mercoledì 22 agosto 2012

L'unico tratto in comune tra Scalfari e Travaglio è la lunghezza degli articoli.

Il pezzo di oggi sul Fatto Quotidiano a firma di Marco Travaglio, presenta una serie di opinioni spacciate come verità incontrovertibili e la solita spregiudicatezza nel rileggere le frasi altrui.
L'affermazione di Scalfari circa il rischio di essere usati in una manovra contro Napolitano riflette solo l'attuale momento politico in cui è evidente che c'è un tentativo di screditare l'unica persona che è riuscita a dare una chance di sopravvivenza a questo Paese. Tentativo a cui il Fatto e il suo referente politico non sono certo estranei.

Mettere poi sullo stesso piano Napolitano e il trio presidenziale Segni, Leone e Cossiga è un capolavoro che può riuscire solo a Travaglio.

Riguardo alla frase relativa ad un ex Presidente della Consulta che non dovrebbe esprimersi su un ricorso alla Corte, ebbene è stato lo stesso Zagrebelsky a scriverlo, Scalfari ne ha solo rimarcato la contraddizione.
Ricordare poi a Scalfari i successi della magistratura siciliana contro la Mafia è ridicolo: nel 1993 chi è che dirigeva Repubblica e celebrava la cattura di Riina? Scalfari, nell’osservare la scarsità di risultati, faceva riferimento all'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Non è che ogni volta che si esprime una critica occorre anche passare in rassegna le benemerenze del criticato...

Sulla visibilità mediatica di Falcone, poi, Travaglio ha volutamentre travisato le parole di Scalfari che intendeva stigmatizzare le eccessive esternazioni di Ingroia sui procedimenti in corso (fino addirittura ad invocare, in un'intervista, la "ragione di Stato" per uscire dal cul-de-sac in cui si è infilato). Falcone non aveva timore a portare la sua testimonianza in pubblico, consapevole com'era dell'importanza di diffondere il verbo della legalità e la conoscenza della criminalità organizzata, ma il taglio e la finalità erano completamente diversi da quelli esibiti recentemente da Ingroia. Era questo il senso delle parole di Scalfari.

Rimane per me condivisibile solo la disapprovazione dell'equiparazione da parte di Scalfari della lotta tra Stato e mafia ad una guerra con la conseguente legittimazione della trattativa. Ma anche qui non poteva mancare l'affermazione velenosa di Travaglio che motiva la linea della fermezza tenuta da Scalfari e da Repubblica negli anni delle BR, da lui evocata nell’editoriale di domenica scorsa, con convenienze politiche di parte. Penoso veramente.

L’unico rammarico che ho, in queste giornate, è di non poter contare sull’indimenticato Peppe D’Avanzo che smascherò abilmente a suo tempo lo stile travagliesco.

Barbapapà.

16 commenti:

ale ha detto...

veramente d'avanzo su sbugiardato platealmente da travaglio che gli rispose più volte punto per punto evidenziando tutta l'inconsistenza dei suoi interventi.

ale ha detto...

proprio come con scalfari questa volta...eugenio, poverino, chissà quali parole avrebbe speso se gli stessi comportamenti di napolitano fossero stati adottati da un certo mr b.

Anonimo ha detto...

in questo articolo si accusa travaglio di esprimere opinioni spacciate per verita' inconfutabili; con lo stesso metro di giudizio si potrebbe dire che anche questo articolo contiene opinioni,non fatti.

Michele ha detto...

"Gli unici che si permettono critiche argomentate sulla gestione sgangherata e autolesionistica del caso Quirinale-Mancino (dunque dopo e non prima degli esiti dell’inchiesta palermitane) sono: in Parlamento, l’Idv; in edicola, il Fatto; sul web, Grillo."

"dopo e non prima"??? Ma che bugiardo! Ma se è dal giorno della sua uscita che quel giornale ha sotto attacco il Capo dello Stato.

E ancora:
"un giornalista dovrebbe verificare cosa dice la legge e come si sono svolti i fatti, non chi si “rafforza” e da chi si viene “usati” sostenendo questa o quella tesi"

Bene, ma poi dice:
"Scalfari era contrario alla trattativa per Moro anche perché all’epoca era il suggeritore del compromesso storico Dc-Pci"

Ridicolo.

E ancora:
"Se Scalfari leggesse le carte dell’inchiesta di Palermo di cui si occupa ogni domenica"

Scalfari tratta questo argomento ogni domenica? Veramente sono loro che lo trattano ogni santo giorno (altro che la sola domenica).

Mi fermo qui, ma ce ne sarebbero di altre ridicolaggini dello stesso calibro.

gabri ha detto...

Non capisco per quale motivo molti continuino a tirare in ballo Berlusconi. Non si possono fare paragoni. Berlusconi mirava a trarre vantaggi privati dall'esercizio di una carica pubblica. Napolitano ha agito in quanto Presidente e nel pieno delle sue facoltà cercando di salvaguardare la più importante istizione italiana e lo Stato (poi magari per alcuni non è così), ma non se stesso in quanto cittadino. Però con Berlusconi e il suo rapporto con la magistratura non c'entra nulla tutto ciò.

gabri ha detto...

Oggi Cordero e Bruti liberati sull'argomento. Bene.

Antonio Lo Nardo ha detto...

Barbapapà è Eugenio Scalfari.
E' l'unica spiegazione.

Michele ha detto...

@Gabri:
Se ti riferisci a Repubblica allora l'altro è Giuseppe Maria Berruti non Bruti Liberati.
P.S. concordo con il tuo post e, ovviamente, con quello di Barbapapà.

g ha detto...

michele hai proprio ragione, super lapsus.

Valerio ha detto...

Lasciate stare il povero D'Avanzo, sbugiardato in ogni dove da Travaglio.

Il fondo di Scalfari e' stato ridicolizzato daTravaglio grazie a Fatti incontrastabili e incontestabili (e non a opinioni come qui si vorrebbe far intendere)
Ma in questo periodo nascondere i Fatti (vedi caso Ilva, Risultati REALI governo Monti, ecc.) sembra lo sport preferito di Repubblica, prona sulla linea governativa:

Un consiglio per recuperare credibilità : pensionatelo !

ilaria ha detto...

Scalfari dice che la trattativa servì per curare i feriti e seppellire i morti. Probabilmente Saviano lo avrà già chiamato per ricordargli come stanno le cose.

La trattativa serve alla mafia per esistere e alla politica per sopravvivere. Mezza Italia rappresenta un bacino elettorale infinito che viene spostato a piacimento a seconda dei vari accordi raggiunti (tutti ricorderanno i 60 deputati su 61 eletti in Sicilia in epoca berlusconiana).
Se il cordone dovesse essere spezzato certa politica non esisterebbe più da un pezzo e la mafia oggi sarebbe ridotta al lumicino (contrariamente a quanto dice Scalfari).
C'e' gente che sta rischiando la vita per questo ma per qualcuno l'Italia non e' ancora pronta per queste verità.Io credo invece che gli italiani siano prontissimi e lo stanno dimostrando pienamente!
C'e' la crisi finanziaria? L'Italia perderebbe credibilità proprio ora che stavamo recuperando?
Economisti molto piùesperti di me potrebbero spiegare che se finalmente mezza Italia si liberasse degli aguzzini che la tengono in ostaggio avvierebbe uno sviluppo economico senza precedenti trascinando ovviamente tutto il paese. Da zavorra a traino. E' ancora da considerarsi utopia? Certo, finché ci sarà gente disposta a trattare per leccarsi le ferite...

Michele ha detto...

@Ilaria, al di là di chi ha torto o ragione, le è mai venuto il dubbio che qualcuno stia strumentalizzando questa vicenda per un secondo fine, magari per favorire qualche nuovo movimento politico fondato sul populismo (come se ce ne fosse bisogno) che crei scompiglio nella già delicata situazione politica italiana?

Anonimo ha detto...

Quoto Michele, tranne quando da del lei alla dolce Ilaria.

ilaria ha detto...

Michele, la storia del partito populista e' infondata quanto quella del partito di Repubblica, fa parte del piano di discredito contro chi dissente.
La verità e' che gli italiani ne hanno le scatole piene di questi politici aggrappati alle loro poltrone da 40 anni neanche fossero i peggiori dittatori (che uno ad uno stanno facendo una brutta fine e questo li disorienta perché hanno capito la forza che può avere la gente esasperata).
Io non sono né populista né grillina ma in questo paese e' arrivata l'ora di un po' di aria pulita.
Non si chiama rivoluzione ma molto più democraticamente ricambio generazionale.
Non fraintendermi, non e' che la soluzione deve arrivare dalla magistratura, questo sarebbe assurdo e anti democratico. Però
iniziare a fare un po' di luce sul passato aiuterebbe molto a costruire il futuro.


(scusate le e apostrofate ma questa tastiera e' difettata).

Michele ha detto...

Scusi Ilaria, ma mi sono un po' perso: non si parlava del conflitto tra Napolitano e la procura di Palermo? Sul ricambio generazionale della classe politica sono parzialmente d'accordo con lei. Nel senso che non sono così sicuro che questo sia il momento giusto per una "rivoluzione" in tal senso.

p.s. i captcha mi stanno facendo impazzire.

ilaria ha detto...

Michele piantala di darmi del lei ho quarant'anni mica ottanta!!!
Purtroppo e' tutto collegato caro mio. Questo conflitto istituzionale porterà un inevitabile indebolimento della magistratura di Palermo (l'esito della consulta, come dice zagrebelsky, e' scontato). C'e' un intero parlamento pronto a festeggiare con lo spumante in mano perché questo potrebbe compromettere il processo (sempre che si faccia) sulla trattativa e quindi sostanzialmente la fine delle seconda repubblica, come il processo mani pulite fece finire la prima repubblica. Cosa verrebbe dopo nessuno lo sa ma credo che ormai stiamo raschiando il barile e peggio di cosi difficilmente si possa fare.