lui che è attaccato da decenni per le proprie?
La linea del giornale sulla questione Napolitano e intercettazioni è molto chiara e netta e l'articolo si muove in quel solco.

Riguardo alle "capacità professionali" della Procura di Palermo, Scalfari si riferiva chiaramente alla vicenda del falso pentito Vincenzo Scarantino.

Michele ha detto...

Quoto Barbapapà.
E aggiungerei poi, che sarebbe bello che qualcuno si scandalizzasse anche dei tantissimi attacchi (il più delle volte pretestuosi) che il Fatto un giorno sì e l'altro pure lancia verso Repubblica.
Quando la gente capirà che il fine di quel giornale è solo quello di gettare fango su Repubblica per potergli sfilare qualche lettore, sarà sempre troppo tardi.

ilaria ha detto...

E no caro Barbapapà non sono affatto d'accordo.

1. Scalfari non si è limitato al termine "ipotesi" ci si è solo nascosto dietro.

2. Certo che può fare la campagna stampa che vuole ma per me ha perso ogni credibilità. Non si può sollevare il mondo in difesa delle intercettazioni e poi fare una campagna contro chi le pubblica tutte anche quelle che toccano i suoi amici. Siamo sempre lì la legge è sempre più uguale per qualcuno.

3. I giornalisti a cui lui ha dichiarato guerra da un pezzo non hanno accusato nessuno si sono solo limitati a riportare una telefonata, cosa che avrebbe dovuto fare anche il suo giornale.

4. Questo valzer di interviste per avvalorare codici e codicilli per niente chiari sulla presunta violazione della legge da parte della Procura di Palermo sta rendendo il giornale ridicolo e i suoi giornalisti imbarazzanti, loro malgrado. Il solco, come dici tu, tracciato dal giornale è chiarissimo: affiancare Napolitano in questo assurdo e inutile conflitto istituzionale che agli italiani non porterà assolutamente nulla.

5. Tutta questa fretta nel voler distruggere delle conversazioni già giudicate irrilevanti e di cui si è già decisa la distruzione è per qualsiasi cittadino quantomeno inquietante. Le ombre stanno provvedendo a costruirsele da soli.

6. Riguardo alle "capacità professionali" della Procura di Palermo è ovvio che si riferiva al falso pentito Scarantino, errore che qualsiasi procura avrebbe commesso e che non toglie nulla alla bravura di questi magistrati.

7. Da cittadina italiana e da siciliana sono anch'io convinta che la verità non la sapremo mai, ma non per le dubbie capacità dei magistrati di Palermo, ma per colpa di chi quella verità la conosce benissimo e sta cercando di difenderla con ogni mezzo.

8. La partenza di Ingroia per il Guatemala mette definitivamente la parola fine a tutto. Con buona pace della verità e di Scalfari.

Anonimo ha detto...

L'editoriale di Scalfari rappresenta il peggior esempio vivente di giornalismo "tacere e sopire", un pezzo più realista del re che di fatto manda a donnine di malaffare (eufemismo...) quel giornalismo d'inchiesta che Repubblica ci aveva abituato.

Avesse scritto questo editoriale un Sallusti o un Feltri avremmo gridato allo scandalo (e Michele Serra li avrebbe distrutti sulla sua "amaca"). Invece, l'editoriale è "ineccepibile" e il colpevole è il "Fatto" che "getta fango" (che magari, nel bene o nel male, ci stia provando a scoprire qualcosina in più sulla trattativa no eh?).

Le difese a Scalfari mi ricordano le esclamazioni di Calboni... "è un bel direttore!"

Peo

Michele ha detto...

Sì, ma questo conflitto di attribuzioni sollevato dal Capo dello Stato, può in qualche modo bloccare l'inchiesta sulla presunta trattativa Stato-Mafia? Se sì, in che modo?

ilaria ha detto...

In teoria non blocca nulla perché quelle telefonate sono già state giudicate irrilevanti, resta il fatto che ancora una volta i magistrati di Palermo vengano screditati, e questa volta dalla più alta carica dello Stato, insultati e infangati dai giornali, e questa volta anche da Scalfari. Salvo poi elevarli ad eroi da morti.
Aspettarsi che la giustizia faccia il suo corso senza "coordinamenti da sollecitare, magistrati da richiamare e incontri da auspicare" come ha detto Salvatore Borsellino, è davvero chiedere troppo in questo paese.

Michele ha detto...

Ecco, non blocca nulla perché quelle telefonate sono state giudicate irrilevanti. Tutto il resto è solo fuffa per poter vendere qualche copia in più o scippare qualche lettore.

Michele ha detto...

Io mi chiedo a chi giova questo clima da tutti contro tutti che il Fatto Quotidiano sta portando avanti sin dal giorno della sua uscita nelle edicole. Stanno avvelendando i pozzi, ecco cosa stanno facendo. La gente non si fida più di nessuno, non coglie più le sfumature, e allora ecco che un Bersani viene paragonato a un Berlusconi, un Monti allo Scilipoti di turno, e così via. Voglio proprio vedere dove ci porterà questo modo di (s)ragioanre.
Ah, già, dimenticavo: alla fine ci salverà Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle.

Anonimo ha detto...

Michele...avvelenando i pozzi???

Cioè, parliamo di una vicenda oggettivamente grave - di cui magari sarebbe importante saperne qualcosa di più... o no? visto che parliamo di un presunto coinvolgimento diretto dello Stato! - lasciata sotto silenzio da praticamente il 99% della carta stampata ma il Fatto "avvelena i pozzi".

Il Fatto - magari in modo irruento, magari con poco savoir faire - almeno PROVA a scavare un pochino a fondo, differenziandosi dalla campagna di "mettiamo tutto a tacere" che i giornali stanno portando avanti.

Da Repubblica avrei voluto - possiamo discutere il MODO, certo - vedere un po' di coraggio in più, invece mi ritrovo con un giornale sulle stesse posizioni di Feltri e Sallusti! Questo dovrebbe far riflettere... non tanto i lettori, quanto gli "scriventi".

Oh, altro che muro di gomma...

Michele ha detto...

@Anonimo, ma il conflitto sollevato dal Capo dello Stato mica blocca il resto dell'inchiesta, riguarda solo delle telefonate giudicate irrilevanti dal punto di vista penale dalla stessa procura di Palermo. Quindi, di cosa stiamo parlando?

Anonimo ha detto...

Non riesco a loggarmi (sarei Peo... mi spiace apparire da "anonimo" ma non voglio coprire chissà che).

E' da anni che sui giornali si leggono paginate di intercettazioni, molte di queste anche irrilevanti. Ma le abbiam lette.


Ora, accade che Nicola Mancino - un normalissimo cittadino come tutti noi... - venga intercettato. E non viene intercettato perchè presunto colpevole di una sosta vietata, ma è sospettato di una faccenda un po' più grave.Dentro alle varie telefonate registrate, in cui notiamo una certa preoccupazione di Mancino, c'è dentro la voce del presidente della repubblica.

Non sappiamo cosa contengano queste telefonate, magari consigli su dove andare a mangiare. Però, improvvisamente, con ardore, il presidente della repubblica si sveglia dal suo torpore erigendosi a garantista, intimando con forza di "non pubblicare assolutamente niente" e di fatto ponendo dubbi sull'operato della Procura di Palermo (fino a ieri, invece, si parlava di "necessità del rispetto della magistratura").

Ora, se le telefonate sono irrilevanti sul piano penale, mi domando il perchè tutto questo ardore (dopo che, in 6 anni, non ho visto particolari campagne mediatiche contro le intercettazini). Perchè tutta questa preoccupazione, perchè si è arrivati addirittura a dubitare di alcuni PM.

Se io non avessi nulla da nascondere, alla pubblicazione della mia voce in 2 telefonate direi "chissenefrega". Anzi, sarei ben felice di mostrare al mondo la mia purezza. Invece, si vuole ad ogni costo "tacere e sopire". Se sono così irrilevanti, perchè questo comportamento (dopo anni di silenzio, tra parentesi...) così deciso?

Comportandosi in maniera così stizzita, il Presidente della Repubblica non fa
che alimentare l'ipotesi secondo la quale nelle conversazioni con Mancino ci siano delle cose “losche” delle quali è bene tenere all'oscuro l'opinione pubblica.

Sulla trattativa stato mafia (e sulle stragi di stato...) ci sono ancora troppi punti oscuri e c'è ancora troppa poca voglia di arrivare alla verità. Dal mio presidente della repubblica vorrei vedere un po' di coraggio nel provare a trovare la verità, non a fare carte quarantotto per nascondere una intercettazione in una vicenda globalmente molto spiacevole. Se vogliamo far vincere la Ragion di Stato, facciamolo pure. Ma almeno si abbia il coraggio di dirlo, anzichè sentire - ad ogni commemorazione - i triti e ritriti discorsi dei nostri rappresentanti dello stato. "E' neccessario fare di tutto per scoprire la verità" disse testualmente il nostro presidente della repubblica...ecco, direi che possiamo inziare seriamente...

Peo