Oggi nella pagina dei commenti di Repubblica, ecco uno scomodissimo pezzo di Franco Cordero che risponde a quello di ieri di un soddisfatto Fundadòr. Prendiamo a prestito le parole di Ilaria per commentare il botta e risposta:
Cordero val sempre la pena, ma è triste lo stesso sapere che al di là di poche voci esterne non ci sia nessuno degli editorialisti interni che difenda la causa. Mi sembra che ormai sia diventata pressi: il dissenso si lascia agli altri (ma è già un bene che ci sia) mentre la redazione viaggia unita, un unico blocco. E' successo così anche per le primarie. Ma ti sembra una cosa verosimile? Non so, io so solo che ho voglia di leggere altro e che ho deciso di prendermi una (lunga?) pausa.
Ilaria
15 commenti:
scusate, ma che palle! non è che deve regnare il pensiero unico a Repubblica.
Ma stiamo dicendo proprio il contrario, anonimo: la linea editoriale del giornale è tracciata molto chiaramente da direttore e fondatore, ma per fortuna ci sono sempre degli opinionisti che esprimono pensieri ad essa contraria. E' proprio questo che rende la Repubblica un quotidiano "ricco", ma ciò non toglie che si possa - come per molti in questo caso - dispiacersi perché si ritiene sbagliata la direzione principale.
Grazie Mad. ti sei sotituito a me.
Mi pare giusto: oggi giocano le riserve...
ma io non contesto solo quello, mad283, è il fatto di continuare a insistere su una vicenda che a mio giudizio va chiusa. la Consulta si è espressa, basta, voltiamo pagina, non si può continuare all'infinito a contestare la linea editoriale o il pensiero di Scalfari sulla questione, sennò questa non è più una semplice critica, ma un vero e proprio accanimento, e questa, consentitemolo, a lungo andare oltre che diventare una discussione sterile, diventa anche fastidiosa.
Su questo posso essere d'accordo, ma se loro continuano a pubblicare articoli e articoloni sull'argomento non mi sembra giusto far finta di niente...
Mettiamo che per nostra disgrazia B. ritorni in sella. E mettiamo che venga casualmente intercettato in qualcuno dei suoi intrallazzi (è capitato svariate volte nel passato). Anch'esso si potrebbe appellare alla corte costituzionale allo stesso modo adducendo misteriose prerogative?
Un vero missile contro chi in questi anni ha scoperto tutti i suoi altarini. Per questo ritengo giusto continuare a parlarne e non a fare finta di nulla.
Berlusconi come presidente del consiglio non si potrebbe appellare a nulla.
Questo non vuol dire che non lo farà ugualmente...
@anonimo (magari un nik sarebbe meglio?)
Perchè secondo te? Allora hanno ragione quelli che sostengono che N. si è cinto la testa con una corona visto che si è posto su un piano superiore a tutti, anche al capo del governo. Ma la legge non è uguale per tutti? O mi sono perso qualcosa?
allora, la questione è semplice: Napolitano ha sollevato il conflitto di attribuzioni davanti alla Consulta solo per dirimere un dubbio interpretativo. la Consulta si è espressa dando ragione al presidente. Stop, questione chiusa.
se poi questo non vi sta bene, abbiate il coraggio di dire anche voi insieme a Berlusconi che la Corte costituzionale è composta da comunisti, perché non si può osannare la Corte solo quando ci fa comodo.
No quel "coraggio", appartiene a Berlusconi. Io ho sempre pensato che ci sono persone che cercano di far onestamente il loro compito e altri no. Vale anche per i magistrati e anche per chi presiede la corte costituzionale.
A parte questo, mi pare che la questione l'aveva posta nei giusti termini Gustavo Zagrebelsky:
Sarebbe un fatto devastante, al limite della crisi costituzionale, che la seconda desse torto al primo; che si verificasse una così acuta contraddizione proprio sul terreno di principi che sia l'uno che l'altra sono chiamati a difendere. Così, nel momento stesso in cui il ricorso è stato proposto, è stato anche già vinto. Non è una contesa ad armi pari, ma, di fatto, la richiesta d'una alleanza in vista d'una sentenza schiacciante.
A perdere sarà anche la Corte: se, per improbabile ipotesi, desse torto al Presidente, sarà accusata d'irresponsabilità; dandogli ragione, sarà accusata di cortigianeria. Il giudice costituzionale, ovviamente, è obbligato al solo diritto.
Sarò libero di pensare, ritenere, e urlare ai 4 venti che questa vicenda (come il 99% delle vicende politiche di questi ultimi 20 anni) mi fa rivoltare lo stomaco e che il presidente della repubblica mi fa schifo?
Non c'entra assolutamente nulla pensare - mio punto di vista - che quello che ha fatto la corte costituzionale è una vera porcata e perché sono tutti comunisti, ma perché questa vicenda N. non la doveva nemmeno iniziare, e la pronuncia della corte è andata nella direzione che Zagrebelsky aveva previsto.
"Questa vicenda N. non la doveva nemmeno iniziare". Estrapolo questa frase, dal commento di Michele R., perchè la penso come lui.
Aggiungo che proprio per questa ragione mi sento autorizzato a pensare che, comunque, N. si sia espresso in termini poco lusinghieri, irrilevanti penalmente, ma non dal punto di vista del ruolo che riveste. E mi sento altrettanto autorizzato a pensare che N. abbia voluto nascondere qualcosa. Anzi, per iniziare e chiudere la vicenda, poteva raccontare lui il contenuto di quelle quattro telefonate. E, meglio ancora, rifiutare di parlare con un indagato.
In ogni caso, poiché si attendono le motivazioni della sentenza, passerà ancora un po' di tempo prima della distruzione e hai visto mai che...
Infine, ha ragione la vedova Borsellino che ha definito privo di scrupoli il "signor Mancino".
Brutta storia, comunque la si voglia vedere. E certo "Repubblica" non ne esce bene con quel titolo da ultras, come è stato giustamente fatto notare ieri, mi pare da Ilaria, che quoto integralmente.
@Frank
E mi sento altrettanto autorizzato a pensare che N. abbia voluto nascondere qualcosa. Anzi, per iniziare e chiudere la vicenda, poteva raccontare lui il contenuto di quelle quattro telefonate. E, meglio ancora, rifiutare di parlare con un indagato.
La penso uguale, uguale. Riascoltando le intercettazioni note, quelle di Mancino con D'Ambrosio che Servizio Pubblico ci ha fatto risentire, l'idea che mi sono fatto è che l'errore si è propagato all'interno del quirinale proprio tramite il collaboratore del PdR che accoglieva le richieste e le telefonate del ex Ministro. A quel punto N. non si è potuto tirare indietro, salvo poi prottegersi quando la sua voce è finita nelle intercettazioni. Se fosse così basterebbe avere il coraggio di chiarirlo e di dire la fatidica frase "ho sbagliato". Si va bene, succede solo nel mondo dei sogni.
Infatti ad un amico blogger, lo puoi leggere qui, che osservava questo:
dopo che è stato definitivamente statuito che il Presidente della Repubblica non poteva essere intercettato nemmeno in via indiretta, e quindi dopo aver difeso l'autonomia del Quirinale davanti a qualsivoglia intromissione, sarebbe molto bello se, a conferma di quanto già ammesso dai PM sulla loro insignificanza, la Presidenza sciogliesse i dubbi anche dei più ostinatamente dubbiosi chiedendo di rendere pubbliche le intercettazioni.
Sarebbe una vittoria per cappotto.
replicavo così:
se cosi fosse non sarebbe stata necessaria tutta questa cagnara. Mi spiace dirla in questi termini, dato che la credibilità e la trasparenza è tutto, d'ora in avanti il presidente è solo vostro, non il mio perché non mi mi sento rappresentato da un personaggio che per me è oramai solo una macchietta e uno zombie.
Questo pensiero viene dal lato grillino che è in me.
quando si capirà che c'è una parte politica e una mediatica che vive specularmente non solo agli scandali della malapolitica, ma disposta a creare casi anche lì dove non ci sono, sarà sempre troppo tardi.
sono sempre più convinto che il male di questo paese siano non tanto i cattivi politici che ci governano, quanto una buona parte di italiani che a definirli ingenui sarebbe un candido eufemismo.
e con enorme sconforto, per quanto mi riguarda, chiudo questa discussione.
buona giornata
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