mercoledì 11 luglio 2012

A proposito di Mundial.

Commovente e intenso, ma anche un filo snob, il ricordo di Edoardo Nesi di quella storica vittoria di trent'anni fa apparso oggi su Repubblica. Emozionanti le ultime righe:
Fu una vittoria collettiva, l’inatteso, totale trionfo calcistico di un popolo che si sentì rappresentato dalla splendida diversità dei tipi italiani incarnati nei giocatori: c’era il vecchio Zoff e il putto Antognoni, Rossi sgusciante d’astuzia medi- cea e Gentile duro come un fabbro. C’era l’eleganza nobile di Scirea e il fescennino di Bruno Conti. C’era lo sgraziato Graziani e il barone Causio, e finimmo tutti per unirci all’urlo munchiano di Tardelli, che di quell’attimo e di quell’urlo m’ha confessato non ricordarsi nulla, tanto era felice. Non so perché la vittoria nel Mundial 1982 sia rimasta così forte e a lungo dentro di me e dentro al grande cuore dell’Italia, infinitamente più della pur grandissima ma rabbiosa, cattiva, quasi privata vittoria del 2006, ma è così. Forse non credevamo che i nostri calciatori fossero così bravi e, a vederli trionfare in quel modo, tutta l’Italia avviò a sospettare d’essere migliore di quanto credesse. Eravamo un paese giovane, a caccia di riscatto e di vittorie, carico di quell’energia che Tardelli mostrò a tutto il mondo e che urlava che non c’era nulla che non potessimo riuscire a fare. O forse ero giovane io, e la ricordo così. Era il 1982, maledizione, l’età dell’oro.

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