La precisione e l’esattezza sono cose fondamentali quando si scrive. Ma a quanto pare non tutti la pensano così. Ieri Anais Ginori fa il pezzo sul maxicolpo messo a segno all’Hotel Carlton di Cannes, ed usa ladro e rapinatore, furto e rapina come se fossero sinonimi, invece non lo sono, anzi si tratta di due reati completamente diversi e con pene diverse.
E poi c’è Marino Niola che, sempre ieri, scrive un pezzo dottissimo sul digiuno, ci mette Sant’Agostino e Pitagora, i francescani e i farisei, e poi inciampa su Jannacci. Scrive: “quaranta dì e quaranta nott – per dirla con il grande Enzo Iannacci". Solo che la canzone “Ma mi” cui si riferisce Niola non l’ha scritta Jannacci, ma Giorgio Strehler. Senza contare che scrive Iannacci con la "i" iniziale.
Fabio P.
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