Bene, i sondaggisti hanno fatto una figura barbina e dovrebbero restituire i soldi (tanti) che hanno incassato. I partiti (spesso committenti di quei sondaggi) non hanno sentito il terremoto che arrivava, e ora ne pagano le conseguenze. E allora sarebbe utile che anche i giornali facessero un piccolo ripensamento sulla loro scarsa capacità di percepire i mutamenti, sull'inerzia e la sciatteria con cui hanno rappresentato la campagna elettorale, sulla fragilità e improbabilità di molti commenti. Invece ora sembra che tutti avessero capito tutto, e quegli stessi sono in prima fila col ditino alzato a impartire lezioni.
Dalla pagina Facebook del republicone Fabrizio Ravelli
2 commenti:
Da sottoscrivere. Per non peggiorare la situazione almeno "Repubblica" eviti di andare a cercare, tra un po' di tempo, cosa faranno i vari "trombati", Binetti compresa. Immagine forte: Binetti trombata. Che poi ce ne vuole di coraggio.
Ravelli mi ha tolto le parole di bocca. Certi giornalisti sono co-responsabili di tutto questo:
1) hanno irriso e ostacolato in tutti i modi chi il cambiamento poteva farlo veramente e in maniera soft.
2) hanno creduto che Bersani potesse sbarazzarsi del ferraginoso apparato che lo aveva fatto vincere alle primarie.
3) non hanno compreso lo tzunami che stava arrivando perché, per usare le parole di Cacciari, il loro mondo gravita tra Botteghe Oscure, via del Nazareno e Montecitorio.
4) non hanno capito che esiste un problema generazionale grande quanto una nazione perché anche tra giornalisti evidentemente l'età media è sopra i 60 anni.
5) è più divertente fare recenzioni cinematografiche.
6) hanno contribuito a riesumare una salma.
Ma non contenti di tutto ciò hanno deciso di rispolverare lo scenario apocalittico di un anno e mezzo fa (quello del pro Monti premier, per intenderci) con previsioni catastrofiche del redivivo Roubini incluse. Tutto ciò a che scopo? Per spingere sul governissimo?
Vedo che la lungimiranza non è proprio il vostro forte.
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