martedì 11 settembre 2012

Notato niente invece nell'edizione autentica di oggi?

Collegandosi alla finta e intelligente prima pagina pubblicata questa mattina, Ilaria ne approfitta per elogiare l'edizione autentica uscita oggi in edicola:

Nonostante Maltese continui ad occuparsi di cinema e Serra abbia deciso di riposarsi votandosi al puro cazzeggio, oggi Repubblica mi sembra molto più centrata sull'Italia reale.

Ho avuto un attimo di straniamento nello sfogliare le prime pagine, niente dossier farlocchi sulle prodezze montiane ma cronaca vera sugli operai alcoa più un paginone dedicato alla minaccia di sciopero generale della Camusso.

Nelle pagine dei commenti troviamo poi Crainz sulla frustrazione e la rassegnazione degli italiani davanti allo scenario politico e la Saraceno con un pezzo molto critico sul governo.
Che sia l'inizio di un'inversione di marcia?

L'unica cosa che non mi è per nulla piaciuta è stata l'intervista della Milella, che in genere apprezzo molto, ad Ingroia. Il fine era uno solo: fare ammettere al magistrato di aver sbagliato ad andare alla festa del Fatto!

9 commenti:

Michele ha detto...

Casomai il fine delle Milella era quello di evidenziare il fatto che Ingroia andando a quella festa si sia prestato più o meno volontariamente a una strumentalizzazione.

timeo hominem unius libri ha detto...

Però quest'Ilaria è un vero genio di deontologia professionale! I meriti del giornale per lei sono direttamente correlati all'opposizione al governo. Occuperà sicuramente il settore più estremo della curva Sud.

ilaria ha detto...

I meriti del giornale sono quelli di raccontare il momento storico che stiamo vivendo.
La dietrologia politica la lascio tutta a te.

Michele ha detto...

@Timeo, più che all'opposizione al governo, direi correlati al suo stato d'animo.

Frank ha detto...

Per valutare un'inversione di marcia, Ilaria, occorrerà attendere le prossime settimane (accurata la tua "lettura" che condivido). Anche se nella Reunio odierna il Diretùr ha criticato il governo, forse dimenticandosi che alla guida c'è quel Monti che ha subito raccolto consensi a Largo Fochetti. Agli indizi ne mancherebbe solo un'altro...

Barbapapà ha detto...

Ma di quale inversione di tendenza stai parlando, Ilaria?
Repubblica ha sì sostenuto, doverosamente se mi permetti, il Governo Monti sin dall'inizio come ultima chance di salvataggio per questo derelitto paese, ma ne ha sempre valutato criticamente l'operato.
Sulla riforma del lavoro, le liberalizzazioni, i fantomatici decreti sviluppo abbiamo letto commenti assai critici di Ezio Mauro, di Massimo Giannini, dello stesso Scalfari (probabilmente il più montiano di tutti). Per tacere di Tito Boeri, Luciano Gallino o Alessandro De Nicola.
L'articolo odierno della Saraceno, sicuramente molto più ostile della media degli editoriali del giornale sul Governo, rientra in questo quadro di valutazione critica dell'attività governativa. Perché stupirsi, dunque, o leggervi chissà quale mutamento di direzione del giornale?

Riguardo ai "dossier farlocchi sulle prodezze montiane", io sono assai critico su questi dossier perché sono normali articoli di cronaca spacciati per approfondimenti. Indeboliti oltretutto da quella fastidiosa frammentazione del tema analizzato in tanti piccoli, microscopici box che non consentono di avere una gerarchia delle informazioni o la giusta sequenza con cui leggerle: che senso hanno? Io oramai li salto a piè pari. Ma definirli "farlocchi" mi pare offensivo.

ilaria ha detto...

Mah, mi sbaglierò ma io una seconda e terza pagina dedicate ad una manifestazione di operai, con o senza scontri, francamente non la ricordavo da un pezzo.
In questi mesi abbiamo avuto una informazione capillare su tutti gli incontri europei di monti, abbiamo analizzato tutte le decisioni, i cambiamenti e gli scontri interni della BCE, abbiamo scrutato ogni respiro della merkel, ci siamo perfino appassionati alle presidenziali francesi. Giustissimo. Intanto però le aziende continuavano a chiudere, i lavoratori continuavano a perdere il lavoro e la nuova generazione era sempre più perduta. Quanto spazio è stato dedicato all'Italia che continuava inesorabilmente ad affondare? Secondo me molto poco.
Ma forse è solo una mia impressione.
Per dossier "farlocchi" mi riferisco ad uno sbandieramento esagerato di buoni propositi del governo puntualmente bollati come infattibili nel CdM succesivo.
Sul fronte politico poi si è dato ampissimo spazio alla minaccia del populismo e dell'antipolitica senza, contestualmente, spingere la politica verso un profondo rinnovamento.
E' come se la politica fosse rimasta "congelata" per un anno deprecando però l'allontanamento dei cittadini dalla stessa.
Oggi con monti deciso a non candidarsi, l'attenzione torna su tutti i nodi di questa sinistra, ancora tutti lì, tutti da risolvere, come se fossimo ancora al giorno 1.
Forse mi sbaglio, forse no.

Barbapapà ha detto...

Ilaria, questo però è un altro ragionamento e qui mi trovi d'accordo.
Che il giornale abbia focalizzato l'attenzione sull'azione europea del governo Monti e sulle sue decisioni di politica economica è vero ed era inevitabile, come tu stessa osservi. Che nel medesimo frangente la narrazione dell'impatto reale della crisi italiana sia stata meno capillare è vero, ma è un problema che viene da lontano. Non è certo emerso oggi.
Durante l'ultimo esiziale governo Berlusconi Repubblica ha sprecato tonnellate di spazio appresso a questa miserevole politica italiana: pagine e pagine dedicate al chiacchiericcio politico, ai finti retroscena, ai romanzeschi virgolettati, in altri termini alla cosiddetta politica politicante, e poca focalizzazione e continuità di analisi sugli esiti nefasti della politica della destra sul tessuto economico e sociale del Paese.
Per questo non mi farei troppe illusioni, anche se spero di sbagliarmi naturalmente, sull'emersione in prima pagina di manifestazioni sociali. E' il tipico giornalismo "reattivo" di Repubblica: ne parla perché è la notizia del giorno. Ma la capacità di raccontare giorno per giorno la quotidianità drammatica della crisi, beh è un'altra cosa e Repubblica ahimé non pare mentalmente attrezzata al riguardo. D'altronde se si sceglie di spendere le firme migliori per raccontarci lo sport (Olimpiadi o calcio spagnolo) o il cinema (recensioni o Festival), settori peraltro ben presidiati dal giornale, non ci si può stupire se si è poi deficitari su altri e più importanti versanti.
E a confermare questa disillusione di fondo, ecco ieri una inutile intervista (senza alcuna offesa alla brava Annalisa Cuzzocrea) all’oramai marginale Rutelli, un uomo che rappresenta oramai solo se stesso e la corte politica che lo segue. Oggi, nuovo articolo che riprende l’intervista con solito codazzo di reazioni delle parti politiche interessate.
Tutto autoreferenziale, tutto distante dai reali interessi dei lettori, tutto spazio sprecato.

ilaria ha detto...

assolutamente d'accordo Barbapapà.