mercoledì 22 agosto 2012

Fundadòreide (22 agosto 2012 parte prima).

Sulla'affaire Scalfari-Zagrebelsky, segnaliamo due interventi oggi su Repubblicanella pagina dei commenti, a firma di Franco Cordero e Giuseppe Maria Berruti. Quello di Cordero, come scrive la nostra amica Arianna Ciccone su Twitter, è sostanzialmente un cazziatone presidenziale.

Intanto le reazioni continuano. Sul sito di Europa Quotidiano, si parla di "Grande divorzio di largo Fochetti. E stavolta Repubblica rischia grosso", un pezzo che tiene accesa la polemica di questi giorni:
Uno scontro violento come quello che sta andando in scena fra Repubblica e Il Fatto verosimilmente qualche ferita la lascerà: sulla pelle di chi non si sa con certezza, però, forse per la prima volta, il giornale fondato da Scalfari rischia. Rischia copie. Rischia contraddizioni interne. Infatti la guerra gli è scoppiata in casa. Mai si era visto un dissenso così clamoroso e plateale fra il fondatore, Eugenio Scalfari, e uno dei più autorevoli commentatori, l’ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky.
Nello stesso pezzo viene riportata la reazione di Giuliano Ferrara che giustifica il silenzio del Diretúr:
Ezio Mauro ha fatto benissimo a pubblicare Zagrebelsky e la replica di Scalfari, i giornali sono belli quando sono divisi, mica mi scandalizzo – a me scandalizza solo Ingroia... – io avrei fatto lo stesso al suo posto. Ezio un po’ lo assolvo per il suo silenzio di questi giorni. Poi, certo, dovrà dire come la pensa, sceglierà lui come e quando farlo. Mauro è più giornalista che partigiano, anche se con Zagrebelsky l’anno scorso ha scritto un libro, è molto torinese anche lui...Repubblica è in una situazione difficile, ha la guerra in casa, è stata colpita...


Immancabile anche il gongolamento di Libero, che rincara la dose con un pezzo di Francesco Borgonovo dal titolo "Barbapapà ripudiato dalle sue creature" che affonda la lama nel costato di Largo Fochetti:
Fosse una scaramuccia fra testate concorrenti, tutto normale. Il problema è che Eugenio ha portato sconquasso anche all’interno del giornale che fu suo e che ora è di Ezio Mauro. A dargli torto sono alcune delle firme più illustri, che si sono rese colpevoli di intelligenza col nemico, mettendosi a flirtare col commissario Travaglioni. Non a caso ieri il Fatto sciorinava raggiante l’elenco dei transfughi: Barbara Spinelli, Stefano Rodotà, il giurista Franco Cordero, il suddetto Zagrebelsky. Tutti editorialisti di Repubblica:  la rivolta degli schiavettoni. 

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