Cara (o caro, nel senso di inserto) D di Repubblica,
lo sai che ti amo di un amore incondizionato. Di restyling in restyling, ti ho recensito e soprattutto difeso dagli attacchi volgari dei feticisti che vedevano in te un oggetto vacuo e autoreferenziale, zeppo di pubblicità e dai contenuti troppo frivoli, perciò da gettare direttamente nel cestino della differenziata, spesso senza neanche scartarlo, persino quando in allegato c'è DCasa. Ho esultato all'arrivo di Elasti in occasione del penultimo restyling, e oggi continuo a farlo per la decisione di affidare le storie di copertina ai grandissimi del cartaceo (prima Stille, poi Monda e oggi Audisio, la Signora dello sport), ma non ho avuto risposte da te in merito ai dubbi che sollevavo sulla rimozione coatta delle rubriche di Papi e Visetti, nonché sul declassamento della stessa Elasti nelle pagine finali, lontana dalle firme che contano (inopinatamente arricchitesi di quella di Arianna “Aridaje” Huffington).
Ma il problema non è questo: è che oggi, nello sfoglio patinato che accompagna da oltre un decennio il mio sabato mattina gay-friendly tra le battutine dei colleghi («Ma insomma, sei un uomo sposato!»), mi imbatto in questo pezzo di Lady Pisapia che sulle blogger esordienti sul sito di D dal prossimo 2 aprile (se fosse stato il 1° avrei pensato a un pesce, «con rispetto parlando» come diciamo qui in Terronia).
Qual è insomma sto problema? È questo: le blogger – effettivamente «avanti», come da claim del Nuovo D – si mostrano in foto, e dalle didascalie veniamo a sapere che trattasi di Clarice Pecori Giraldi (direttrice di Christie's Italia, si sa che se non hai almeno tre cognomi parti già svantaggiata, e infatti per lei c'è lo scatto più grande, in copertina), e poi Alessandra Perrazzelli (Intesa Sanpaolo Eurodesk, si direbbe una manager piuttosto che una “sportellista”), Chiara Bisconti (assessore al Benessere di Milano, scelta dal compagno dell'autrice dell'articolo, dunque...), Giada Michetti (GL Events), Maria Pierdicchi (Standard & Poor's, come giusto premio ai declassamenti di cui ci fanno omaggio), Marina Del Bue (San Raffaele Biomedical Science Park), Cristina Sassoon (Global Trends), Elena David (UNA Hotel & resorts), e poi la consulente (de che?) Francesca Chelli e l'imprenditrice Valeria Monti. Tendenzialmente tutte Milf \ Cougar tailleurate e fashion victims alla Carrie Bradshaw, ma neanche questa è una colpa, sia chiaro.
Non sono pauperista, ma inserire magari qualche donna alla “Vincenzina” di Jannacci (leggi una precaria, una operaia, una mamma, una studentessa che lavora nel call-center e via dicendo) sarebbe stato troppo «indietro?».
Con immutata stima, MUDD
2 commenti:
Siamo tutte Vincenzine!!! Non ti far sotterrare, lotta!
Mi pare evidente, e lo dico a malincuore, che il nuovo D sia meno bello (e secondo me di molto).
Ma poi un'altra cosa: le interviste iniziali per quale motivo sono scomparse?
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