«(...) anche io mi sorprendo a riproporre le parole che avevo già usato e a ritrovarle vuote, sospese nella surrealtà del dèjà moi-meme, il già me stesso, che è la malattia di chi non diventa grande: così Berlusconi ci nanizza. (...) i cani da guardia che rilatrano lo stesso bau diventano cani da macina che girano attorno a se stessi: il déjà aboyé, il già abbaiato, è un suono sorso e inespressivo »
(Francesco Merlo, "Prigionieri del déjà vu")
Di diritto tra i Ppr+ di dicembre (e, se ci saranno, dell'intero 2012)MUDD
1 commento:
Citato anche dal vice-diretùr, ieri facente funzione, Gregorio Botta in apertura di Reunio. E, naturalmente, l'ho colta al volo.
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