lunedì 28 ottobre 2013

Repubblica, Scalfari e il ruolo della sinistra.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Salve,
vi mando una piccola reazione alla strana combinazione Scalfari-Bergoglio, consacrata ieri da Fazio a Che Tempo Che Fa.
 
Raja EL FANI
supercivic.blog.lettera43.it/
@TwashWish


Scalfari e Papa Francesco: un amore impossibile

Ieri, Scalfari invitato alla promozione del suo libro da Fazio su Raitre è stato di nuovo interrogato sul suo incontro con Papa Francesco che ha così tanto ispirato la redazione di La Repubblica.

Oggi su Libero, Socci scrive che Bergoglio si è pentito dell’intervista a Scalfari forse per raffreddare il giubilo del quotidiano di sinistra.

Scalfari già prima dell’intervista aveva tessuto le lodi di quello che ha letto come un avvicinamento della Chiesa al mondo laico, cosa che negli altri paesi non avrebbe mai preso questa piega politica. Però in Italia, allora in piena crisi di governo, l’ascensione di Bergoglio ha preso subito le forme di un modello di riformismo politico. Questa è la genesi dell’incontro tra Scalfari e Papa Francesco. Ma perché la stampa di sinistra ha avuto bisogno di una benedizione per ratificare il riformismo?

Dopo settimane di passione intellettuale intorno a questa (seppur ciclica nella storia italiana) riconciliazione tra fede e laicità, Scalfari torna ad assecondare la demagogia di Fazio, il consenso democristiano del pubblico italiano. Se è vero quello che riporta Socci, che Bergoglio è in imbarazzo per le deformazioni mediatiche generate dall’intervista a Scalfari, tuttavia nessuno denuncia che a monte ci sia stata anche una strumentalizzazione da parte di una sinistra che evidentemente continua a fantasticare su un matrimonio con il cattolicesimo.

L’Illuminismo si sa non è mai stato un riferimento al quale attingere oltralpe e il dibattito sulla laicità così centrale nella democrazia francese non trova appigli in Italia. Ma se la sinistra continua a ricercare gli accostamenti con la Chiesa, il caso già atipico della democrazia italiana si aggrava.

Il giornale fondato da Scalfari ha molto a cuore il suo ruolo di guardiano della democrazia ma con Bergoglio ha ceduto ad una vecchia tentazione, quella di sentirsi gratificati dagli accenni (rari) di riformismo della Chiesa. Quando poi, come oggi, questi accenni vengono personificati da un Papa, la Sinistra italiana non può fare a meno di sentirsi coinvolta e non sa frenare l’entusiasmo.

È giusto proiettare su un Papa tutte le aspettative di un cambiamento sociale? La fretta della sinistra è legittima, e lei che ha il compito di traghettarci verso il riformismo ma ora che è giunta l’ora di predisporre una strada, sbaglia i bersagli.

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