mercoledì 1 agosto 2012

Guerra sacrosanta.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,
penso che notizie come questa meritino la massima diffusione. Io sto dalla parte dei professori italiani che rifiutano di far lezione in inglese. Al di là delle argomentazioni di cui parla l'articolo, che possono avere maggiore o minore rilevanza sul piano giuridico, penso sia pericolosamente superficiale imporre a un gruppo di persone non necessariamente superdotate sotto il profilo delle competenze linguistiche di fare lezione in una lingua che non padroneggiano in modo ottimale. I danni di questa scelta mi paiono evidenti:
- gli studenti si disabitueranno a esprimersi e a pensare in italiano e, salvo rari casi di autodidatti di talento, impareranno a barcamenarsi in un inglese approssimativo quando si occupano di determinate materie; 
- le conoscenze tecnico-scientifiche verranno insegnate e imparate con minore efficacia e chiarezza;
- l'italiano tecnico-scientifico continuerà a impoverirsi perché una lingua, per  mantenersi efficace, dev'essere praticata (con il giusto grado di orgoglio). 
L'Italia ha bisogno di investimenti e di politiche serie per accrescere le competenze linguistiche degli scolari e degli studenti. Questa è solo una scorciatoia ridicola e dannosa. Spero che gli studenti si battano al fianco dei loro insegnanti per evitare questa catastrofe.

Saluti, Antonella


1 commento:

mad283 ha detto...

Pienamente d'accordo con Antonella. Va detto, però, che qualcosa per migliorare la conoscenza dell'inglese da parte degli italiani bisogna fare, perché è incredibile il numero di persone che non sa nulla di questa lingua. Certo, questo sarebbe il modo più sbagliato possibile, visto che andrebbe a detrimento della conoscenza dell'italiano, che già è generalmente peggio che zoppicante.