Il problema di Pubblico e',secondo me,che non ha un'anima.Non si capisce con quale scopo sia nato,visto che l'obiettivo principale che dovrebbe avere qualsiasi giornale,cioe' dare notizie,in questo caso secondo me non e' stato raggiunto...
Mah, io rimpiango un po' Luca Telese al Fatto. Si sente la mancanza di uno di sinistra nel giornale. Senza contare che il Misfatto, l'inserto satirico domenicale, era molto meglio nella versione 1.0, proprio quella in cui aveva una parte il buon lutel. Ora, a parte le vignette di Stefano Disegni, non mi piace per niente.
Il Misfatto di oggi, per quel poco che lo conosco, piace poco anche a me: troppo confusionario. Molto meglio la precedente versione curata da Corradi e Telese, ingiustamente sostituiti. Sicuramente il Fatto ha perso qualcosa con la defezione di Telese, Mello & co., oggi è decisamente meno plurale. Tuttavia anche Telese, a mio avviso, ha sbagliato ad andare via per fondare un nuovo giornale. È un giornalista capace e di personalità, ma non il seguito di Travaglio o l'esperienza e le relazioni di Padellaro. Inoltre, come dice il secondo Anonimo, a Pubblico - nonostante reportage, rubriche e commenti interessanti - mancano proprio le notizie (e le inchieste di cui al Fatto sono maestri con pochi concorrenti). E poi sono troppo antipatizzanti nei confronti di Grillo.
L'errore base è stato fondare un giornale di carta nel 2012. Sono convinto che ormai nessun quotidiano di carta possa nascere e sopravvivere. resisteranno a malapena quelli vecchi. Negli ultimi 10 anni il Fatto è l'unica eccezione, e forse questo ha confuso Telese, che non ha capito che il miscuglio di anti-berlusconismo, protesta antisistema (di destra e di sinistra), grillismo, carisma di Travaglio (che non mi piace granchè, ma è bravo e ha innegabilmente un suo pubblico), buona scrittura. inchieste ficcanti e altre cosucce, era irripetibile altrove. Forse pensava che bastasse la sua popolarità televisiva, forse si è creduto Travaglio, chissà. Non vedo come Pubblico possa salvarsi. Anzi, non ho mai capito come si potesse pensare che durasse. Poi spero di sbagliarmi: quando chiude un giornale soffro sempre un po'.
Anch'io, come l'Anonimo delle 19:35, non ho mai capito con quale scopo sia nato "Pubblico", forse più dovuto a rancori intestini e personalistici che a reale spirito d'avventura e imprenditoriale. Credo anche, come Gabriele, ha scritto che pretendere di fondare un giornale di carta oggi sia impresa velleitaria, soprattutto se manca una precisa fisionomia che non mi pare "Pubblico" sia mai riuscito ad avere. In passato consideravo l'acquisto del "manifesto" indispensabile, logico completamento alla personale informazione quotidiana. Mi riferisco agli anni 80 e 90 e ad un giornale stimolante da leggere, perchè aveva una sua precisa identità, cosa che appunto difetta a "Pubblico". Che anche "il Fatto" ci abbia rimesso con le defezioni di alcune firme è senz'altro vero. Non è stata una bella idea. Quanto al Misfatto i ricordi di "Cuore" rendono impietoso il confronto e la lettura.
Per me la questione è molto semplice. Telese non stava più bene in quel giornale, quindi è giusto che sia andato via. E' una questione di coerenza. Possiamo discutere se sia stato un errore o meno quello di aver fondato un nuovo quotidiano, ma non il fatto che abbia deciso di andarsene. La linea editoriale del Fatto e filo-qualunquista, Telese invece è un professionista di ben altro spessore.
7 commenti:
Al Fatto hanno iniziato a festeggiare appena si è saputa la notizia. Bella gente quelli del Fatto.
Il problema di Pubblico e',secondo me,che non ha un'anima.Non si capisce con quale scopo sia nato,visto che l'obiettivo principale che dovrebbe avere qualsiasi giornale,cioe' dare notizie,in questo caso secondo me non e' stato raggiunto...
Mah, io rimpiango un po' Luca Telese al Fatto. Si sente la mancanza di uno di sinistra nel giornale. Senza contare che il Misfatto, l'inserto satirico domenicale, era molto meglio nella versione 1.0, proprio quella in cui aveva una parte il buon lutel. Ora, a parte le vignette di Stefano Disegni, non mi piace per niente.
Il Misfatto di oggi, per quel poco che lo conosco, piace poco anche a me: troppo confusionario. Molto meglio la precedente versione curata da Corradi e Telese, ingiustamente sostituiti.
Sicuramente il Fatto ha perso qualcosa con la defezione di Telese, Mello & co., oggi è decisamente meno plurale. Tuttavia anche Telese, a mio avviso, ha sbagliato ad andare via per fondare un nuovo giornale. È un giornalista capace e di personalità, ma non il seguito di Travaglio o l'esperienza e le relazioni di Padellaro. Inoltre, come dice il secondo Anonimo, a Pubblico - nonostante reportage, rubriche e commenti interessanti - mancano proprio le notizie (e le inchieste di cui al Fatto sono maestri con pochi concorrenti). E poi sono troppo antipatizzanti nei confronti di Grillo.
L'errore base è stato fondare un giornale di carta nel 2012. Sono convinto che ormai nessun quotidiano di carta possa nascere e sopravvivere. resisteranno a malapena quelli vecchi. Negli ultimi 10 anni il Fatto è l'unica eccezione, e forse questo ha confuso Telese, che non ha capito che il miscuglio di anti-berlusconismo, protesta antisistema (di destra e di sinistra), grillismo, carisma di Travaglio (che non mi piace granchè, ma è bravo e ha innegabilmente un suo pubblico), buona scrittura. inchieste ficcanti e altre cosucce, era irripetibile altrove. Forse pensava che bastasse la sua popolarità televisiva, forse si è creduto Travaglio, chissà. Non vedo come Pubblico possa salvarsi. Anzi, non ho mai capito come si potesse pensare che durasse. Poi spero di sbagliarmi: quando chiude un giornale soffro sempre un po'.
Anch'io, come l'Anonimo delle 19:35, non ho mai capito con quale scopo sia nato "Pubblico", forse più dovuto a rancori intestini e personalistici che a reale spirito d'avventura e imprenditoriale.
Credo anche, come Gabriele, ha scritto che pretendere di fondare un giornale di carta oggi sia impresa velleitaria, soprattutto se manca una precisa fisionomia che non mi pare "Pubblico" sia mai riuscito ad avere.
In passato consideravo l'acquisto del "manifesto" indispensabile, logico completamento alla personale informazione quotidiana. Mi riferisco agli anni 80 e 90 e ad un giornale stimolante da leggere, perchè aveva una sua precisa identità, cosa che appunto difetta a "Pubblico".
Che anche "il Fatto" ci abbia rimesso con le defezioni di alcune firme è senz'altro vero. Non è stata una bella idea.
Quanto al Misfatto i ricordi di "Cuore" rendono impietoso il confronto e la lettura.
Per me la questione è molto semplice. Telese non stava più bene in quel giornale, quindi è giusto che sia andato via. E' una questione di coerenza. Possiamo discutere se sia stato un errore o meno quello di aver fondato un nuovo quotidiano, ma non il fatto che abbia deciso di andarsene. La linea editoriale del Fatto e filo-qualunquista, Telese invece è un professionista di ben altro spessore.
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